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Wind-3 Italia: fusione compiuta. Italia banco di prova del nuovo corso digitale

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Per Jean-Yves Charlier, il settore delle telecomunicazioni è a un bivio e gli operatori devono ora ‘svecchiarsi’ e puntare ai servizi digitali per non soccombere alla concorrenza degli OTT.

3 Italia e Wind hanno completato l’integrazione delle loro attività in Italia: da oggi i due operatori sono entrambi controllati dalla joint-venture gestita pariteticamente dai due azionisti CK Hutchison e VimpelCom e guidata dall’attuale Chief Executive Officer di Wind, Maximo Ibarra.

Il team di comando sarà completato da Dina Ravera, nel ruolo di Merger Integration Officer, e da Stefano Invernizzi, nel ruolo di Chief Financial Officer. L’attuale CEO di 3 Italia, Vincenzo Novari, assumerà invece l’incarico di Special Adviser di CK Hutchison.

Il nuovo operatore, di cui ancora non si conosce il nome, potrà contra su una base utenti di oltre 31 milioni di clienti nel mobile e 2,7 milioni nel fisso. Su quest’ultimo mercato si avvarrà dell’accordo con Enel Open Fiber per espandersi anche nella fibra ottica.

L’operazione ha ricevuto, a differenza di altri merger, il via libera dell’Antitrust europeo, poiché contestualmente aprirà le porte all’arrivo di un nuovo operatore che sarà gestito dalla francese Iliad. Non ci dovrebbero quindi essere ripercussioni sul versante dei prezzi ai consumatori. Era questo quello che premeva alla Ue.

Come hanno sottolineato nella nota Canning Fok, Co-Managing Director di CK Hutchison e Jean-Yves Charlier, Chief Executive Officer di VimpelCom, da questa operazione – una delle più grandi operazioni di M&A avvenute in Italia dal 2007 – trarranno vantaggio sia l’intero sistema paese, che potrà “rimanere in una posizione all’avanguardia nell’economia digitale globale” sia i consumatori che “beneficeranno di una migliore qualità del servizio e di una rete dati ancora più performante”.

Di cartucce, i due proprietari della joint venture, ne hanno parecchie: il conglomerato russo ha una base di 200 milioni di utenti sparsi tra l’Europa, l’Asia e l’Africa. CK Hutchison controlla, oltre 3 Italia, diversi altri operatori sia in Europa (Austria, Danimarca, Svezia, Regno Unito) che in giro per il mondo (dall’Indonesia all’Australia) ed è controllata a sua volta dalla Hutchison Whampoa del miliardario Li Ka-Shing che fa affari, oltre che nelle telecomunicazioni, anche nei servizi portuali, nell’energia, nel settore immobiliare e alberghiero.

Per Jean-Yves Charlier e per molti analisti, il settore delle telecomunicazioni è a un bivio e gli operatori devono ora ‘svecchiarsi’ e puntare ai servizi digitali per non soccombere alla concorrenza degli OTT.

Un ‘assaggio’ di questo cambiamento di rotta, ha detto Charlier in un’intervista, è rappresentato dal lancio dell’app Veon da parte di Wind. L’app permette di chattare, fare chiamate internet, condividere foto e video utilizzando la connessione dati, con una sostanziale differenza rispetto ai vari Skype o Whatsapp: i clienti Wind  con un’offerta internet incluso non consumano Giga quando la utilizzano.

“Pensiamo di essere in prima linea per la potenziale reinvenzione del settore”, ha detto Charlier, uno che di telecomunicazioni qualcosa la sa avendo guidato l’operatore francese SFR per tre anni (era in Vivendi dal 2008) prima di approdare a Vimpelcom nel 2015.

Dalla fine del 2017, Veon sarà disponibile per tutti i 200 milioni di clienti Vimpelcom: l’Italia, insomma, sarà il banco di prova del nuovo corso digitale.