Banda ultralarga

Rame vs. Fibra: per il Governo francese, l’FTTB non è ‘vera fibra’

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Gli operatori che utilizzano l'FTTB dovranno specificare nei messaggi pubblicitari che la connessione fino alla casa o all'ufficio del cliente finale non è in fibra ottica ma in rame.

Il Governo francese ha risolto con un decreto la diatriba in corso tra ‘vera’ e ‘falsa’ fibra ottica, innescata dalle accuse di pubblicità ingannevole mosse da Orange e Free nei confronti di SFR.

Orange e Free – che offrono collegamenti internet in fibra ottica con tecnologia FTTH – hanno accusato SFR e la casa madre Numericable di aver ‘spacciato’ le proprie offerte FTTB come fibra ‘vera’ quando invece si tratta di “fibra finta” perché usa i cavi ottici solo nella porzione di rete compresa tra il cabinet e il building (palazzo o gruppo di abitazioni singole) e non lungo tutto il percorso come nel caso del Fiber to the Home.

Nonostante l’utilizzo di tecnologie differenti, infatti, tutti gli operatori usano il termine ‘fibra’ per pubblicizzare i servizi a banda ultralarga e questo – per i sostenitori dell’FTTH – è pubblicità ingannevole.

Il Governo francese, in sostanza, ha dato ragione a Orange e Free, e lo ha messo per iscritto con un decreto comparso in Gazzetta Ufficiale lo scorso venerdì per meglio inquadrare l’uso della parola ‘fibra’ nelle pubblicità degli operatori.
Il decreto indica chiaramente che qualsiasi messaggio pubblicitario o documento commerciale di un fornitore di servizi che utilizzi il termine ‘fibra’, quando invece la connessione fino alla casa o all’ufficio del cliente finale non è in fibra ottica ma in rame, “deve comprendere la dicitura ‘ad eccezione del collegamento del domicilio'”.
La precisazione dovrà avvenire anche negli spot, in cui bisognerà specificare che “la connessione fino a casa non è in fibra ma…”.

Il decreto entrerà in vigore il primo giugno per quanto riguarda i messaggi pubblicitari e il primo marzo 2017 per i documenti commerciali.

Immediata la reazione di SFR, che – spiega il quotidiano Les Echos – ha bollato la questione come un “dibattito franco-francese” e ha annunciato la volontà di presentare ricorso anche alla Commissione europea per un decreto definito “ingiustificato e tecnologicamente irricevibile”.
Su Twitter, la società – che rivendica 8 milioni di abitazioni connesse, di cui 2,5 milioni con velocità fino a 1 Gb – ha postato questo messaggio:

L’Autorità di settore, dal canto suo, ha espresso un parere favorevole verso la “volontà del governo di fare chiarezza su una questione che riguarda le scelte dei consumatori e di contribuire a stabilire la fiducia e la trasparenza indispensabili per accompagnare gli investimenti nella fibra ottica”.

Nel dibattito Rame vs. Fibra era intervenuto nei mesi scorsi anche il Ceo di Deutsche Telekom, Tim Hoettges che ha ottenuto dal regolatore tedesco il via libera al piano di investimenti basato sul vectoring e sulla tecnologia G.Fast.
Hoettges si è detto convinto che il futuro delle reti fisse sarà ‘ibrido’, cioè una combinazione di fibra e rame. Ragion per cui sarebbe ora di smetterla riferirsi alla fibra come alla ‘buona tecnologia’ e agli altri sistemi come il G.Fast come ‘tecnologie cattive’.
A sostegno delle proprie tesi, Hoettges ha fatto spesso il paragone con l’industria automobilistica, dove nessuna autorità stabilisce che tipo di veicolo costruire mentre nel settore delle telecom, “devono dirmi se sto usando una tecnologia ‘buona’ o una ‘cattiva’ tecnologia”, quando “nessun consumatore s’interessa alla tecnologia. Nessuno”.

Sullo sfondo, la battaglia per la supremzia nel mercato della fibra ottica.