L'indagine

Il 60% dei ragazzi italiani teme la rete. Cyberbullismo, privacy e revenge porn i rischi maggiori

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La maggioranza di loro non si sente più al sicuro sul web. Il 61% ha paura del cyberbullismo, ma anche della violazione della privacy e del Revenge porn. Percepiscono la crescita della violenza in rete e aumenta anche il senso di isolamento dei più giovani.

Si dice spesso che sono i più giovani a trovarsi meglio con la rete e le tecnologie digitali. Forse è vero, ma non per questo questi ragazzi tra i 13 ed i 23 anni non ne temono le minacce e i rischi maggiori.

Secondo una nuova indagine condotta dall’Osservatorio Indifesa, portato avanti da Terre des hommes, in collaborazione con ScuolaZoo, il 68% degli adolescenti italiani ha dichiarato di aver assistito ad episodi di bullismo, o cyberbullismo, mentre ne è vittima il 61%.

I ragazzi italiani spaventati dalla rete

Ragazzi e ragazze, indifferentemente, esprimono attraverso le loro risposte un’evidente sofferenza per episodi di violenza psicologica subita da parte di coetanei (42,23%) e, in particolare, il 44,57% delle ragazze ha segnalato il forte disagio provato dal ricevere commenti non graditi di carattere sessuale online.

Contemporaneamente, l’8,02% delle ragazze ha ammesso di aver compiuto atti di bullismo, o cyberbullismo, percentuale che cresce fino al 14,76% tra i ragazzi.

Il 60% circa di loro ha dichiarato inoltre di non sentirsi al sicuro online.

Sono le ragazze ad avere più paura, soprattutto sui social media e sulle app per incontri, lo conferma il 61,36% delle intervistate.

I rischi maggiori percepiti

Tra i rischi maggiori, sia per i maschi, sia per le femmine, al primo posto è messo cyberbullismo (66,34%),

subito dopo il cyberbullismo, i ragazzi sono spaventati di più dalla perdita della propria privacy (49,32%), dal revenge porn (41,63%), dal rischio di adescamento da parte di malintenzionati (39,20%), dallo stalking (36,56%) e dalle molestie online (33,78%).

Nella classifica dei peggiori incubi onilne le ragazze mettono al secondo posto il Revenge porn (52,16%), insieme al rischio di subire molestie online (51,24%), l’adescamento da parte di malintenzionati (49,03%) e la perdita della propria privacy (44,73%).

L’Osservatorio, in particolare, ha posto in evidenza due novità di rilievo nell’indagine appena pubblicata e dedicata al 2020: il revenge porn e il senso di isolamento percepito dai giovani.

Nel caso del revenge porn, 1 adolescente su 3 ha confermato di aver visto circolare foto intime sue, o di amici sui social network.

Quasi tutte le ragazze (95,17%) riconoscono che vedere le proprie foto/video hot circolare senza il proprio consenso online, o su cellulari altrui, è grave quanto subire una violenza fisica.

La percentuale scende leggermente per i ragazzi (89,76%).

Vecchi pregiudizi, ignoranza e tanta solitudine

Persistono però i vecchi pregiudizi, legati soprattutto alle tradizioni famigliari e a contesti di forte degrado culturale: “il 15,21% dei ragazzi considera come una “ragazza facile” la ragazza che decide di condividere foto o video a sfondo sessuale con il/la su* partner. Mentre per le ragazze questo è vero per l’8,39% dei casi”.

C’è poi un forte e crescente senso di solitudine registrato dall’indagine, molto probabilmente legato alle misure di lockdown, al distanziamento sociale e alla didattica a distanza: “il 93% degli adolescenti ha affermato di sentirsi solo, con un aumento del 10% rispetto alla rilevazione precedente. Un aumento ancora più significativo se si pensa che la percentuale di chi ha indicato di provare solitudine “molto spesso” è passata dal 33% a un drammatico 48%”.