Banda ultralarga

‘Vera fibra’, la battaglia si sposta a Bruxelles

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Lettera aperta dell’FTTH Council ai ministri Tlc della Ue e al BEREC contro l’utilizzo fuorviante del termine fibra nelle pubblicità degli operatori.

In Europa si scalda il dibattito sulla “vera fibra”, in vista del Consiglio dei ministri Tlc della Ue che si terrà domani per l’approvazione definitiva del Nuovo Codice delle Comunicazioni Elettroniche. Nel mirino dell’FTTH Council, l’organismo che raccoglie i principali operatori in fibra della Ue, che ha inviato una lettera aperta ai ministri Ue e al BEREC contro l’utilizzo fuorviante della parola fibra nei messaggi pubblicitari di diversi operatori tradizionali, che nel Vecchio Continente continuano a reclamizzare come “vera fibra” connessioni che di fatto “vera fibra” non sono, perché non sono “full fiber” (FTTH) ma contengono in sé componenti in rame (FTTC).

Per questo, l’FTTH Council lancia la sua offensiva, “L’abuso del termine fibra nelle pubblicità impedisce ai consumatori di fare una scelta informata sui prodotti disponibili e rischia di impedire il decollo della fibra”, si legge nella lettera aperta, secondo cui in base ad un’indagine condotta nel Regno Unito il 24% degli intervistati è convinta di disporre già di connessioni in fibra fino all’edificio (FBTP) anche se in realtà la percentuale si riduce al 3% delle case in Uk.

Un fraintendimento che danneggia il mercato, secondo FTTH Council, secondo cui il grado di soddisfazione dei clienti nei confronti dell’FTTH è evidente, tanto più che in Svezia il 94% degli utenti che non dispongono di connessioni in fibra fino a casa passerebbero all’FTTH se fosse disponibile nella loro zona.

Spacciare l’FTTC per FTTH crea quindi una “falsa percezione” nei consumatori e potrebbe “sopprimere la domanda di fibra visto che l’accesso basato sul rame può essere percepito come in grado di fornire servizi analoghi”. In sintesi, secondo l’FTTH Council, commercializzare connessioni miste in rame di qualità inferiore  alla fibra fino a casa danneggia il valore della proposta della “vera fibra” e contribuisce a tagliare gli investimenti per lo sviluppo di connessioni “full fibre”, l’unico tipo di collegamento che garantisce lo sviluppo di quei “Very High Capacity Network” (reti ad altissima velocità)che sono vitali per gli investimenti in nuove reti in fibra.

C’è da dire che in Italia e Francia c’è già stato un intervento normativo per vietare la pubblicità di connessioni miste rame-fibra come “vera fibra” o “super fibra”, con tanto di sanzioni comminate dall’Antitrust per pubblicità ingannevole. Nel nostro paese, Agcom ha stabilito che il termine fibra si possa utilizzare soltanto per reclamizzare connessioni FTTH (Fiber to the home) o FTTB (Fiber to the building), con tanto di semaforo per consentire agli utenti di capire con esattezza quale connessione stanno acquistando.


Per questo, l’FTTH Council Europe (così come già avvenuto in Italia e Francia) chiede alla politica di adottare le misure necessarie per vietare pubblicità fuorvianti sulla fibra. Misure che sono vantaggiose non solo per i cittadini e il business ma anche nell’interesse generale della competitività e sostenibilità digitale dell’Europa, garantendo l’abolizione di messaggi fuorvianti sui prodotti in fibra.