Lo studio

Digitale, potrebbe contribuire al PIL UE per 2.200 miliardi di euro entro il 2030

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Nuovo Rapporto “Shaping the digital transformation in Europe”: necessario aumentare il livello di investimenti pubblici e privati in soluzioni tecnologiche della digital transformation e nelle competenze necessarie al loro impiego nel mondo aziendale, nelle PA e nell’industria.

Quest’anno la Commissione europea ha presentato diverse iniziative e proposte per promuovere, rilanciare e sostenere la trasformazione digitale di tutti gli Stati membri dell’Unione.

Tra queste certamente la comunicazione quadro in materia “Plasmare il futuro digitale dell’Europa“, la comunicazione sulla Strategia europea per i dati e il “Libro Bianco sull’Intelligenza Artificiale”.

L’obiettivo delle istituzioni europee è di assicurare all’Unione europea (Ue) sovranità digitale, attraverso lo sviluppo di tecnologie e infrastrutture, reti e capacità digitali continentali per ridurre la dipendenza nella fornitura di tecnologie da paesi extra europei e recuperare il ritardo che ancora la separa da competitor come Stati Uniti e Cina.

Il contributo della transizione digitale al PIL UE

Secondo la Commissione europea, il settore digitale nel suo complesso contribuisce al PIL dell’UE per l’1,7%, della Cina per il 2,2% e degli USA per il 3,3% (Commissione europea, DG Ricerca e innovazione – McKinsey Digital Survey 2018).

Ulteriori ricerche stimano che la dimensione dell’economia digitale possa variare dal 4,5 al 15,5 per cento del PIL mondiale.

Un nuovo Rapporto diffuso dalla Commissione europea, dal titolo “Shaping the digital transformation in Europe”, conferma questi dati e rilancia la centralità della transizione digitale e delle sue tecnologie per il raggiungimento degli obiettivi stabiliti da Bruxelles e per la ripresa economica dell’Unione, soprattutto in fase post Covid-19.

In base a quanto riportato in questo studio indipendente, commissionato da Bruxelles, si valuta che le tecnologie della trasformazione digitale hanno il potenziale di contribuire al PIL dell’Unione fino a 2.200 miliardi di euro entro il 2030.

Affinché ciò avvenga, si legge nella nota della Commissione, è necessario aumentare il livello di investimenti pubblici e privati in tali soluzioni tecnologiche e nelle competenze necessarie per il loro impiego nel mondo imprenditoriale ed industriale.

Cosa fare, dove investire

Ad esempio, le tecnologie digitali applicate al settore sanitario potrebbero portare risparmi per 55 miliardi di euro in Germania e Francia.

Per ottenere risultati del genere, però, si legge nel documento, è necessario investire 75 miliardi di euro l’anno in tecnologie della comunicazione e dell’informazione fino al 2030 e 42 miliardi di euro l’anno per la formazione “digital oriented.

Attualmente, secondo la Banca europea degli investimenti, perduta un costante ritardo delle imprese europee nell’utilizzo di queste nuove tecnologie.

Il divario tra Unione europea (74%) e Stati Uniti (83%) nell’adozione di strumenti come la stampa 3D, la robotica avanzata, automazione di routine e contenuti digitali, interessa in particolare le imprese operanti nel settore dei servizi.