Resilienza e sicurezza dei cavi sottomarini europei, una mappa aggiornata delle infrastrutture
Il nuovo rapporto del gruppo di esperti della Commissione europea sulle infrastrutture di cavo sottomarino rappresenta il più completo esercizio di analisi, consultazione e valutazione tecnica mai condotto a livello dell’Unione. Elaborato tra il 2024 e il 2025 sotto la guida della DG CONNECT, con il supporto di Analysys Mason e Axiom, il documento nasce come strumento operativo a sostegno della Raccomandazione (UE) 2024/779 e del successivo Piano d’Azione per la Sicurezza dei Cavi (2025).
L’obiettivo è duplice: fornire una mappatura aggiornata delle infrastrutture sottomarine europee e definire un quadro metodologico per la valutazione dei rischi e l’esecuzione di stress test. Si tratta, in sostanza, della base tecnica e strategica su cui costruire la futura “sovranità connettiva” europea, condizione essenziale per la competitività digitale e la sicurezza economica dell’Unione.
Virkkunen: “I cavi sottomarini sono i nostri salvagenti digitali“
Nell’ambito del Programma Europa Digitale, la Vicepresidente esecutiva Henna Virkkunen ha presentato a Riga nuove opportunità di finanziamento dell’Unione europea per un valore di 20 milioni di euro proprio per proteggere i cavi sottomarini europei.
“Queste nuove opportunità di finanziamento dell’UE ci aiuteranno a rafforzare la resilienza delle reti europee di cavi sottomarini, i nostri salvagenti digitali”, ha sottolineato Virkkunen.
“Investendo negli hub regionali di cavi e migliorando le prove di stress, stiamo potenziando la nostra capacità di rilevare, prevenire e rispondere alle minacce. La nuova relazione degli esperti fornisce le basi per questo lavoro – ha proseguito la vicepresidente della Commissione europea – tracciando una mappatura dell’infrastruttura europea dei cavi e dei principali rischi che dobbiamo affrontare insieme”.
In particolare, il Centro europeo di competenza per la cibersicurezza (ECC), il polo centrale dell’Ue per la gestione dei fondi per la cibersicurezza, ha pubblicato un invito da 10 milioni di euro dedicato alla creazione di hub regionali di cavi. Questi hub monitoreranno le minacce, applicheranno analisi basate sull’IA per il rilevamento in tempo reale e consentiranno una risposta più rapida agli incidenti. La regione nordico-baltica ospiterà il primo hub pilota.

Una rete globale di cavi sottomarini dominata dagli hyperscaler
Dalla mappatura elaborata dal “Report on Security and Resilience of EU Submarine Cable Infrastructures”, emerge un dato inequivocabile: oltre il 97% del traffico Internet mondiale viaggia sui cavi sottomarini, e l’Europa non fa eccezione.
Tuttavia, la capacità di questa infrastruttura critica è oggi concentrata nelle mani di pochi grandi operatori globali, in particolare le Big Tech statunitensi.
Nel 2024, infatti, Google, Meta, Microsoft e Amazon detenevano il 71% della capacità internazionale utilizzata, rispetto al 10% nel 2014, e il 90% della capacità transatlantica complessiva. L’Europa, priva di propri hyperscaler e con operatori di telecomunicazioni in ritirata, si trova così dipendente da infrastrutture non europee per le principali rotte verso Nord America, Africa e Asia.
Come si legge nel documento, la capacità totale dei cavi sottomarini che collegano gli Stati membri dell’UE tra loro e con paesi esterni è aumentata da 318 Tbit/s nel 2010 a 3755 Tbit/s nel 2024.
L’aumento della capacità dei cavi sottomarini registrato negli ultimi dieci anni è stato principalmente trainato dalla crescente domanda di capacità internazionale da parte dei quattro principali hyperscaler (Google, Meta, Microsoft e Amazon), che nel 2024 rappresentavano tre quarti di tutta la capacità internazionale utilizzata, rispetto al 10% nel 2014.
Questa asimmetria strutturale non è solo tecnologica ma anche geopolitica:
- la catena di approvvigionamento dei cavi è dominata da fornitori extra-UE;
- le fibre ottiche a lunga distanza sono prodotte quasi esclusivamente da aziende statunitensi e giapponesi;
- i microchip per i transponder provengono da Taiwan e Corea del Sud;
- i componenti ottici per i ripetitori sono fabbricati solo negli Stati Uniti
Pur vantando eccellenze industriali come Alcatel Submarine Networks (Francia) e Nexans (Francia), l’UE resta vulnerabile per mancanza di autonomia strategica nella supply chain.

