Il Rapporto

Mobile money, transazioni quotidiane a 2 miliardi di dollari. Mercato crescerà con la “shut-in” economy

di |

Nuovo Report sull’industria mobile money: un miliardo di account, 290 servizi attivi in 95 Paesi del mondo, un mercato più inclusivo spinto in avanti dall’emergere delle donne e dei migranti. Tutti chiusi in casa, la pandemia globale una nuova leva per il settore.

L’anno passato ha rappresentato un vero e proprio punto di svolta per l’industria ed il mercato delle transazioni economiche su rete mobile: 1 miliardo di account attivati e transazioni giornaliere per 2 miliardi di dollari.

Sono i dati contenuti nel nuovo “State of the industry report on mobile money” pubblicato da GSMA, che restituiscono lo stato di un’industria e di un mercato in rapida evoluzione, sia in termini di numero di imprese presenti, sia di servizi offerti.

Lo scenario mobile money

L’incremento dei ricavi consente alle aziende di investire sempre di più in innovazione tecnologica, di espandere le proprie reti di servizi, di concentrarsi sul miglioramento dell’esperienza del cliente, ormai raggiungibile sempre, ovunque e cu più canali.

Oggi il numero di fornitori di servizi di mobile money è 20 volte superiore a quello delle banche fisiche, con un potenziale di 1,7miliardi di nuovi utenti da raggiungere in tutto il mondo.

I pagamenti “full digital” hanno raggiunto e superato la metà del totale, cioè il 57% di tutte le operazioni di pagamento e trasferimento denaro su rete mobile e senza conversione di denaro contante, secondo lo studio.

Solo a dicembre 2019 si sono registrate transazioni per 22 miliardi di dollari in tutto il mondo via mobile payment service.

Al momento, sono attivi 290 servizi in 95 Paesi e rappresentano il modo migliore e più inclusivo per accedere al mercato low-cost dei pagamenti in rete e delle transazioni (trasferimenti compresi).

I motivi che hanno reso possibile questo salto in avanti del mercato mobile money sono stati individuati dallo studio GSMA nel grande numero di donne che per la prima volta attiva un account e sfrutta tali servizi, tra i migranti di tutto il mondo (soprattutto con i trasferimenti di denaro), nel maggior numero di persone a basso reddito che tramite le offerte digitali possono accedere ai servizi essenziali low-cost e nei nuovi metodi di pagamento mobile, con cui comprare nei piccoli mercati locali da contadini e artigiani.

Mobile economy vs pandemia

I pagamenti e i trasferimenti di denaro su rete mobile sono inoltre un formidabile strumento a disposizione di imprese di ogni dimensione e consumatori per mantenere viva l’economia in un momento di crisi come questo che stiamo attraversando per via dell’epidemia di coronavirus.

Chiusi in casa dalla quarantena si può acquistare in rete, ma se c’è la possibilità di fare la spesa presso i mercati locali dei contadini si possono sfruttare proprio i servizi di mobile payment, in piena sicurezza e nel rispetto della distanza di protezione individuale.

Solo in Italia, uno dei Paesi più colpiti al mondo dall’epidemia, assieme a Cina, Spagna e Stati Uniti, le transazioni economiche digitali sono aumentate dell’81% da fine febbraio, secondo stime McKinsey riportate dal Wall Street Journal.

Lo scenario “shut-in

Il modello generale, valido per tutti i Paesi del mondo, è oggi quello della cosiddetta “shut-in” economy, cioè il fare economia al tempo della quarantena, con imprenditori e consumatori chiusi in casa, ma con le solite esigenze, le solite necessità, forse anche maggiori e più urgenti.

Effettuare pagamenti di ogni tipo dal proprio smartphone, magari usando l’applicazione della propria banca, quindi usando i soldi nel conto corrente, o i servizi offerti in rete per fare la spesa, comprare beni di ogni sorta, prodotti di varia natura, è un modo per mantenere viva l’economia e allo stesso modo di rendere massimo l’isolamento rispetto al contagio.

In un’economia del lockdown, dove i danni materiali del virus sono al momento ancora difficili da valutare,è inevitabile che tutto diventi on-demand, virtuale e digitale.

Cosa che significa, immediatamente, ricoprire di ancora più rilevanza economica, culturale e politica i giganti del settore, ma anche esporre la nostra privacy ad ulteriori rischi di limitazione e violazione dei dati personali.