Osservatorio Roma 2016

PAdigitale. Il sindaco di Roma Capitale nell’era digitale: politico e manager?

di Donato A. Limone, Ordinario di informatica giuridica e Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche, Università degli studi di Roma “Unitelma Sapienza” |

Il sindaco di Roma deve operare con una programmazione basata su dati affidabili, ma oggi la Capitale non ha banche dati interne utili in questo senso

La rubrica PAdigitale, a cura di Donato A. Limone, Ordinario di informatica giuridica e Direttore del Dipartimento di Scienze giuridiche ed economiche, Università degli Studi di Roma Unitelma Sapienza. Analisi e approfondimenti sul processo di attuazione della Riforma della PA. Per consultare gli articoli precedenti clicca qui.

Si è spesso discusso del profilo di un sindaco: se deve essere un “politico” oppure un “manager” o entrambi. Il profilo di un sindaco solo come politico: chi si occupa in modo prevalente di rappresentare e promuovere il sistema socio-economico della propria comunità locale (polis); e che quindi potrebbe non essere informato e/o formato (sia pure di base) sulle questioni manageriali, gestionali e tecniche. Il profilo del sindaco come manager: chi si occupa non solo di politica della comunità ma anche di indirizzare l’azione amministrativa con cognizione di causa.

Il sindaco nell’era della società dell’informazione

 

Come dovrebbe essere il sindaco di Roma Capitale (ma anche il sindaco di ogni città) oggi nell’era della società dell’informazione e delle tecnologie dell’informazione e della comunicazione? La domanda (pertinente) richiede una risposta chiara sotto il profilo politico e manageriale. Per rispondere è necessario considerare le specifiche connotazioni della società dell’informazione, del profilo “politico” del sindaco e del profilo di un sindaco “manager”.

La società dell’informazione

 

La società dell’informazione: una società che si caratterizza come un sistema sociale che opera prevalentemente con le tecnologie dell’ict, nel quale le amministrazioni pubbliche e la sanità sono telematiche, come in rete operano i mercati, le banche, il commercio, i gestori di comunicazioni elettroniche, ecc.

 

Il profilo politico

 

Il profilo politico di un sindaco: il soggetto eletto dalla comunità locale e per la quale egli esercita la funzione di rappresentanza istituzionale, per la quale opera per promuoverne lo sviluppo socio-economico (art. 3 del 267/2000). La funzione politica (polis) richiede la definizione di un programma di azioni, da effettuare per la città, chiaro, sostenibile, trasparente, da monitorare sistematicamente (da parte dei cittadini e delle imprese).

Il profilo di manager

 

Il profilo di manager: il sindaco oggi non può non essere formato sulle conoscenze, metodologie e tecniche “manageriali” di base (formato non in modo generico) per la programmazione delle azioni da attivare per le diverse esigenze della città e dei cittadini e per la verifica delle attività e dei risultati della dirigenza. E’ evidente che questa formazione di base serve ad operare meglio, nel rispetto del proprio ruolo nei riguardi della dirigenza e nel rispetto del ruolo della dirigenza stessa. Ruoli chiari e distinti ma consapevoli, interrelati, cooperanti (dlgs 165/2001, art.4 comma 1 e 2; dlgs 267/2000, art. 107).

Il contesto amministrativo moderno

 

Il sindaco di Roma Capitale non può quindi operare al di fuori di un contesto amministrativo moderno caratterizzato da modelli innovativi di organizzazione. Il sindaco oggi non può operare senza un’amministrazione digitale, basata su dati digitali chiari, certi, aggiornati, completi, aperti e pubblici, con servizi in rete e con una amministrazione che adopera in modo consistente sistemi di telelavoro e smart working.

Il sindaco come e-leader

 

Il sindaco di Roma Capitale è un e-leader: un politico manager che opera sulla base di dati digitali accessibili, fruibili, sicuri che permettono chiare ed efficaci azioni di programmazione e di verifica sistematica sul programma e sui risultati, nell’ambito di un’amministrazione semplificata, trasparente, digitale.