Una geografia del rischio: colli di bottiglia, vulnerabilità e dipendenze
Il report dedica ampio spazio alla valutazione dei rischi geopolitici, tecnici e ambientali, individuando sette scenari principali di minaccia:
- Sabotaggio fisico coordinato dei cavi sottomarini (ad esempio tagli simultanei in acque territoriali o internazionali).
- Attacchi ai siti di approdo e alle stazioni di atterraggio, sia fisici che cibernetici.
- Interruzioni dell’alimentazione elettrica che compromettono le infrastrutture digitali regionali.
- Sabotaggio o carenza di navi e capacità di manutenzione.
- Interruzioni nella catena di fornitura, anche dovute a embargo o manipolazioni tecnologiche.
- Danni accidentali causati da attività umane (pesca, ancoraggi, dragaggi).
- Eventi naturali, come terremoti sottomarini o fenomeni meteorologici estremi.
A queste minacce si aggiungono fattori di dipendenza strategica: il rapporto segnala rischi crescenti legati alla Russia (attività subacquee sospette nel Baltico), alla Cina (aziende come HMNTech coinvolte in progetti sensibili), e alla instabilità del Mar Rosso, dove passa il 90% del traffico tra Europa e Asia
Metodologia di stress test sui cavi: simulare l’interruzione per costruire resilienza
Uno dei contributi più innovativi del documento è la metodologia di stress test, sviluppata in analogia con quella del settore energetico e con il supporto dell’ENISA (Handbook for Cyber Stress Tests, 2025).
Gli stress test simulano scenari estremi — realistici ma non necessariamente probabili — per misurare la capacità di resistenza, risposta e recupero delle infrastrutture critiche.
Tre i livelli di escalation proposti:
- Stage 1: scenari “base”, come il taglio di un cavo in acque UE o un’intrusione informatica in una stazione di approdo.
- Stage 2: scenari intermedi, con sabotaggi coordinati o interferenze di Paesi terzi.
- Stage 3: scenari complessi e multi-dominio, che combinano più eventi — ad esempio un blackout regionale, un embargo sui componenti e un attacco fisico simultaneo.
Ogni Stato membro è invitato a integrare i test nel proprio quadro nazionale, armonizzando indicatori di resilienza come: tempo medio di rilevamento dell’incidente, tempo di recupero operativo, grado di perdita di servizio, capacità di coordinamento interstatale.
Raccomandazioni operative e politiche del report
Il gruppo di esperti formula una serie di raccomandazioni concrete rivolte alla Commissione e agli Stati membri:
- armonizzare i processi di autorizzazione per gli interventi di manutenzione: oggi il rilascio dei permessi può variare da pochi giorni (Baltico) a oltre quattro settimane (Mediterraneo);
- istituire un quadro europeo di coordinamento e scambio informativo tra enti pubblici e operatori privati, oggi frammentato e privo di una cabina di regia unitaria;
- garantire ridondanza geografica e diversificazione delle rotte per evitare colli di bottiglia come il Mar Rosso o i principali punti di atterraggio (Marsiglia, Sines);
- rafforzare la capacità industriale europea nella produzione di componenti critici e nella costruzione di nuove navi di posa e manutenzione;
- promuovere partenariati pubblico-privati per la sicurezza dei cavi, inclusi meccanismi di finanziamento e di risposta rapida in caso di incidenti.
Cavi sottomarini, la nuova frontiera della sovranità digitale europea
Il rapporto si conclude con un messaggio politico inequivocabile: i cavi sottomarini sono la spina dorsale invisibile della connettività europea, al pari delle reti elettriche o dei gasdotti.
Essi sostengono la sovranità dei dati, i servizi cloud, l’industria dell’intelligenza artificiale e la sicurezza nazionale.
La resilienza di queste infrastrutture non è solo un tema tecnico, ma un pilastro della sovranità economica e geopolitica dell’UE.
Come sottolinea il documento, “in un ambiente in cui l’intenzionalità non può sempre essere confermata, l’impatto di un evento accidentale può equivalere a quello di un sabotaggio” — un principio che sintetizza la nuova consapevolezza europea: la sicurezza digitale comincia sul fondo del mare.
Per sostenere il ruolo centrale svolto dai cavi sottomarini nel mantenimento di una connettività digitale affidabile, l’Unione ha già investito 420 milioni di euro attraverso il meccanismo per collegare l’Europa digitale in 51 progetti del Global Gateway digitale.
Space & Underwater, il videoreportage della 1^ edizione della Conferenza internazionale dedicata ai domìni Spazio e Subacqueo, promossa e organizzata dal giornale Cybersecurity Italia.
La 2^ edizione si terrà il 3 dicembre 2025.


