Il punto

Tim-Canal+ verso il replay? Tempi stretti per l’ingresso di Mediaset

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Vivendi pronta a riproporre in consiglio entro fine mese la costituzione della joint venture sui contenuti con Tim includendo il Biscione.

Tim starebbe meditando di riportare in consiglio, entro fine mese, una nuova versione dell’accordo siglato con Canal+ (Vivendi) per la creazione della nuova pay tv in joint venture con il gruppo francese, annunciata dal presidente e amministratore delegato di Vivendi Arnaud De Puyfontanie e formalizzata a ottobre. Pesano le contestazioni avanzate da Consob e dai consiglieri di minoranza sulle modalità con cui è stato approvato il deal. Lo scrive il Sole 24 ore, secondo cui la riproposizione della joint venture, che vedrebbe comunque Tim mantenere la maggioranza del 60%, avrebbe lo scopo di includere nell’operazione anche Mediaset, che acquisirebbe una quota del 20% al pari di Vivendi.

Tim-Canal+ verso il replay?

Nel quadro dell’operazione, Tim metterebbe sul piatto investimenti per 460 milioni di euro in 6 anni per l’acquisto di contenuti (film, serie Tv e sport) da Mediaset. L’operazione varrebbe come parziale ristoro per la mancata acquisizione di Premium da parte di Vivendi nel 2016 e sancirebbe di fatto la pace fra il Biscione e il gruppo francese, primo azionista di Tim con il 24% delle quote e secondo azionista di Mediaset con circa il 29%.

Resta da capire la tempistica dell’operazione, tanto più che il prossimo appuntamento davanti al Tribunale di Milano per la causa intentata da Mediaset e Fininvest nei confronti di Vivendi per la mancata acquisizione di Premium, la richiesta di risarcimento è di circa 3 miliardi di euro, è stata rimandata al 27 febbraio. Senza un accordo la causa andrà avanti.

Asta per i diritti di Serie A

Per quanto riguarda l’asta per i diritti della Serie A triennio 2018-2021, fissata per il 22 gennaio, resta da capire quali saranno i contendenti. Scontata la partecipazione di Sky per il pacchetto satellitare da 260 milioni annui, vedremo se Mediaset vorrà partecipare per il pacchetto riservato al digitale terrestre.

Stessa incertezza sul pacchetto riservato a Internet da 160 milioni annui. La speranza della Lega e dell’advisor Infront è che si facciano avanti magari i grandi player della Rete (Amazon, Netflix, Google o Facebook) o un nuovo entrante che valorizzi i diritti online del calcio. Difficile prevedere la partecipazione o meno di Tim, alle prese con la riorganizzazione della joint venture con Canal+ e appunto Mediaset.

Persidera, più tempo per le offerte

Intanto, scade oggi il termine per la presentazione delle offerte di acquisto del 70% delle quote di Persidera, la società delle torri di trasmissione Tv controllata da Tim. Ma secondo la Reuters i termini sono stati prorogati di tre settimane per consentire ai potenziali acquirenti di limare le loro offerte.

La cessione della maggioranza di Persidera da parte di Vivendi, primo azionista di Tim, rientra nei rimedi fissati dall’azienda in ossequio alle condizioni antitrust fissate dalla Commissione Ue nei confronti del gruppo francese. Secondo la Commissione, Vivendi esercita il controllo de facto su Tim e, vista la quota del 29% circa detenuto anche in Mediaset, deve cedere il controllo di Persidera.

Secondo la Reuters nuove offerte per Persidera potrebbero arrivare dal fondo F2i, da altri fondi e da Discovery, uno dei clienti di Persidera in Italia, il cui interesse però si starebbe raffreddando.

A ottobre una fonte vicina al dossier avrebbe stimato in 350-400 milioni di euro il valore di Persidera.

Della partita non dovrebbero comunque fare parte per ragioni antitrust né Ei Towers, la società delle torri di Mediaset, né RaiWay, la società delle torri Rai, che peraltro potrebbero rientrare in gioco per la gestione degli asset tramite F2i o altri fondi in un secondo momento.

Sindacati e piano industriale

Insomma, tanta carne al fuoco per Tim in questo inizio 2018, considerato che al consiglio del 6 marzo prossimo è atteso l’annuncio del nuovo piano industriale, mentre la vicenda del golden power è ancora in via di definizione e le voci di separazione della rete (promossa soprattutto dal ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda) sono sempre lì, anche se sull’ipotesi spin off prima delle elezioni del 4 marzo non dovrebbero esserci novità ufficiali.

Infine, è previsto per il 18 gennaio un primo incontro fra Tim e sindacati sulle voci (allarmanti) circolate in questi giorni di un piano di ristrutturazione aziendale, che potrebbe coinvolgere il ricambio di migliaia di dipendenti e che potrebbe essere legato appunto all’ipotesi di scorporo della rete in rame.

Vedremo, anche se la priorità per Vivendi (e a cascata per Tim) nella sua campagna italiana è chiudere (finalmente) l’accordo con Mediaset su Premium.