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WiFi di nuova generazione, si scalda la battaglia dell’AIIP per la banda 6 Ghz. Zorzoni: ‘Nulla in contrario al 5G, ma il WiFi è vitale per il mercato’

Destinare l’intera banda 6 Ghz al WiFi di nuova generazione. Questa la richiesta forte dell’AIIP (Associazione Italiana Internet Provider) alle istituzioni di Italia e Ue, in vista della prossima Conferenza Mondiale delle Telecomunicazioni organizzata dall’Itu, l’agenzia dell’Onu che si occupa di fissare le politiche internazionali sull’uso dello spettro radio in programma a novembre a Dubai.

Zorzoni (AIIP): ‘Nessuno conflitto con il 5G, ma serve equilibrio spettrale’

La battaglia pro WiFi del presidente dell’AIIP (Associazione Italiana Internet Provider) Giovanni Zorzoni ha preso le mosse a Roma, con un convegno assai partecipato dove la richiesta lanciata è stata forte e chiara: “L’Italia deve sostenere la destinazione di tutti i 1200 Mhz della banda 6 Ghz per il WiFi di nuova generazione – ha detto Zorzoni – non abbiamo nulla contro il 5G e gli operatori di telecomunicazioni, ma c’è tutto un esercito di Pmi e di aziende di Tlc che vive di WiFi e di soluzioni verticali legate a questo standard wireless che ha una valenza enorme per la connettività domestica ma soprattutto di centinaia di Pmi”.  

L’appello delle associazioni europee alla Ue

AIIP, unica firmataria in Italia di un documento unitario già siglato da altre associazioni europee fra cui la German Broadband Association, Dynamic Spectrum Alliance, WiFi-Alliance e Wireless Broadband Alliance per chiedere in maniera compatta la destinazione della banda 6 Ghz al WiFi NG, ha chiamato a raccolta le istituzioni e le imprese che rappresenta per lanciare questa campagna pro WiFi, una tecnologia senza la quale di fatto non si riesce a sfruttare appieno la fibra in FTTH.

Posizione europea

Tanto più che la battaglia per il WiFi e la banda 6 Ghz ha una valenza non soltanto economica, ma anche geopolitica: “Paesi come Usa, Canada e Brasile hanno già destinato l’intera banda 6 Ghz al WiFi NG e 7 – ha detto Zorzoni – lo stesso hanno deciso di fare in Germania, Uk e Francia. L’Italia si deve allineare con una posizione comune e armonizzata che dovrà essere adottata da tutta la Ue in vista del WRC 23 a Dubai”.

Resta il fatto che la posizione della Ue, che vuole destinare soltanto metà della banda 6 Ghz al WiFi, non convince l’AIIP. “Perché scassare questa tecnologia?”, si domanda Zorzoni, ricordando che si tratta di un problema industriale non di second’ordine soprattutto in relazione alle nostre tante, troppe, zone bianche. “La maggior parte del traffico lo consumiamo in WiFi e questo è un dato di fatto”, aggiunge il presidente dell’AIIP. “Noi vogliamo questa tecnologia WiFi par mantenere un giusto equilibrio fra mondo radiomobile e mondo del fisso, che però ha bisogno di banda per sostenere il traffico crescente che altrimenti graverebbe troppo sulle reti mobili”, aggiunge.  

C’è da dire che in Cina la situazione è diversa, visto che la banda 6 Ghz è stata invece destinata a servizi IMT, in particolare al 5G.

Fiorentini (Free Modem Alliance): ‘Spettro dimezzato al WiFi? Un danno per gli utenti e per i Verticals a basso costo’

“Mantenendo l’approccio attuale dell’Europa, che rinuncerebbe a metà della dotazione di spettro per il WiFi, a subirne le conseguenze in mancanza di servizi e Vertitcals sarebbero chiaramente gli utenti – dice Gabriele Matteo Fiorentini, avvocato della Free Modem Alliance – il WiFi è la chiave nelle reti locali domestiche e delle Pmi”. La password del WiFi è diventata ormai una commodity nei locali e più si va avanti e maggiore sarà il bisogno di connettività per servizi di domotica, illuminazione, Industria 4.0, agricoltura di precisione ecc. Il WiFi potrà servire a realizzare dei Verticals a basso costo.

Casasco (FI): ‘Banda 6 Ghz al WiFi scelta geopolitica e di sicurezza delle reti’

“Ancor prima dell’aspetto tecnologico è importante quello geopolitico – ha detto Maurizio Casasco, deputato di Forza Italia e presidente europeo di Confapi, la confederazione delle Pmi interventuo da remoto al convegno dell’AIIP – In tutta Europa stiamo andando verso un aggiornamento tecnologico delle reti fisse di comunicazione, soprattutto per le imprese, che vede una  progressiva sostituzione dei collegamenti legacy su rame a favore di collegamenti in banda ultralarga. Vanno tuttavia sciolte alcune ambiguità. Nel giugno del 2021, la Commissione Europea, ha infatti messo a disposizione la quasi totalità (5945-6425 MHz) della banda 6 GHz bassa per il Wi-Fi, mentre non è ad oggi seguita analoga decisione sulla parte alta. Negli Stati del Nord America, per esempio,  hanno già deciso di mettere a disposizione del Wi-Fi di nuova generazione l’intera banda a 6 Ghz. Altri Stati dell’area pacifica (in particolare, Australia e Giappone) hanno messo a disposizione la metà bassa (5925 – 6425 MHz) della banda 6 Ghz per il Wi-fi, e stanno ora considerando una analoga scelta anche per la parte alta (6425 – 7125 MHz). Al contrario, la Repubblica Popolare Cinese esclude ad oggi integralmente la possibilità per le tecnologie Wi-Fi di utilizzare la banda 6 GHz che è invece assegnata in modalità licenziata per tecnologie mobili 5G. Anche la Russia risulta oggi allineata con la Cina”, ha detto Casasco.


