Lo scontro

Tim, doppio Cda il 21 dicembre e il 14 gennaio per fissare l’assemblea

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Doppio Cda di Tim a cavallo delle feste e del nuovo anno per discutere la richiesta di revoca e la nomina dei revisori avanzata da Vivendi.

Il Cda di Tim si riunirà il 21 dicembre per discutere la richiesta avanzata da Vivendi di convocare “il prima possibile” l’assemblea per la nomina dei revisori e la revoca di cinque consiglieri in quota Elliott, tra cui il presidente Fulvio Conti. Nel contempo, è stata già fissata per il 14 gennaio una secondo Cda, anticipando di tre giorni quella fissata il 17 gennaio per la nomina dei revisori. Prima di allora non si saprà nulla sui tempi dell’assemblea.

Oggi intanto è prevista la riunione del consiglio Agcom per deliberare sull’Analisi dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa, nel cui alveo si è inserita la proposta di separazione legale della rete Tim, avanzata dall’ex amministratore delegato Amos Genish. La delibera finale dell’Autorità, secondo l’Ansa, slitterà dopo Natale per essere poi inviata a Bruxelles.

Il contrattacco di Vivendi, che controlla il 23,9% di Tim, al fondo Elliott, che detiene un pacchetto dell’8,9% che potrebbe salire al 10%, è arrivato il 14 dicembre, con l’accusa al presidente Fulvio Conti di agire per conto di Elliott e di aver orchestrato il “golpe” che ha destituito Amos Genish. La richiesta di revoca di 5 consiglieri in quota Elliott riguarda, oltre al presidente, anche Alfredo Altavilla, Massimo Ferrari, Dante Roscini, Paola Giannotti de Ponti, per sostituirli con Flavia Mazzarella, Franco Bernabè e Gabriele Galateri di Genola, entrambi veterani di Telecom, Rob van der Valk e Francesco Vatalaro.

Il nodo della discordia fra Vivendi e Tim riguarda la rete, che Elliott sarebbe disposta a scorporare, al contrario del primo socio transalpino, che vuole mantenere la rete all’interno del perimetro aziendale. L’operazione di scorporo sarebbe gradita anche al Governo, in vista di un merger con quella di Open Fiber.

Un ruolo decisivo per l’esito finale della disputa potrebbe ricoprirlo Cdp, che detiene una quota del 5% in Tim e del 50% in Open Fiber insieme con il socio paritario Enel, che però non è favorevole alla fusione.

Sul tema è intervenuto il vicepremier Luigi Di Maio, spiegando che, “da parte del governo non c’è alcuna intenzione” a spingere su un aumento ventilato della Cdp in Tim. La prossima assemblea è calendarizzata per il 17 aprile, l’obiettivo di Vivendi è stringere i tempi, vedremo se sarà possibile.

Nel frattempo, i sindacati chiamano il Governo, chiedendo un tavolo al più presto sul futuro della rete e del settore Tlc nel suo complesso. Lo chiede Giorgio Serao della segreteria nazionale Fistel Cisl, commentando il rinvio da parte del governo dell’incontro programmato per oggi. La richiesta del sindacato riguarda in particolare un chiarimento da parte dell’Esecutivo sul futuro della rete sulla quale si fonda tutta la strategia dell’azienda.