Smart mobility

5G e trasporti intelligenti: come cambia la mobilità con l’arrivo della guida autonoma e connessa

di |

Il mondo dei trasporti alla prova delle tecnologie emergenti: un paradigma che cambia velocemente. Non solo 5G, ma anche IoT, IA, machine learning, droni e big data nel monitoraggio delle infrastrutture, delle strade e dei mezzi. Tre i pilastri: sicurezza, affidabilità e sostenibilità.

Quando parliamo di trasporti ci riferiamo a persone, merci, logistica, fino ai sistemi di guida autonoma e connessa. Un nuovo paradigma che si basa su alcuni elementi chiave, come la sicurezza, la semplificazione della vita, la riduzione degli ingorghi di traffico e delle emissioni inquinanti. Da due anni, ha spiegato Claudio Casetti, di CNIT e Politecnico di Torino, intervenendo al panel dal titolo “Trasporti intelligenti: smart mobility e guida autonoma” al 5G Italy di Roma, promosso dal CNIT e organizzato da Supercom, “abbiamo un decreto che disciplina i veicoli connessi e autonomi di nuova generazione e in diversi Comuni abbiamo in corso sperimentazioni in strada, con la nascita concomitante di comitati, consorzi e Tavoli di lavoro che vedono coinvolti ministeri, enti locali, università, imprese e cittadini”.

Il 5G va considerato, a tutti gli effetti, un fattore abilitante e un acceleratore di questo nuovo modello di trasporti, “grazie alle sue proprietà tecniche e tecnologiche, la possibilità che ci da di mettere in comunicazione due macchine (Machine-to-Machine), due veicoli (Vehicle-to-Vehicle), o tra veicolo e infrastruttura stradale (Vehicle-to-Infrastructure), come abbiamo avuto modo di vedere al 5GAA di Torino”.
Ma come si applicano queste tecnologie al mondo variegato dei trasporti?
In Italia, dal 2018 abbiamo il decreto Smart Road, ha ricordato Mario Nobile, Direttore Generale, Sistemi Informativi e Statistici del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, e più i generale sono tre i pilastri su cui si poggia la nostra visione di smart transport: “Ci sono gli standard, che servono a condividere le esperienze, le buone pratiche, gli strumenti; il monitoraggio strutturale del traffico per la raccolta delle informazioni; un Osservatorio nazionale dove si confrontano università, centri di ricerca e Governo”.
Il confronto con le Università in questo settore è fondamentale per l’implementazione tecnica e tecnologica del settore smart mobility”, ha tenuto a precisare Nobile.
Noi dobbiamo occuparci in particolare della sicurezza e dell’accessibilità di ogni novità tecnologica, che prima di tutto deve dimostrarsi sostenibile dal punto di vista sociale, economico e ambientale”, ha aggiunto il Direttore.
Il 5G va valutato proprio in termini di sostenibilità.
Stiamo aggiornando il decreto perché oltre ai veicoli tradizionali stiamo registrando l’arrivo di nuovi mezzi, diversi dal solito, come i moduli autonomi di trasporto pods e che presto potrebbero trovare utilizzo a Dubai con diverse funzioni, non solo di trasporto, che di per sé ampliano il paradigma Smart Road e allo stesso tempo aumentano i livelli di sostenibilità richiesti”, ha concluso Nobile.

Lo stesso accade nel settore ferroviario, per il quale vale la stessa riflessione iniziale, il mondo dei trasporti di sta trasformando, sta cambiando, sotto la spinta dell’innovazione tecnologica.
La nostra rete ferroviaria deve essere sicura e affidabile lungo tutti i suoi 17 mila km di rete nazionale e i circa 1,5 km di alta velocità”, ha affermato Eugenio Fedeli, Responsabile Ricerca e Sviluppo di RFI.
Investiamo 4 miliardi di euro l’anno in sicurezza delle infrastrutture e circa 20 milioni di euro l’anno in ricerca, sviluppo e innovazione, dove collaboriamo con numerose Università e centri di ricerca nazionali, 15 in tutto, tra cui la Fondazione Ugo Bordoni”.
Il 5G sarà centrale in questo scenario, per la diagnosi predittiva, ad esempio, risultato di una casta, capillare e ampia rete di sensori da cui provengono flussi di dati continui, a loro volta elaborati dall’intelligenza artificiale. Agli algoritmi di data analysis il compito di ottimizzare i processi manutentivi.
Un esempio ulteriore è la diagnosi in tempo reale delle infrastrutture ferroviarie, anche con l’ausilio di droni, o con l’utilizzo di mezzi completamente autonomi e robotizzati che da soli effettuano diagnosi dei binari.

Sempre di veicoli connessi tra loro e alla rete stradale ha parlato Tomasz Mach, Staff Engineer, 5G Research di Samsung R&D Institute UK, che ha illustrato i progetti di ricerca dell’azienda nei trasporti smart in ambito urbano e non solo.
Le automobili diventeranno dei data center mobili, in esse si concentreranno enormi flussi di dati e già oggi ci sono circa 20 milioni di veicoli connessi in rete in circolazione”, ha dichiarato Mach.
Fondamentale per la ricerca Samsung è connettere il veicolo agli altri veicoli in strada e questi con l’infrastruttura (Vehicle-to-Everything), per arrivare a predire il traffico, eliminare code e ingorghi, ma soprattutto evitare gli incidenti e ridurre il numero di persone coinvolte.
Per arrivare a questo saranno fondamentali, oltre al 5G, fattore abilitante primario, l’intelligenza artificiale, i sensori dell’IoT, un sistema di trasporti multimodale, per dar vita ad un nuovo ecosistema dei trasporti che raggiunto il giusto livello di sicurezza ed affidabilità potrà essere sviluppato direttamente nelle nostre città”, ha concluso Mach.