Tutto ciò nel comune di Roma e in Roma Capitale finora non è facile rilevare!

Quindi, il candidato sindaco deve essere scelto sulla base delle connotazioni sopra indicate e certamente non nella logica “apprendo il mestiere di sindaco durante l’incarico, affidandosi al “fiuto politico” e a pochi rudimenti di management pubblico”. Chi scrive si rende conto della portata di queste affermazioni sotto il profilo della cosiddetta critica politica (il sindaco deve avere una preparazione politica e basta l’investitura da parte del popolo a renderlo un bravo sindaco!).

Ma oggi è chiaro a tutti che un sindaco solo politico o solo manager ha vita breve oppure contribuisce a creare danni rilevanti alla città sotto tutti i profili! I partiti politici e i movimenti devono porsi seriamente il problema della scelta del candidato sindaco non in termini tradizionali.

La programmazione senza dati!

 

Il sindaco di Roma Capitale deve operare con una programmazione che si basa su dati affidabili, aggiornati, completi, validi, aperti, digitali, e in ragione di settori/azioni specifiche/servizi. Questi dati devono essere formati, gestiti, elaborati, diffusi a cura della dirigenza di Roma Capitale, che quindi deve essere formata a programmare dato che, allo stato attuale, non ha una formazione per tale funzione di base.

Quindi, il sindaco deve scegliere una dirigenza “adeguata” per programmare. Se non avvia un sistema di programmazione non sarà in grado di governare Roma Capitale. Oggi Roma Capitale non ha banche dati interne utilizzabili in termini di programmazione, di governo, di verifica! E’ chiaro che la programmazione diventa (ai sensi del dlgs 33/2013) patrimonio pubblico: sul sito tutti i dati utili!

 

L’amministrazione di carta

 

Roma Capitale (lo abbiamo già scritto su questo giornale e altrove) non può operare come un’amministrazione piena di procedure lunghe e costose, con grandi quantità di documenti analogici (carta) e con scarsi servizi digitali in rete (nativamente digitali). Una città Capitale d’Italia, Capoluogo dell’area metropolitana, non può (non deve) operare in modalità cartacea. Deve produrre dati digitali, aperti e disponibili, accessibili, sicuri, fruibili, completi, aggiornati (art. 50 e ss. del Codice dell’Amministrazione Digitale; art. 6 del dlgs 33/2013).

Nel programma del candidato sindaco questo (l’amministrazione digitale) costituisce un punto fondamentale, non riducibile ad un processo di automazione. Si tratta di un processo organizzativo fortemente innovativo. Il costo di un’amministrazione di carta è composto da: stipendi per i dipendenti; procedure ridondanti, miste (cartacee/elettroniche), lunghe; oneri economici rilevanti a carico dei cittadini per pratiche burocratiche senza senso. Un costo elevatissimo!

 

I servizi senza qualità

 

I servizi ai cittadini e alle imprese devono essere progettati, realizzati, erogati nel rispetto di requisiti di qualità chiari, trasparenti e pubblici, funzionali. I servizi devono essere sistematicamente monitorati come altrettanto da verificare è la soddisfazione dei cittadini e degli utenti. Tutto questo deve essere effettuato in modalità digitale (art. 7 del Codice dell’Amministrazione Digitale).

Tutti i servizi devono essere chiaramente illustrati e descritti nel sito di Roma Capitale in modo tale da essere pienamente comprensibili e facilmente consultabili sullo stesso sito. I servizi di Roma Capitale (mobilità, rifiuti, sociali, ecc.) certamente non sono ben rappresentati sul sito e rispetto a tutti i relativi requisiti. La città infatti è la più alta espressione di caos urbano!

Attendiamo di verificare come sarà definito il profilo del sindaco di Roma Capitale e come sarà scelto il candidato rispetto a questo profilo! Sarà prevalente il “sindaco da fiuto politico” o da “manager per un governo tecnico” o da “sindaco capace in quanto eletto” oppure………….