Le conclusioni

Agcom: incentivi per chi passa dal rame alla fibra. E sullo scorporo della rete ancora nulla

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L’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato l’analisi di mercato, ora si attende il parere della Commissione europea. Obiettivo chiudere entro luglio. Confermata la migrazione delle linee di accesso dal rame alla fibra per l'ultrabroadband.

Interventi orientati allo sviluppo delle reti da alta capacità, con un occhio alla deregolamentazione, e tesi a favorire e accelerare i processi di migrazione alla gigabit society, con l’obiettivo di raggiungere i risultati stabiliti dall’Unione europea in termini di implementazione delle reti e dei servizi di nuova generazione. Sono queste le linee guida espresse dall’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (Agcom) al termine della riunione dedicata alla chiusura dell’analisi di mercato sull’accesso alla rete fissa.

Una “conclusione” a cui hanno concorso anche le informazioni acquisite durante la consultazione sull’argomento e che è di massima rilevanza in considerazione della scadenza del mandato Agcom prevista per il prossimo 25 luglio.
Lo schema di provvedimento, infatti, si legge nella nota dell’Autorità, sarà notificato alla Commissione europeaai fini dell’acquisizione del parere, ai sensi del Codice delle comunicazioni elettroniche, e sarà approvato definitivamente entro la fine del mese di luglio”.
Tale schema sarà poi reso pubblico dalla Commissione sul proprio sito a seguito della notifica.

In particolare, ha precisato l’Agcom, si conferma la deregolamentazione (“per il Comune di Milano”), seppur ridimensionata, con la rimozione del vincolo di controllo di prezzo per TIM, ma solo per una parte dei servizi di accesso, il bitstream e il WLR: “Nel resto del territorio nazionale si confermano gli obblighi regolamentari e si procede ad una differenziazione geografica dei rimedi – con rimozione del vincolo di controllo di prezzo, che, per il momento, riguarderà solo il bitstream (e non i servizi del mercato 3a quali SLU, ULL, accesso ai cavidotti e alla fibra spenta, VULA) e il WLR – in poco meno di 30 città italiane nelle quali la quota di mercato al dettaglio e all’ingrosso di TIM risulta inferiore ad una determinata soglia e in cui almeno due reti di accesso alternative a TIM coprono ciascuna il 60% del territorio”, è precisato dall’Agcom.

L’Autorità, “a seguito di monitoraggio”, potrà introdurre, dal 2021, “un grado di flessibilità nel pricing wholesale VULA”, dopo aver verificato – nel 2020 – quale sia stata l’evoluzione effettiva della concorrenza e l’effettivo grado di adozione (take up) degli accessi ad alta capacità: “Le maggiori novità sui prezzi dei servizi di accesso riguardano il VULA per il quale, rispetto alla consultazione pubblica, l’Autorità ha approvato una riduzione per gli anni 2018, 2019 e 2020, restando, viceversa, immutato a 12,50 euro/mese il canone di atterraggio al 2021”.
Registrata anche un ulteriore sensibile riduzione di prezzo, che ha riguardato i canoni della banda per il trasporto dei dati dalle centrali locali ai nodi degli operatori alternativi.

Un intervento mirato ad accelerare la realizzazione delle reti a banda ultralarga e di nuova generazione, accogliendo la delibera 613/18/CONS e “fermi restando gli obiettivi di tutela della concorrenza e del consumatore”, favorendo quindi il passaggio delle linee di accesso dal rame alla fibra: “A tal fine ha apportato, rispetto al testo andato in consultazione pubblica, alcune modifiche alla disciplina del processo di migrazione (decommissioning). In tale ambito, l’Autorità ha previsto incentivi per ridurre i costi di migrazione e penali per prevenire condotte anti-competitive”.
Manca ancora un quadro normativo di riferimento entro cui si andranno a sviluppare le dinamiche stesse del mercato delle telecomunicazioni, ma probabilmente emergerà dal testo del provvedimento che sarà diffuso nei prossimi giorni.
La sua versione finale, infatti, sarà utile anche a capire in maniera più chiara un altro passaggio contenuto nelle conclusioni dell’Autorità, dove si legge: “L’Autorità conferma l’intenzione di agevolare la migrazione delle linee di accesso dal rame alla fibra. A tal fine ha apportato, rispetto al testo andato in consultazione pubblica, alcune modifiche alla disciplina del processo di migrazione (decommissioning). In tale ambito, l’Autorità ha previsto incentivi per ridurre i costi di migrazione e penali per prevenire condotte anti-competitive”.

Se da una parte è ribadita la volontà di favorire e velocizzare lo sviluppo delle reti ad alta capacità, accelerandone i processi di migrazione, quindi il passaggio dal rame alla fibra, dall’altra, la grande questione dello scorporo pare ancora ferma al palo.
Un punto chiave da affrontare però e superare per il futuro stesso delle reti in Italia e della gigabit society che chiede l’Unione europea, perché facilitare l’ingresso di nuovi soggetti nel mercato nazionale e la realizzazione di nuove reti, come in parte sta accadendo, consentirebbero di incrementare ed ottimizzare gli investimenti in chiave di innovazione e modernizzazione delle infrastrutture.