“Alla luce di ciò, in termini di sostenibilità energetica, competitività imprenditoriale a livello internazionale nonché in termini di garanzia della privacy, come ha più volte richiamato il Copasir, sono stati individuati alcuni aspetti per rafforzare la sicurezza cibernetica del Paese.   
Andrà quindi sostenuto e successivamente garantito un elevato livello di sicurezza al fine di non ripetere gli errori del passato e l’eccessiva esposizione del governo italiano verso un’unica azienda e/o Stato stranieri. Infatti, se da una parte è indubbia la centralità della transizione digitale in questo particolare momento storico, è pur vero che il suo sviluppo debba essere accompagnato da una forte tutela del Sistema paese in raccordo con le principali Amministrazioni interessate (Presidenza del Consiglio, Esteri, Interno e Difesa), continuando inoltre a promuovere attività volte alla messa a sistema delle capacità nazionali in ambito informatico, al fine di individuare, prevenire e contrastare qualsiasi minaccia cibernetica e parallelamente competere con  legislazioni e sistemi internazionali.  Ritengo che il nostro Governo saprà essere protagonista anche in ambito europeo ed internazionale con una attenta valutazione geopolitica, al fine di arrivare ad una posizione univoca, sostenendo la soluzione che meglio soddisfi l’interesse del tessuto industriale italiano ed europeo nella sua interezza e, in particolare del segmento delle PMI, garantendo il controllo e lo sviluppo della proprietà tecnologica delle reti”,
conclude Casasco.

Lombardo (Azione-IV): ‘Leale concorrenza fra diversi standard wireless deve restare centrale nella Ue’

Sulla stessa linea d’onda il Senatore di Azione-Italia Viva Marco Lombardo: “Stendere la fibra senza la presenza del WiFi crea un problema di connessione e performance della rete a banda ultralarga – ha detto Lombardo – inoltre, il concetto di leale concorrenza fra diversi standard wireless deve restare centrale e a livello europeo. Molte PMI chiedono di poter partecipare” nel business delle reti ultrabroadband e “la presenza di più operatori sul mercato, come succede in altri paesi e in altri settori, è garanzia di un minor rischio di concentrazione”. Il senatore aggiunge poi che sono molte le Pmi che hanno investito in fibra e che la Germania ha già deciso di assegnare i 6 Ghz al WiFi NG. “L’Italia si allinei alla Germania – dice – ricordiamoci il costo delle non scelte, l’Italia non può permettersi di non scegliere”.

Gelmetti (FdI): ‘Attenzione a non passare da giogo energetico a giogo tecnologico’

Dal canto suo, il senatore di FDI Matteo Gelmetti pone l’accento sul “contesto internazionale attualmente è molto delicato – ha detto – bisogna fare attenzione a non passare da un giogo energetico (come è stato con la Russia ndr) ad un giogo tecnologico con la Cina, come preconizzato nell’ultima relazione del Copasir”.

Per Gelmetti, il WiFi può rappresentare uno strumento importante per lo sviluppo di soluzioni ad esempio in ambito di agricoltura di precisione, alimentando la sensoristica nei campi. “Il WiFi può essere un driver importante per la creazione di nuovi Verticals – dice Gelmetti – le aziende e i distretti industriali chiedono connessioni di rete subito, ricordiamo che la maggior parte del nostro paese ha problemi di infrastrutture”.

Capitanio (Agcom): ‘Sui 6 Ghz auspicio è posizione comune in Europa’

Il Commissario Agcom Massimiliano Capitanio sottolinea il gap digitale del nostro paese “Una famiglia su tre in Italia non ha un pc a casa, siamo 18esimi nell’indice DESI sul grado di digitalizzazione del Paese a livello Ue, a livello di competenze uno studio Asstel ha appena evidenziato che mancano totalmente ben 69 profili in Italia – ha detto Capitanio – Noi come autorità possiamo contribuire sul fronte della concorrenza e dei consumi e per quanto riguarda il WiFi e la banda 6 Ghz, l’auspicio è che si possa andare verso una posizione comune in Europa”.

Davide Rossi (Aires): ‘Lasciare al WiFi libero l’IoT e il mondo degli elettrodomestici connessi’

La voce dei consumatori è affidata a Davide Rossi, Direttore Generale di Aires: ‘Partire con un WiFi zoppo sarebbe un danno enorme anche per i consumatori finali – ha detto Rossi – già la migrazione dal digitale ai 700 Mhz è stato complicato, ora se si pensa alla tecnologia wireless più diffusa è certamente il WiFi. Pensiamo al WiFi libero negli esercizi pubblici, e poi pensiamo a tutte le applicazioni IoT che riguardano il mondo delgli elettrodomestici: perché dovremmo sostituire la connessione libera con delle intese fra operatori Tlc e produttori di elettrodomestici? Meglio lasciare l’IoT libero, così com’è piuttosto che prevedere sim su sim all’interno di ogni dispositivo vincolandoci con gli operatori”. In questo senso, è indicativo ad esempio il prezzo in termini di fine vita pagato dall’IoT di diversi oggetti connessi dovuta allo spegnimento del 3G.

All’evento dell’AIIP hanno partecipato anche Edoardo Accenti, Country Manager Italia di HPE Aruba; Scott Blue, Global Wireless Policy director di Cisco, Christopher Szymansky, Product marketing director di Broadcom.

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