analisi

5G, l’Europa perde terreno su Usa e Asia nel rollout delle nuove reti

di |

Soltanto un cittadino europeo su quattro è in grado di connettersi in 5G nel 2020 a fronte del 76% della popolazione americana.

Nella guerra globale al 5G l’Europa continua a perdere terreno in termini di rollout rispetto a Usa e paesi asiatici in primo luogo la Cina. Lo certifica anche il Financial Times, citando gli ultimi dati raccolti da Analysys Mason, secondo cui ormai un cittadino europeo su quattro può connettersi in 5G a fronte del 76% degli americani. In altre parole il gap è molto ampio, anche se la copertura nella ue è passata dal 13% nel 2019 al 24% nel 2020.

Ma alcuni paesi asiatici sono molto più avanti. Ad esempio, la Corea del Sud ha raggiunto una copertura del 93%.

Detto questo, è vero anche che nell’ultimo anno, nonostante la pandemia, il rollout di nuove reti a banda ultralarga nella Ue ha accelerato, e che la copertura in fibra FTTH dovrebbe passare dal 43% delle abitazioni nel 2020 al 50% nel 2022.

Leggi anche: Cina a tutto 5G: 200 milioni di connessioni, avviati 1.100 progetti industrial internet

5G in Europa cartina di tornasole per la ripresa post Covid

Ritardo 5G pesa su rilancio economico Ue

Ma il ritardo del 5G pesa sulle prospettive di rilancio economico dell’area Ue, sottolinea il Financial Times. Le reti 5G sono considerate infrastrutture critiche strategiche per la modernizzazione dei paesi Ue, che peraltro ha varato una normativa incentrata su misure pro-investimento che però tardano a tradursi in qualcosa di concreto.

Ostracismo cinese

Uno dei motivi di questo stallo nel progresso delle reti 5G è anche il blocco decretato in diversi paesi europei per le attrezzature di rete dei principali fornitori cinesi, Huawei e ZTE. Un atteggiamento che rallenta la realizzazione di nuove reti e l’upgrade di quelle esistenti. In Italia, la mancanza di decisioni chiare in materia non aiuta certo ad accelerare gli investimenti.

Leggi anche: 5G, il bando dei vendor cinesi? Un danno anche per gli Usa

Investimenti Ue crescono ma non abbastanza

Eppure, i principali operatori del Vecchio Continente fra cui Deutsche Telekom, Vodafone, BT, Telefonica e Telecom Italia hanno tutti già lanciato il 5G e stanno procedendo con i piani di upgrade in fibra delle reti per sostenere il nuovo standard di comunicazione. Nel 2019 gli investimenti complessivi in nuove reti in Europa sono stati di 52 miliardi di euro, a fronte dei 48,6 miliardi dell’anno precedente. Ma la quota di investimento medio pro capite in nuove reti resta più bassa rispetto a quella di altre aree: in Europa si attesta a 94,8 euro rispetto a 214 euro negli Usa e i 230 euro in Giappone.

In altre parole, in media il Giappone spende tre volte tanto in nuove reti rispetto all’Europa.

E quindi, l’aumento degli investimenti in Europa non è sufficiente a chiudere il gap con i nostri concorrenti globali.

Arpu medio a confronto

Sul fronte del mobile, i ricavi medi mensili per utente (Arpu) nella Ue è meno di 15 euro a fronte dei 23,8 euro in Corea del Sud e ai 28,1 euro in Giappone, 36,9 euro negli Usa.

La frammentazione del mercato europeo delle Tlc non aiuta, a fronte di un livello di digitalizzazione inferiore a quello di altre aree del mondo. Il consumo medio in Europa è pari a 6.08 GB, rispetto a 11.05 GB negli Usa 8,54 in Corea del Sud.

Innovazione: la concorrenza globale è alta, AI e OTT sono una sfida

Mentre il continente si sforza di colmare i divari digitali, le società di telecomunicazioni europee continuano ad espandersi in aree che vanno oltre la connettività di base, inclusi modelli di business basati su dati, cloud e sicurezza. Il rapporto rileva che i ricavi delle telecomunicazioni europee dai servizi digitali (ad esempio soluzioni aziendali, sicurezza, gestione desktop, …) dovrebbero evolversi da 65 miliardi di euro nel 2017 a 100,4 miliardi di euro nel 2021. Allo stesso modo, segnali positivi provengono dall’IoT, con il numero di connessioni attive in Europa che dovrebbero raggiungere gli 838 milioni entro il 2027.

Gli OTT avanzano

Allo stesso tempo, la pressione competitiva delle grandi aziende tecnologiche rimane alta. Si prevede che gli utenti vocali OTT aumenteranno dal 40% di quelli con una connessione mobile nel 2017 a oltre il 60% nel 2024. Gli utenti di messaggistica OTT dovrebbero espandersi da quasi il 70% nel 2017 al 90% nel 2024. Ciò evidenzia il ruolo di grandi società tecnologiche nei mercati delle comunicazioni, in un momento in cui l’UE sta cercando di regolamentare i servizi digitali forniti dalle grandi piattaforme.

Leggi anche: Digital Services Act a rischio frammentazione, paesi Ue in ordine sparso

Proespettive dell’AI

Quando si tratta di intelligenza artificiale, l’Europa ha un ruolo significativo nel promuovere l’innovazione. Nel periodo 2010-2020, l’Europa ha ottenuto 11.400 brevetti AI con risultati migliori di Cina (5.700) e Giappone (4.000), ma ben dietro a USA (53.200) e Corea del Sud (16.800). L’intelligenza artificiale è anche una parte crescente dell’analisi relativa alle telecomunicazioni e l’uso crescente della tecnologia dell’IA da parte del settore delle telecomunicazioni può aiutare a colmare il divario di innovazione.