Il quadro

Tim, i dossier in vista del nuovo piano industriale

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Torri, data center e rete unica i temi sul tavolo dell’amministratore delegato Luigi Gubitosi in vista della presentazione del nuovo piano industriale 2020-2022 il prossimo 11 marzo.

Il nuovo piano industriale 2020-2022 di Tim sarà presentato l’11 marzo e l’azienda guidata da Luigi Gubitosi ha fatto il punto dei dossier aperti due giorni fa, in occasione del primo Cda del 2020. Il quadro al momento vede alcuni dossier in primo piano, altri che al contrario si stanno spostando sullo sfondo.

Torri Inwit

In primo piano c’è l’operazione di fusione fra le torri cellulari di Tim e quelle di Vodafone in Inwit, il merger è all’attenzione della Commissione Ue che dovrebbe esprimere il suo pare sulla fase 1 della fusione entro il 21 febbraio. Se saranno posti dei rimedi, ci vorranno poi alcuni mesi per arrivare alla fase 2 e ad un via libera entro il mese di giugno. Secondo il Sole 24 Ore sull’operazione di fusione, che prevede la cessione del 25% della nuova entità ad un pool di fondi, si sarebbe concentrato l’interesse del fondo Ardian.

Data Center

Il secondo dossier sul tavolo del Cda di Tim è la collaborazione annunciata con Google su Cloud e Edge Computing, che potrebbe sfociare nello spin off dei data center di Tim e potenziale quotazione. Un’operazione “di mercato” secondo alcuni esperti, per i quali l’obiettivo di Tim è fare cassa dallo scorporo dei data center, con la ricerca di nuovi partner finanziari e quotazione in Borsa.

Rete unica

Resta invece completamente fermo il dossier della rete unica. I negoziati con Open Fiber sembrano interrotti dopo l’incontro di inizio gennaio fra i vertici di Tim, Enel e Cdp. Una situazione di perdurante stallo, che potrebbe quindi spingere l’ad Gubitosi a cercare partner finanziari alternativi e presentare un piano di cablaggio in fibra autonomo l’11 marzo prossimo, alla presentazione del piano industriale 2020-2022, alternativo a quello di Open Fiber.

Brasile

Secondo la Repubblica, infine, Tim starebbe meditando l’acquisizione di Oi, del quarto operatore mobile brasiliano in ottica di consolidamento in un mercato che ha ancora margini di crescita.

Il titolo in Borsa intanto viaggia sempre intorno ai 50 centesimi e per il quarto trimestre 2019 non si prevede un particolare miglioramento dei conti.