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IPTV illegali, la battaglia di Sky contro i link pirata su Google

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Migliaia di URL e collegamenti che portano a siti pirata da rimuovere: cresce la pressione di Sky Italia e Sky UK sul grande motore di ricerca per intervenire sui link incriminati.

In che modo gli utenti di ogni età, soprattutto i giovani e i giovanissimi, riescono a trovare i link giusti per arrivare alle piattaforme web pirata che offrono contenuti audiovisivi, come film e serie tv, offerti illegalmente? Semplice, con i motori di ricerca più comuni.

Il Gruppo Sky è da tempo che chiede a Google di eliminare dalle pagine dei risultati di ogni ricerca i link e le URL che portano dritti sui siti e le piattaforme che offrono illecitamente contenuti audiovisivi protetti da copyright.

La concorrenza delle IPTV pirata sui fa sempre più forte e le media company, che investono ingenti risorse in nuove produzioni, si ritrovano minacciate costantemente da un sistema criminale ben congegnato.

In tal modo, piratando serie tv, film, eventi sportivi e live di grande richiamo (musica e teatro compresi), le IPTV rubano utenti e danneggiano un’intera industria, che investe in qualità, ricerca e innovazione, che da lavoro direttamente ed indirettamente a milioni di persone in tutto il mondo.

Secondo quanto riportato da torrentfreak.com, nelle scorse settimane, Sky ha inviato numerose notifiche di rimozione a Google, reo per la piattaforma satellitare di ospitare migliaia di URL che portano gli utenti di rete direttamente alle IPTV pirata di tutto il mondo.

Nello specifico, richiamandosi al Digital Millennium Copyright Act (DMCA), l’impianto regolatorio americano a tutela del diritto d’autore, il Gruppo Sky ha notificato centinaia di avvisi a Google con la richiesta ufficiale di eliminare i link che portano alle IPTV pirata.

Sono diverse le denunce, tra cui una ad inizio e una a fine febbraio per un totale di oltre 1000 URL pirata segnalate e di cui si richiedeva l’immediata rimozione.

La gran parte delle denunce (1,2,3,4,5,6,7) proviene da Sky Italia e Sky UK, alcune di queste sono state accolte dal motore di ricerca, altre no.

Il motivo al momento non è del tutto chiaro.

Sembra che molti dei link incriminati, infatti, in apparenza non puntino su piattaforme pirata che offrono illegalmente contenuti audiovisivi protetti da copyright, ma verso semplici servizi di vendita, database di informazioni, FAQ e pagine ausiliarie, che svolgono nei fatti attività di supporto alle IPTV illegali, ma senza reato.

Un espediente questo che consente ai pirati di aggirare la legge e fare business in maniera illegale e ai motori di ricerca di non essere obbligati a rimuovere i link incriminati. Nel mezzo restano le media company, danneggiate e impossibilitate a difendersi in maniera efficace da gruppi criminali sempre più agguerriti, che fanno profitti enormi a scapito di chi investe e produce contenuti nel rispetto dei diritti di proprietà intellettuale.