Roma Capitale

Un suggerimento per il management politico di Roma Capitale

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Come si presenta oggi il management politico di Roma Capitale? La risposta ancora una volta è che la sintesi tra management e politica non è stata rispettata e che un sindaco solo politico non ha vita lunga.

2015. Roma città eterna, città capitale, città metropolitana: con quale management politico?

In un mio articolo pubblicato su key4biz il 18 dicembre 2015 (Il sindaco di Roma Capitale nell’era digitale: politico e manager?) ponevo il problema: il sindaco deve essere “insieme” un politico ed un manager? La conclusione del mio articolo è che il sindaco di Roma Capitale (come di qualsiasi città, i comuni sopra i 20 mila abitanti sono 524) non può che operare secondo una “sintesi” tra la capacità politica e la preparazione di base di tipo manageriale moderna. Il sindaco come “e- leader”: un politico manager che opera sulla base di dati digitali accessibili, fruibili, sicuri che permettono chiare ed efficaci azioni di programmazione e di verifica sistematica sul programma e sui risultati, nell’ambito di un’amministrazione semplificata, trasparente, digitale. “Un sindaco solo politico o solo manager ha vita breve e contribuisce a creare danni rilevanti alla città sotto tutti i profili! Il solo fiuto politico o la sola preparazione manageriale certamente non contribuiscono ad un buon governo di Roma Capitale e della Città metropolitana”.

2019. Roma: alla ricerca di un sindaco politico e manager

Come si presenta oggi (2019) il management politico di Roma Capitale? La risposta ancora una volta è che la sintesi tra management e politica non è stata rispettata e che un sindaco solo politico non ha vita lunga: nel 2015 avevo anticipato questa fine. Stiamo nella fase del “ricorso storico”: alla ricerca di un sindaco che dovrà essere politico e manager. Un sindaco che deve operare su tre livelli:

a) il primo, comune al politico e al manager: operare sulla base di dati certi, completi, aggiornati per governare, dirigere, verificare (data driven: migliori sono i dati e migliore diventa il sistema decisionale); ma per avere dati utili è necessario diventare una città intelligente (che oggi si usa definire smart city); per diventare una città intelligente è necessario adottare un modello informativo ed organizzativo adeguato (una amministrazione digitale). Ponendo al centro di tutto la risorsa “informazione”.

b) il secondo, scegliere un team di dirigenti, “capaci di operare nell’epoca del digitale”, con i quali operare per attuare il proprio programma politico ma soprattutto per dare soluzioni concrete ai vari dossier aperti (il programma politico è astratto e generale per sua natura, i dossier sono strettamente legati alla logica della esecutività e della concretezza). Nella burocrazia romana ci sono dirigenti capaci? Certamente. Basta scegliere quelli giusti e fare un forte “patto” per governare la città di Roma che è Capitale d’Italia e della cristianità ed è la città più bella del mondo (con il municipio più bello del mondo).

c) il terzo livello, governare sulla base di pochi ma essenziali principi: una burocrazia semplificata, trasparente, digitalizzata. La sintesi tra questi elementi costituisce il nodo da sciogliere per “governare”. Oggi Roma non è semplice, non ha banche dati per governare, ha pochi servizi in rete.  I dipendenti non sono formati e motivati su di un nuovo modello di organizzazione burocratica.

Suggerimento…

Prima di aprire campagne elettorali per il nuovo sindaco di Roma i partiti ed i movimenti politici dovrebbero definire il “profilo” del sindaco da eleggere (che non può che essere politico e manager: non solo “eletto” ma anche capace di “governare” (la semplice elezione non garantisce la capacità di governare). Poi viene tutto il resto (programma, piani, modelli organizzativi, dirigenti adeguati, ecc.)