Elon Musk ha annunciato che la nuova versione del suo chatbot AI, Grok 2, sarà resa open source. Una scelta in controtendenza rispetto alla strategia dei big del settore, e destinata a far discutere.
L’annuncio arriva da xAI, l’azienda con cui Musk sfida OpenAI, Google DeepMind e Anthropic sul terreno dell’intelligenza artificiale generativa. Il codice sarà rilasciato nei prossimi mesi, offrendo a sviluppatori, aziende e ricercatori la possibilità di studiare, modificare e riutilizzare liberamente l’architettura del modello.
Grok 2 Open Source: una mossa (anche) politica
Secondo quanto dichiarato, Grok 2 migliora la comprensione del contesto, gestisce meglio le conversazioni articolate e produce risposte più pertinenti rispetto alla versione precedente. L’idea è che una community ampia possa far evolvere il modello più velocemente di qualsiasi team chiuso.
Libertà sì, ma a che prezzo?
Non è solo una decisione tecnica: è un messaggio preciso contro i big del tech. Musk accusa da tempo i competitor di accentrare troppo potere sui modelli di AI. Ma non mancano le critiche. Alcuni esperti avvertono che l’apertura di un modello potente, senza filtri o limiti, può aumentare il rischio di abusi, manipolazioni o usi dannosi. Musk ribatte che l’apertura è il vero antidoto al controllo centralizzato e alla mancanza di accountability.
Nel frattempo, mentre promuove l’open source come baluardo contro l’oligarchia tecnologica, Musk torna a fare notizia anche sul fronte retributivo.
Il consiglio di amministrazione di Tesla ha approvato l’assegnazione di 96 milioni di azioni, per un valore di circa 30 miliardi di dollari, a Elon Musk. L’accordo arriva dopo settimane di pressioni da parte dello stesso CEO, che aveva minacciato di lasciare l’azienda in assenza di un maggiore controllo azionario. “Mantenere Elon è più importante che mai”, ha scritto Tesla in una lettera agli azionisti, sottolineando che il pacchetto servirà a “incentivarlo a restare”.
La vicenda si inserisce in una disputa legale in corso da sette anni nello stato del Delaware, legata al maxi stipendio da 56 miliardi di dollari approvato nel 2018 e annullato nel gennaio 2024 dal giudice Kathaleen McCormick, che lo ha definito eccessivo. Da allora Musk ha più volte rilanciato l’idea di lasciare Tesla o ridurre il suo coinvolgimento, accusando gli azionisti attivisti di volerlo estromettere.he si parli di AI, energia o compensi record, Elon Musk continua a imporre la sua agenda.