L'audizione

Pluralismo, Giorgia Abeltino (Google): ‘Il vero ostacolo è la carenza di banda larga’

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Intervento a tutto campo di Giorgia Abeltino di Google Italy in audizione alla Commissione Trasporti della Camera, ma per il contradditorio bisognerà attendere una convocazione successiva.

Pluralismo e accesso all’informazione nell’era di internet, al centro dell’audizione di Giorgia Abeltino, responsabile Relazioni Istituzionali di Google Italy, oggi in Commissione Trasporti della Camera nell’ambito dell’indagine conoscitiva sul sistema dei servizi di media audiovisivi e radiofonici (a piè di pagina disponibile lo streaming dell’audizione).

Una relazione molto lunga quella dell’Abeltino che si è soffermata sulla descrizione meticolosa, senza tralasciare citazioni illustri, di tutti i servizi forniti da Google e su come si sono sviluppati nel corso degli anni.

Chi si aspettava un focoso dibattito dopo l’intervento della Abeltino è però rimasto deluso. Nessuna domanda sul controverso rapporto con i broadcaster e con gli editori, nessuna domanda sui sistemi usati dalla web company per bypassare il fisco anche in Italia, nessuna domanda sul diritto all’oblio e sul diritto d’autore

La relazione ha preso ahimè troppo tempo, oltre un’ora, e gli impegni istituzionali hanno costretto a rimandare ad altro momento il contradditorio.

Abeltino si è, però, impegnata a tornare e il presidente della Commissione, l’on. Michele Meta del Pd, ha scherzosamente promesso che “non troverà ad attenderla Francesco Boccia”, il presidente della Commissione Bilancio ormai noto come il padre della Web Tax.

Il vero nodo è la banda larga e il divario culturale

L’intervento della giovane manager di Google Italy, napoletana doc come ha ricordato lei stessa quando a un certo punto dell’audizione, parlando del futuro dell’azienda, ha fatto le corna, si è concentrato su 4 aspetti fondamentali: evoluzione dei modelli di fruizione e conseguenze su pluralismo e accesso alla cultura; attività di Google nell’ecosistema digitale; ruolo di Google e YouTube nella distribuzione di contenuti; conclusioni.

“Grazie a internet, oggi l’utente/consumatore – ha osservato Abeltino – ha il grande vantaggio di poter contare su una pluralità di fonti”.

Internet ha infatti permesso, ha ricordato la manager, di garantire maggiore pluralismo, maggiore accesso all’informazione in quella che è ormai “un’agora digitale”, e di “sviluppare driver di mercato e nuovi modelli di business”.

Ma in Italia, ha sottolineato con forza Abeltino, “l’unico vero ostacolo all’accesso dell’informazione è la mancanza della rete internet”.

“Un nostro rapporto – ha precisato – evidenzia qual è l’apporto degli operatori di internet nella costruzione delle infrastrutture tecnologiche”.

Ha poi parlato di digital divide, Abeltino, ma anche di divario culturale e soprattutto della necessità di portare in tutto il Paese la banda larga.

La manager di Google ha ricordato i dati dell’ultima Relazione Agcom, secondo la quale solo il 59% della popolazione italiana usa internet, il 63% non è interessato e il 45% non sa connettersi.

Questi dati, ha ribadito, ci dicono che non basta solo portare la rete, serve anche “la digitalizzazione del cittadino”.

Il test dello spazzolino da denti

Abeltino ha poi fornito un quadro di insieme di tutti i servizi forniti da Google (dal motore di ricerca ad Android, passando per le tutte le nuove app) e sul ruolo fondamentale nel dare visibilità attraverso le inserzioni pubblicitarie a tante PMI che non potevano permettersi budget pubblicitari da grandi giornali o grandi reti televisive.

Volete sapere come fa Google a stabilire se vale la pena investire su un servizio?

Facendo il test dello spazzolino da denti: “Se un prodotto – ha detto Abeltino – è necessario e indispensabile e viene usato almeno due volte al giorno (proprio come lo spazzolino, ndr), allora vale la pena investirci”.

 

Su Google News, 50 mila editori

 

Oggi Google opera in uno scenario competitivo in costante evoluzione: “Le barriere all’ingresso del mercato nel settore tecnologico sono particolarmente basse – ha indicato Abeltino – mentre prima erano necessari costi elevatissimi. Assistiamo al proliferare di startup innovative e se Google smettesse di innovare si vedrebbe presto scalzato da altri competitor”, come Facebook per esempio.

Passaggio anche su Google News, che ha messo la società americana contro tanti editori che chiedono il pagamento delle royalties per i loro contenuti indicizzati nel servizio.

“A livello globale, su Google News sono presenti 50 mila editori e vengono indicizzate circa 60 mila pubblicazioni”, ha sottolineato la manager, aggiungendo: “Ogni mese Google Search indirizza 10 miliardi di click verso gli editori e 1 miliardo di click da Google News, dove non è presente alcuna forma di pubblicità e quindi di monetizzazione”.

“Nel 2013 i ricavi derivati agli editori da AdSense sono stati a livello mondiale di 9 miliardi di dollari”, ha ricordato.

Pirateria, dalla musica un esempio per l’audiovisivo

Passaggio anche su pirateria e su possibili modelli estendibili all’audiovisivo. Per Abeltino, è dalla musica, “la prima industry che ha patito la pirateria con il passaggio al digitale”, ma anche quella che “ha saputo intrepretare lo spirito dei tempi trovando modelli di business che funzionano”.

“Oggi il digitale – ha ricordato la manager – è uno dei pilastri in termini di ricavi e opportunità per l’industria della musica”.

“Secondo noi – ha detto – il modo migliore per combattere la pirateria è sfruttare il mondo legale, proprio come fa la musica che offre servizi a prezzi accessibili e la gente preferisce fruire in maniera legale e conciliabile con i propri device”.

“Google investe decine di milioni di dollari per permettere all’industria di remunerare i contenuti”. Così come ha investito per adottare un sistema per far scendere in basso nella pagina dei risultati di ricerca i link che puntano ai siti pirata.

“La scorsa settimana abbiamo ulteriormente perfezionato questo metodo, migliorando le procedure di richiesta di rimozione di questi link da parte dei titolari dei diritti”. Abeltino ha quindi ribadito l’importanza del principio follow the money nella lotta alla pirateria: questi siti di solito guadagnano con la pubblicità. Bisogna chiudere il rubinetto e non fornire più pubblicità ai siti che fanno attività illegali”.

In questo senso, Abeltino ha ricordato che in Italia Google ha firmato un Memorandum of Understanding con Fimi e Fapav per incrementare l’approccio follow the money.

“Al momento stiamo testando negli USA – ha informato – nuovi formati di pubblicità per contenuti audiovisivi che orientano gli utenti verso servizi legali. Se funzionano li porteremo anche in Europa”.

Infine, riferendosi all’audiovisivo e alla riforma della Direttiva Ue, Abeltino ha ribadito che si tratta di “un compito non facile per la Ue, ma che può fare solo un’autorità sovranazionale perché la dimensione dell’ecosistema non è nazionale”.

Un intervento necessario, ha sottolineato Abeltino, ricordando le parole del Commissario Ue Neelie Kroes, che ha sempre parlato di “un sistema normativo troppo datato” mentre ci deve essere spazio per la “deregolamentazione”, perché “regole eccessivamente rigide limitano la creazione e l’offerta”.