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Facebook e la guerra agli editori. In Australia si gioca una partita importante anche per l’Europa

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Lo scontro tra l'azienda di Mark Zuckerberg e il parlamento australiano relativo alle nuove leggi editoriali potrebbe diventare, nei prossimi giorni, un vero e proprio conflitto di portata internazionale.

Se diventasse legge la proposta australiana che vuole imporre a Facebook di pagare gli editori locali per le news condivise sul social, l’azienda di Mark Zuckeberg impedirà agli utenti australiani di condividerle.

Facebook Vs editori: chi perde sono gli utenti

La minaccia arriva direttamente dal capo di Facebook in Australia e Nuova Zelanda Will Easton, al seguito della decisione del governo australiano di un progetto di “codice di condotta vincolante” che obbligherebbe i giganti del web, a partire da Google e Facebook, a pagare i media australiani, in grandi difficoltà finanziarie, per utilizzare i loro contenuti.

Il codice di condotta prevede anche la trasparenza degli algoritmi utilizzati per stabilire l’ordine dei contenuti e delle multe fino a molti milioni di euro in caso di mancato rispetto delle norme.

Ma Menlo Park non ha intenzione di adeguarsi alle nuove regole, nonostante per il colosso della Silicon Valley la maggior parte dei profitti arriva dalla pubblicità online, e molti dei quali grazie ai siti di notizie.

Australia: pugno duro contro Facebook per salvare il giornalismo

Il governo australiano vuole diventare il primo a imporre un regime legale, che include penalità finanziarie attorno al comportamento delle piattaforme digitali che usano spazio non regolato per cannibalizzare e per profittare di contenuti prodotti dai media di news.

A fine luglio, l’Australian Competition and Consumer Commission, l’autorità Antitrust dell’Australia, ha proposto di istituire il primo ufficio al mondo di ‘controllo’ per i giganti del web.

Secondo l’ACCC questa nuova divisione di controllo per le piattaforme digitali avrebbe la responsabilità di “sollevare il velo” sui mercati pubblicitari e sugli algoritmi utilizzati in modo particolare da Facebook e Google. Questi suggerimenti sono stati evidenziati nel report di 623 pagine pubblicato a luglio dal tesoriere australiano Josh Frydenberg e dal ministro delle comunicazioni Paul Fletcher

Servono leggi e regolamentazioni

Lo scontro tra l’azienda di Mark Zuckerberg e il parlamento australiano potrebbe diventare, nei prossimi giorni, un vero e proprio conflitto di portata internazionale, perché il tema non riguarda solo l’Australia ma anche altre nazioni.

Al momento, come sempre, chi gestisce il campo da gioco è un soggetto privato che tenta di fare le regole del gioco. Servono leggi e regole chiare che impediscano alle società tecnologiche di essere arbitri della partita a cui giocano. Per questo la politica e l’Europa dovrebbero intervenire.