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Wind-3 Italia: slitta al 30 marzo la decisione della Ue

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Il rinvio per la necessità di valutare la richiesta dell’Antitrust italiano, che nei giorni scorsi ha chiesto a Bruxelles di poter essere investito della decisione sulla fusione.

La Commissione europea ha posticipato al 30 marzo la deadline per rendere nota la sua decisione preliminare riguardo il progetto di fusione tra Wind e 3 Italia.

La data era stata inizialmente fissata all’11 marzo, ma gli uffici del Commissario Margrethe Vestager hanno rinviato il pronunciamento  per la necessità di valutare la richiesta dell’Antitrust italiano, che nei giorni scorsi ha chiesto a Bruxelles di poter essere investito della decisione sulla fusione.

A seguito di un esame preliminare la Commissione ha ritenuto che la l’operazione, notificata il 5 febbraio possa rientrare nel campo d’applicazione del Regolamento (CE) 139/2004 del Consiglio sulle concentrazioni, che ha introdotto a livello comunitario una disciplina sul controllo preventivo di tutte le operazioni di concentrazione nelle quali il fatturato delle imprese interessate superi determinate soglie (i ricavi complessivi delle due società̀ nel 2014 ammontavano a 6,4 miliardi di euro). In tali casi, prima di realizzare l’operazione le imprese devono darne comunicazione alla Commissione che può vietare l’operazione allorché la concentrazione ostacoli in modo significativo una concorrenza effettiva nel mercato comune o in una parte sostanziale di esso, in particolare mediante la creazione o il rafforzamento di una posizione dominante.

Tuttavia l’Antitrust europeo si è riservato la decisione definitiva al riguardo.

La fusione tra Wind e 3 Italia è stata annunciato ad agosto dello scorso anno, con l’obiettivo di chiuderla entro agosto 2016. I tempi, tuttavia, si sono allungati e il Ceo di Vimpelcom, casa madre di Wind, si è detto comunque certo di riuscire a completare l’operazione entro la fine di quest’anno.

La nuova società che nascerebbe dalla fusione – controllata pariteticamente da Vimpelcom e CK Hutchison – con oltre 31 milioni di clienti mobili e 2,8 milioni nel fisso (di cui 2,2 milioni broadband), andrà a competere ad armi pari con Tim e Vodafone. Ciascuno dei tre operatori avrà più o meno una fetta equivalente del mercato mobile.

Da qui il rischio paventato dalla Commissione europea che, una volta venuto a mancare un concorrente sul mercato, i prezzi ai consumatori cominciano a risalire dopo anni di discesa ( e 3 Italia ha avuto un effetto dirompente in questo senso).

Le preoccupazioni di Bruxelles sono emerse anche nelle domande inviate dalla direzione per la concorrenza alle due società e ai competitor nel processo di autorizzazione del merger.

“Secondo voi, la fusione avrebbe impatti sull’aggressività del nuovo gruppo H3g/Wind o di suoi segmenti (rispetto a quanto accadrebbe se non ci fosse l’operazione)?”, ha chiesto, fra le altre cose, la Commissione, che ha anche voluto sapere se la nascita del nuovo operatore, secondo i concorrenti a cui pure sono state inviate le domande, avrebbe costituito un incentivo alla messa in opera della rete di quarta generazione (4G o LTE).

Dall’integrazione, le due società si attendono efficienze, per un valore di oltre 5 miliardi di euro al netto dei costi di integrazione.