Nuove reti

5G, Ferigo (INWIT) ‘Serve una legge obiettivo per accelerare i tempi’

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L’ad di INWIT Giovanni Ferigo: ‘Per fare una torre, grande o piccola che sia, ci vogliono in media 7 permessi in ciascun Comune. E’ troppo’.

Cosa occorre per garantire concretamente un 5G competitivo, fra ritardi nel rilascio dei permessi e spinta per non perdere il treno del futuro. “In questo momento storico siamo un po’ in quella che si può definire la tempesta perfetta. Da una parte c’è questa grande spinta a ottenere il 5G anche nei luoghi più lontani. Che saranno eventualmente raggiunti dalla fibra negli anni futuri, dall’altro lato c’è però la pratica giornaliera”, ha detto l’ad di INWIT Giovanni Ferigo, intervenendo al webinar organizzato da ANCI e INWITFuturo in comune: l’infrastruttura 5G per la digitalizzazione del Paese”.

Partecipanti

Al webinar hanno partecipato con Ferigo anche la Sottosegretaria allo sviluppo economico On Mirella Liuzzi (M5S), la Presidente della Commissione Trasporti e comunicazioni della Camera dei Deputati on. Raffaella Paita (Iv), l’on Davide Gariglio (PD), l’on. Massimiliano Capitanio (Lega), il Direttore della Luiss Business School Paolo Boccardelli, il Sindaco di Genova Marco Bucci, il Sindaco di Sorrento Massimo Coppola, il Presidente di Confindustria Piemonte e Ad di Digital Magics Marco Gay, con la moderazione di Michelangelo Suigo, Direttore Relazioni esterne e comunicazione di Inwit.

I tempi biblici per i rilasci dei permessi

Durante il webinar, l’onorevole Mirella Liuzzi, sottosegretario del MISE con delega alle Tlc, ha ricordato i provvedimenti del Governo per accelerare la posa della fibra e del 5G, in particolare l’articolo 38 del decreto Semplificazioni. L’obiettivo è non perdere terreno nella corsa al roll out del 5G, visto che l’Italia in fase di sperimentazione è stata molto veloce. “Come ricordato dall’onorevole Liuzzi, l’articolo 38 del decreto Semplificazioni ha già permesso di fare un discreto passo avanti per quanto riguarda tutte le autorizzazioni necessarie. Però, bisogna fare di più”. L’ad di INWIT punta il dito contro i tempi biblici per il rilascio dei permessi di posa delle antenne: “Per fare una torre, grande o piccola che sia, ci sono in media 7 permessi in ciascun Comune – ha detto Ferigo – con 4 enti coinvolti. Si va dai 30 giorni previsti per una Scia normale, ai 210 in caso di necessità di autorizzazione paesaggistica”. Qualche esempio: Scia semplice 40-90 giorni se c’è l’autorizzazione paesaggistica; 140 giorni se c’è il nulla osta del parco; 140 giorni se c’è l’autorizzazione ENAC ed ENAV 170; 210 sull’autorizzazione paesaggistica; 170 se c’è vincolo archeologico. E i tempi si sommano, non spesso vanno in parallelo. 

Potenziare l’articolo 38 del decreto Semplificazioni

“E’ necessario che questo articolo 38, comma 1, del Decreto Semplificazioni venga ribadito e sottolineato – ha detto Ferigo – perché ha introdotto un principio molto importante per noi, vale a dire che tutto ciò che riguarda le procedure di installazione per le reti di comunicazione elettronica siano assimilate alle opere di urbanizzazione primaria”. Per quanto riguarda i limiti di emissione elettromagnetica, che in Italia sono fra i più severi d’Europa, Ferigo ricorda che in questo modo sulle torri si possono ospitare pochi operatori. “Ci vuole un intervento normativo che riduca tutti questi step burocratici, se davvero vogliamo che poi l’Italia non continui a rimanere al 25esimo posto nella classifica DESI”, ha aggiunto Ferigo, auspicando “una legge obiettivo per il 5G per evitare che (il roll out ndr) si trasformi in una ‘neverending story’ che magari parte da un Comune collaborativo, ma finisce poi in una Sovrintendenza un anno e mezzo dopo”.  Serve quindi, come accennato dal sindaco Bucci di Genova e dall’onorevole Capitanio, un’alleanza tra Comuni e Istituzioni e tutti gli operatori per fare in modo che il nuovo mondo del 5G sia aperto e colga tutte le opportunità che hanno fatto sì che l’Italia rimanga ancora fra i paesi più avanzati nello sviluppo del nuovo standard.   

