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La Cina studia nuove regole per la sovranità dei dati. L’inizio di una guerra fredda con gli Usa?

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Lo ha annunciato ieri il ministro degli Esteri Wang Yi presentando un piano che disciplina la sicurezza dei dati globali.

La Cina studia nuove regole per la sovranità dei dati. Lo ha annunciato ieri il ministro degli Esteri Wang Yi presentando nuove proposte che disciplinano la sicurezza dei dati globali dopo aver avviato il piano con un gruppo di 20 controparti la scorsa settimana, perseguendo l’obiettivo di stabilire standard globali per la sfera digitale.

Il motivo è chiaro. Impedire ai governi stranieri di acquisire dati archiviati localmente, per cercare di contrastare le accuse di Washington secondo cui servizi come TikTok e WeChat condividono informazioni sensibili degli utenti con Pechino.

Cina Vs Usa

Le linee guida rafforzano il concetto di lunga data della Cina di sovranità dei dati o di limitazione del flusso di informazioni attraverso i confini, un’idea che sta guadagnando slancio con l’aumento delle preoccupazioni per la sicurezza nazionale. L’amministrazione Trump ha bandito TikTok di ByteDance e WeChat di Tencent Holdings Ltd. e ha sanzionato Huawei Technologies Co., accusandole di condividere i dati degli americani con il governo cinese.

Per ridurre il deficit nella governance digitale globale, i Paesi devono affrontare la pressante necessità di intensificare la comunicazione e il coordinamento, creare fiducia reciproca e approfondire la cooperazione tra loro“, ha affermato Wang nella dichiarazione.

Cina: il piano per la sovranità digitale

L’iniziativa sollecita le aziende tecnologiche a impedire la creazione delle cosiddette ‘backdoor’ in prodotti e servizi che potrebbero consentire di accedere illegalmente ai dati, nonché ai partecipanti di rispettare la sovranità, la giurisdizione e i diritti di gestione dei dati di altri Paesi. Inoltre, impegno generalizzato per i partecipanti a evitare la sorveglianza su larga scala di altri Paesi o l’acquisizione illegale delle informazioni di cittadini stranieri con le tecnologie IT.

Wang ha precisato che l’iniziativa mira a porre fine alle attività che “violano le informazioni personali” e si oppone all’uso della tecnologia per condurre la sorveglianza di massa contro altri stati. Le aziende dovrebbero anche rispettare le leggi dei paesi ospitanti e smettere di costringere le aziende nazionali a memorizzare i dati generati all’estero nel proprio territorio.

Il programma Clean Network degli Usa

La mossa di Pechino è maturata a un mese dal lancio del piano Usa sull’eliminazione delle app cinesi “non attendibili” nell’ambito del programma “clean network“.

Wang non ha specificato natura dell’iniziativa ed eventuale adesione già espressa da altri Paesi, ma ha lamentato il fatto che “alcuni singoli Paesi stanno perseguendo in modo aggressivo l’unilateralismo, gettando acqua sporca su altri Paesi con il pretesto della pulizia“. E stanno anche “conducendo la caccia globale alle aziende leader di altri Paesi con il pretesto della sicurezza. Questo è semplice bullismo e dovrebbe essere contrastato e respinto“, ha aggiunto il ministro in quelli che sono apparsi riferimenti allo scontro in corso con Washington.