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CSI Piemonte: sanità digitale, l’importanza del dato strutturato per migliorare i servizi

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In Piemonte sono stati erogati 60 milioni di esami e prestazioni sanitarie, 21,3 milioni di prescrizioni specialistiche e 42,4 milioni di prescrizioni farmacologiche: CSI Piemonte, “una mole enorme di dati sanitari che sarebbe opportuno disporre anche in modalità strutturata”.

Ogni giorno sono generati documenti di massima rilevanza sanitaria, come referti di laboratorio, referti radiologici, verbali di pronto soccorso, nei quali sono presenti un’enorme quantità di informazioni. Questi dati costituiscono un patrimonio informativo prezioso che, se strutturato, può migliorare la programmazione sanitaria da parte delle Regioni e favorire la prevenzione, la diagnosi e la cura delle malattie, nonché la presa in carico e la successiva gestione di pazienti affetti da patologie croniche.

Si tratta di alcuni dei temi chiave del convegno “Sanità digitale: dal referto al dato strutturato“, che si è tenuto oggi a Torino, organizzato dalla Regione Piemonte e dal CSI Piemonte con la collaborazione di HL7 Italia, per condividere l’importanza e la necessità di gestire dati integrati e strutturati, grazie a standard e tecnologie capaci di soddisfare le esigenze del personale sanitario e degli assistiti.

Nell’ultimo anno, secondo quanto emerso dal convegno, in Piemonte sono stati erogati 60 milioni di esami e prestazioni sanitarie, 21,3 milioni di prescrizioni specialistiche e 42,4 milioni di prescrizioni farmacologiche per una popolazione di oltre 4 milioni di persone.
Si tratta di dati clinici che permettono anche di effettuare confronti relativi a un numero elevato di pazienti collocati in regioni geografiche anche diverse tra loro: informazioni importanti che possono essere utili per le indagini epidemiologiche volte a individuare i fattori di rischio che concorrono nello sviluppo di patologie, anche gravi.

Il CSI da tempo gestisce per conto della Regione Piemonte una mole enorme di dati sanitari che sarebbe opportuno disporre anche in modalità strutturata, nel rispetto di standard nazionali ed internazionali quali HL7, per rispondere alle esigenze di evoluzione del sistema sanitario digitale piemontese”, ha sottolineato in una nota ufficiale Pietro Pacini, Direttore Generale del CSI Piemonte.
Si tratta di un tema su cui lavoriamo da anni e che ha trovato una conferma nel Piano Strategico, approvato dai nostri Soci, all’interno del quale i progetti sulla sanità digitale ricoprono un ruolo di primo piano. Noi siamo pronti a raccogliere questa importante sfida per contribuire a migliorare la vita del cittadino e il lavoro di tanti professionisti sanitari che ogni giorno lavorano per tutti noi”.

La Regione Piemonte ha a disposizione 19,4 milioni di risorse da Fondi europei (POR-FESR), di cui circa 5 milioni sono relativi a interventi ad oggi realizzati. Inoltre, per il triennio 2018-2020 sono stati messi a bilancio 8 milioni all’anno: “tutte risorse indispensabili per avviare un percorso virtuoso che consentirà al Piemonte di allinearsi alle regioni italiane più evolute nell’ambito della sanità digitale”, si legge nella nota CSI.

Al momento i servizi online che la Regione mette a disposizione dei suoi cittadini sono diversi: fascicolo sanitario elettronico, cambio medico di famiglia, pagamento del ticket, buono digitale per il paziente celiaco, autocertificazione dell’esenzione dal ticket per reddito e ritiro dei referti con la possibilità di delega tra adulti e/o tra i genitori per conto del minore.
Un approccio che pone al centro i bisogni concreti dell’assistito, che ora può accedere alle sue informazioni cliniche in ogni momento della giornata, in modo semplice e veloce e da qualsiasi dispositivo: “Il risultato è un ecosistema digitale che facilita la condivisione delle informazioni cliniche, limita gli spostamenti dei pazienti e semplifica le interazioni tra il cittadino e il Servizio Sanitario Regionale”.