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Visibilità o ricavi? il dilemma dei giornali di fronte al successo dei video su Facebook

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I video su Facebook partono da soli e raccontano una storia spesso senza bisogno dell’audio. Una formula vincente, il motivo per cui riescono a catturare l’attenzione e a stimolare le condivisioni.

Pubblicare un video su Facebook ‘rende’ molto di più, in termini di condivisioni, rispetto a un link. Sette volte di più, per l’esattezza. Ecco perché, alla luce di questo coinvolgimento decisamente superiore degli utenti, il format trova sempre più spazio sulle bacheche del social network. E i giornali, soprattutto quelli tradizionali si trovano di fronte alla necessità di trovare un equilibrio: meglio focalizzarsi sui video per il proprio sito, attraendo i ricavi degli inserzionisti, o aumentare l’audience aumentando il numero di video postati sul social network?

L’analisi è stata condotta da Digiday sui numeri forniti dal servizio di social analytics NewsWhip relativi ai 14 editori più attivi su Facebook, tra cui New York Times, Guardian, Huffington Post, BuzzFeed, BBC e Cnn.

I dati lasciano poco spazio ai dubbi: i video raggiungono in media quota 4 mila condivisioni per post; le immagini superano anche quota 3 mila mentre i link ‘semplici’ alle notizie raggiugono appena 571 condivisioni medie per post.

Il format che riscuote minor successo è l’aggiornamento dello status, che raccoglie ‘appena’ 538 condivisioni per post.

I video su Facebook partono da soli e spesso riescono a raccontare una storia senza necessitare dell’audio ed è questa la formula vincente, il motivo per cui riescono a catturare l’attenzione e a stimolare le condivisioni. Oltre, naturalmente, al fatto che Facebook ha modificato ha modificato l’algoritmo in modo da far comparire più video in bacheca.

Prendiamo, ad esempio, l’Huffington Post: nell’arco di un mese ha pubblicato 739 link che hanno ottenuto in media 1.213 condivisioni per link. Nello stesso periodo, i 412 video pubblicati hanno rfegistrato 4.715 condivisioni.

Il gap è  ancora più evidente per le pubblicazioni native-digital che hanno strategie di distribuzioni molto aggressive, come LittleThings che riesce a raggiungere oltre 5.600 condivisioni per video.

Quanto ai giornali ‘tradizionali’, come il Washington Post ma anche molti altri, il dilemma è quello di trovare il giusto equilibrio tra la creazione di video per Facebook – che permettono di raggiungere una fascia più ampia di pubblico –  e la realizzazione di video per il proprio sito, che permetterebbe invece di generare più ricavi.