Pagamenti digitali

Facebook spinge sull’mPayement con WhatsApp Pay. E in Italia?

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Facebook lancia i pagamenti elettronici via WhatsApp Pay in India e sfida il mercato bancario tradizionale ei big cinesi del settore come WeChat.

Mentre in Italia si punta ad incentivare i pagamenti elettronici con il cashback (vedi il video tutorial), prosegue la strategia di espansione di Facebook nel mercato dell’mPayment tramite la controllata WhatsApp. Il gruppo ha appena lanciato il servizio WhatsApp Pay in India, dove conta 400 milioni di utenti. Il servizio consente pagamenti fra utenti e lo shopping online via bonifico di servizi online come biglietti del treno ecc. Una sfida alle banche tradizionali ma anche ai player cinesi, Alibaba e Tencent in testa, che sono già avanti in questo mercato. WeChat, la app di proprietà di Tencent, conta già 1,164 miliardi di utenti attivi in Cina.

Debutto in India

Dopo due anni di negoziati, Facebook ha ottenuto disco verde dalla autorità di regolazione indiane di servizi di pagamento per il lancio di WhatsApp Pay. L’India è il primo mercato globale per WhatsApp, il servizio di messaggistica istantanea acquisito da Facebook nel 2014 per 19 miliardi di dollari.

In concreto, WhatsApp consente l’invio e la ricezione di denaro sulla sua piattaforma senza commissioni. Ma di fatto si tratta di in semplice strumento di ordini ad una banca, che transita attraverso una UPI (Unified Payments Interface) in India. Il denaro non esce da sistema bancario. Gli utenti di WhatsApp Pay dovranno di fatto possedere già una carta di credito o un conto bancario per utilizzate il servizio, ha precisato Facebook in una nota.  

In collaborazione con la National Payments Corporation of India (NPCI) Facebook ha potuto appoggiarsi all’interfaccia di pagamento unificata indiana (UPI), di cui fanno parte 160 banche del paese. WhatsApp invia delle istruzioni alle banche, in qualità di servizi di pagamento, che cominciano il trasferimento di danaro via UPI fra oi conti bancari del mittente e del destinatario.

Per cominciare il servizio in India, Facebook su è associata a cinque banche del paese fra cui la State Bank of India, HDFC, ICICI, Axis e Jio Payments.

In una prima fase, il numero massimo di utenti è stato limitato a 20 milioni dal regolatore indiano.

Dati conservati in India

Tutti i dati trattati dovranno essere conservati su server basati in India e non negli Usa.

L’operazione ha subito un’accelerazione dopo l’investimento di 5,7 miliardi di dollari da parte dell’azienda di Mark Zuckerberg nell’operatore indiano Jio Platforms, rilevato per partire all’a conquista del mercato locale dell’eCommerce. Inoltre, è stato previsto un accesso privilegiato ai pagamenti mobili a 60 milioni di Pmi, si tratta per lo più di agricoltori e di piccoli commercianti, che potranno godere di un accesso facilitato ai pagamenti mobili.

I principali concorrenti di Facebook nell’arean indiana dell’mPayment sono Google e Alibaba, anch’essi presenti sulla piattaforma UPI con Google Pay (Alphabet) e PhonePe.

Un altro mercato nel mirino dei pagamenti mobili di WhatsApp è il Brasile, dove però la banca centrale ha stoppato il progetto appena lanciato lo scorso mese di giugno per motivi di concorrenza e protezione dati. Un colpo per Zuckerberg, dopo il blocco del progetto Libra.

E in Italia?

Per quanto riguarda WhatsApp Pay, difficile dire quando farà il suo debutto in Italia. Il gruppo guidato da Marc Zuckerberg lo vorrà presumibilmente testare in grandi paesi, con popolazione numerosa e poi arrivare anche da noi. Ma non nel breve periodo.