La strategia

Vivendi: Bolloré sale al 20%, fusione con Havas in vista?

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Bolloré vuole avere mani libere su Vivendi. Prima l’ingresso del figlio Yannick nel Cda e adesso l’aumento di quote.

Vincent Bolloré rafforza la sua posizione all’interno di Vivendi. Il finanziere bretone ha superato la soglia del 20% del capitale del gruppo francese.

A capo dell’azienda familiare che porta il suo nome, Bolloré era già azionista di maggioranza di Vivendi col 15% e, tenendo conto dei diritti di voto doppi connessi alle azioni che sta acquistando, dovrebbe arrivare a detenere entro il prossimo 20 aprile circa il 29% dei diritti di voto della compagnia.

Mentre in Italia si attendono le sue decisioni per capire quale sarà la sorte della pay tv di Mediaset, che nel frattempo cerca alleati per mettersi al sicuro, in Francia Bolloré rafforza il proprio ruolo all’interno della media company, segno che progetta un rilancio e probabilmente non ha mai abbandonato il piano di fare di Vivendi un gruppo internazionale.

“Queste operazioni riflettono la fiducia di Bolloré Group nel potenziale di sviluppo di Vivendi – si legge nella nota del gruppo – e la volontà di rimanere azionista di riferimento della società nel lungo termine”.

Presidente del Consiglio di Sorveglianza di Vivendi da due anni, Bolloré resta una figura controversa e molto criticata.

Il drastico regime di tagli imposto alla pay tv Canal+ e una nuova gestione organizzativa (diversi gli accordi con le telco, ndr) non sono serviti a fermare l’emorragia di abbonati.

L’offensiva nei videogiochi ha incontrato le resistenze dei fratelli Guillemot in Ubisoft e Gameloft mentre in Italia si arenato il progetto di per creare un colosso dei contenuti con Mediaset.

Vincent Bolloré non ha mai nascosto il suo desiderio di rafforzarsi nel capitale di Vivendi che è aperto e quindi potenzialmente vulnerabile, spiega una fonte a Reuters, in un momento in cui le attività legate ai contenuti suscitano il desiderio di diversi player.

Gli analisti di Kepler Cheuvreux vedono in questa manovra “il tentativo di consolidare il controllo del gruppo sul lungo termine, forse a vantaggio della prossima generazione dei Bolloré più che come la convinzione che possano attivarsi alcuni motori per il corso del titolo”.

“Gli investimenti in Vivendi rappresentano ormai quasi 5 miliardi di euro, vale a dire più della metà della capitalizzazione di mercato del gruppo Bolloré”.

Reuters riporta che Charles Bedouelle, analista di Exane BNP Paribas, ipotizza che l’aumento delle quote di Bolloré potrebbe rafforzare la sua capacità di influenzare l’esito di una possibile fusione, spesso evocata, tra Vivendi e il gruppo pubblicitario Havas di cui Bolloré detiene il 59,69%. Non a caso alcuni mesi fa il figlio di Bolloré, Yannick, è entrato nel Consiglio di sorveglianza di Vivendi.