Bagarre

Vivendi-Mediaset: lo scontro fa lievitare il conto per Bollorè

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L’annuncio del gruppo di Bollorè di voler salire al 30% in Mediaset mette le ali al titolo di Cologno, sospeso per eccesso di rialzo in Borsa.

Lo scontro fra Vivendi e Mediaset mette le ali al titolo di Cologno Monzese, più volte sospeso per eccesso di rialzo oggi in Borsa, con incrementi fino al 22% in giornata. A mettere le ali al titolo, con scambi massicci fin dall’apertura delle contrattazioni, l’annuncio di ieri del gruppo francese di puntare a ad una quota del 30%, appena sotto il livello che fa scattare l’obbligo di Opa.

C’è da dire che soltanto una settimana fa è emerso che Vivendi deteneva una quota del 3% in Mediaset e che aveva l’intenzione di salire al 20%. Operazione conclusa con un blitz di qualche giorno.

Il nuovo “coup de theatre” di ieri sera da parte del gruppo presieduto da Vincent Bolloré, arriva dopo l’incontro tra il Ceo di Vivendi Arnaud de Puyfontaine e l’amministratore delegato di Mediaset Piersilvio Berlusconi di venerdì 16 dicembre. Un incontro voluto dai francesi per riprendere i negoziati sull’affaire Mediaset Premium, bruscamente interrotto a luglio dopo l’impegno preso (ma poi disatteso) da parte di Vivendi di rilevare il 100% della pay Tv. La richiesta danni di Mediaset potrebbe raggiungere 1,5 miliardi di euro per il mancato rispetto degli accordi su Premium.

Oggi il gruppo di Vincent Bollorè ha il 25,75% del capitale  di Mediaset e il 26,77% dei diritti di voto, dopo il rastrellamento, ostile secondo Fininvest, la holding della famiglia Berlusconi che controlla Mediaset. Per il 20% rilevato fino alla scorsa ha sborsato una somma intono agli 800 milioni di euro. Ai prezzi attuali, dopo il rally del titolo di questi giorni, per acquistare circa il 10% di Mediaset Vivendi dovrebbe impiegare intorno ai 750 milioni di euro.

Per arrivare a quasi il 30% Vivendi metterebbe sul piatto quindi oltre 1,6 miliardi di euro. Ai prezzi odierni il valore del 100% di Mediaset sfiora i 5 miliardi di euro, in crescita di oltre 1,6 miliardi rispetto al giorno prima della comunicazione di Vivendi di detenere il 3% del gruppo controllato da Fininvest.

“Con il suo annuncio, Vivendi prosegue in una strategia molto aggressiva che, mossa dopo mossa, non fa che confermare tutte le irregolarità e le gravi violazioni evidenziate da Fininvest nelle denunce e negli esposti presentati alla Procura della Repubblica e alla Consob”. Fininvest, in una nota ha commentato così l’annuncio di Vivendi di voler salire fino al 30% del capitale di Mediaset“Nessun profilo di intervento verrà trascurato”, ha ribadito la holding della famiglia Berlusconi, annunciando altre azioni giudiziarie “sul piano sia penale che civile e amministrativo”.

Intanto secondo un dispaccio Ansa nella serata di ieri, 19 dicembre, una convocazione per i rappresentanti di Vivendi da parte della Consob sarebbe già partita e l’audizione si potrebbe tenere prima di Natale.

Fininvest dal canto suo ha presentato a Consob un esposto per manipolazione del mercato e abuso di informazioni privilegiate nei confronti della società francese. L’atto fa seguito alla denuncia presentata da Fininvest alla Procura della Repubblica di Milano il 13 dicembre scorso e inviata per conoscenza anche alla Consob. Nell’esposto si chiede alla Commissione di esercitare i poteri che le norme le attribuiscono in materia. I legali di Fininvest, precisa poi la società, hanno anche depositato presso la Procura della Repubblica di Milano ulteriori documenti relativi alla vicenda.

Dopo la levata di scudi di Fininvest, del Governo ma anche dell’Agcom in difesa dell’italianità e del ruolo strategico di Mediaset, ieri sera è intervenuto sulla vicenda anche il ministro alle Infrastrutture, Graziano Delrio, ospite di Lilli Gruber a Otto e mezzo su La7. “Noi vogliamo che l’operazione tra Vivendi e Mediaset sia chiara, ma ci pare che questa vicenda di chiaro abbia poco. E’ una grande azienda italiana e vogliamo assicurarci che tutto si svolga secondo le regole. Il fatto che sia di Berlusconi non ha rilevanza”.

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