Leggi anche: Dl Semplificazioni. Nella bozza iter velocizzato per antenne 5G, fibra e decreto Scavi 

5G, Giovanni Ferigo (INWIT) ‘Nuovo standard alleato per uscire dalla crisi del Covid’

“La seconda ondata del COVID-19 ha riportato il Paese nel pieno dell’emergenza sanitaria. Molte persone hanno già ripreso stabilmente, come era accaduto negli scorsi mesi, a svolgere a distanza le proprie attività quotidiane e lo smart working e la DAD stanno già determinando inevitabilmente un aumento esponenziale del traffico dati, che però non sempre è supportato da una connessione veloce diffusa in misura omogenea su tutto il territorio nazionale. Mentre la pandemia ci spinge verso il digitale e ci fa diventare sempre più consapevoli di quanto questo costituisca un insostituibile alleato per gestire la crisi – ha sottolineato l’Amministratore delegato di INWIT.

Cresce l’evidenza che il Paese non è ancora sufficientemente attrezzato per affrontare le sfide future. Sotto questo aspetto, rappresenta senz’altro un’ottima notizia il fatto che il Governo intenda includere nelle linee guida del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza l’implementazione delle reti 5G come una delle priorità sulle quali concentrare gli investimenti del Next Generation EU. Molti autorevoli studi – ha evidenziato ancora Ferigo – hanno dimostrato che le reti di quinta generazione avranno un forte impatto economico. I vantaggi non saranno solo economici, ma riguarderanno il nostro stesso modo di vivere nelle città che sono ormai da diversi anni al centro di grandi cambiamenti demografici, urbani, ecologici, produttivi e sociali.

Copertura capillare

Ma questa “rivoluzione” sarà possibile solo se ci sarà una copertura capillare della rete mobile ultraveloce, non soltanto outdoor con le torri di telecomunicazioni, ma – grazie ai sistemi DAS (Distributed Antenna System) o alle small-cells, che permettono di coprire con il segnale mobile aree molto affollate e con problemi di ricezione – anche all’interno di edifici, stazioni, ospedali, aeroporti, musei, aziende, università, centri commerciali e luoghi di aggregazione. La mission di INWIT – ha proseguito l’addi INWIT – è soddisfare l’aumento della domanda, come dimostra l’aggiornamento del Piano industriale 2021-2023,recentemente approvato dal nostro Cda, che prevede un programma di investimenti per circa 600 milioni di euro indirizzati in particolare a creare circa 2000 nuove towers, a sviluppare le micro-coperture indoor e outdoor con sistemi Das e small cells e alla realizzazione di backhauling in fibra ottica”.

Vedi anche: Inwit, business in crescita con 5G, Fwa, small cells e Das. L’ad Ferigo ‘600 milioni di investimenti in tre anni’

‘5G, che cos’è e come funziona il DAS’. Videointervista a Nicola Blefari Melazzi (CNIT)

Problema ‘No 5G’

“Esiste un problema di costruzione di nuovi impianti per creare l’infrastruttura su cui si svilupperà il 5G, basti pensare ai 500 comuni che hanno adottato un’ordinanza che ne vieta l’installazione. È auspicabile – ha concluso Ferigo – un intervento normativo di riduzione di tempi e semplificazione delle procedure nel rilascio delle autorizzazioni e di adeguamento dei limiti di emissione elettromagnetica. Servirebbe un intervento normativo risolutivo, una “Legge Obiettivo” per il 5G”.