Monopoly in the Usa

Facebook, il cofondatore Hughes: “Dividerla per tutelare gli utenti e il mercato”. Ma l’azienda dice no

di Paolo Giannace |

Botta e risposta tra Facebook e Chris Hughes, che ha contribuito alla nascita della piattaforma: "Abbiamo gli strumenti per evitare i monopoli. Sembra che ci siamo dimenticati di usarli". Ma l’azienda, invece, chiede nuove norme “scrupolose” per Internet.

Spezzettare il colosso Facebook in almeno tre parti: la richiesta, già presentata dalla senatrice Elizabeth Warren (tra i candidati democratici alle prossime presidenziali), è stata rilanciata anche da Chris Hughes, il cofondatore della piattaforma social. “La nostra nazione da sempre ha un controllo sui monopoli, non importa quali siano le buone intenzioni delle aziende – ha detto Hughes in un intervento pubblicato sul New York Times – il potere nelle mani di Mark (Zuckerberg ndr) non ha precedenti e non è americano. È tempo di dividere Facebook. Gli strumenti di cui abbiamo bisogno per controllare il dominio di Facebook esistono. Sembra che ci siamo dimenticati di usarli”. Il cofondatore fa riferimento al controllo di Facebook su altre determinanti piattaforme social e di messagistica: dal servizio interno Messenger a Whatsapp, oltre all’altra piattaforma social Instagram. Sarebbero oltre 2 miliardi gli utenti di Facebook, mentre Messenger, Whatsapp e Instagram conterebbero su una base utenti da almeno un miliardo di persone.

“Zuckerberg: umano, troppo umano”

Zuckerberg, dice Hughes che ha condiviso con lui gli anni di college, è ancora la stessa persona che ha conosciuto, “ma è proprio la sua umanità che rende il suo potere incontrollato così problematico. La sua influenza è sbalorditiva, va ben oltre quella di chiunque altro, nel settore privato o nel Governo”. Per troppo tempo – dice ancora Hughes – “i legislatori si sono meravigliati della crescita di Facebook e hanno trascurato le loro responsabilità nel garantire la protezione agli americani e la competitività nel mercato. Da un giorno all’altro la Federal Trade Commission potrebbe emettere una multa da 5 milioni di dollari nei confronti dell’azienda, ma non basta; né può bastare l’offerta di Facebook di nominare un qualche ‘zar’ della privacy”.

La replica di Facebook: vogliamo nuove leggi

Un intervento che a stretto giro di posta ha ricevuto la reazione – negativa – dell’azienda: “Facebook è consapevole che con il successo arrivano anche le responsabilità – ha ribattuto in una nota il portavoce della società, Nick Clegg – “Ma quest’ultima non si fa rispettare chiedendo di dividere un’azienda americana di successo. La responsabilità delle tech companies può essere raggiunta solo tramite una scrupolosa applicazione di nuove regole per internet. Che è esattamente quello che ha chiesto Mark Zuckerberg”.