Il confronto

Tim, attesa per l’incontro fra Genish e Elliott

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Il Ceo di Tim Amos Genish dovrebbe incontrare oggi a Londra esponenti del fondo Elliott Management che sta acquisendo quote nella compagnia Tlc in chiave anti-Vivendi.

L’acquisizione di una quota inferiore al 5% in Tim da parte di Elliott Management, quota che secondo alcuni sarebbe in realtà già superiore, non preoccupa Arnaud De Puyfontaine, presidente della compagnia italiana e Ceo di Vivendi, primo azionista con il 24%, che ostenta tranquillità di fronte alla sfida aperta dal fondo americano, che avrebbe intenzione di proporre un piano alternativo a quello presentato due giorni fa dall’amministratore delegato Amos Genish e di proporre nuovi membri in Cda alla prossima assemblea fissata il 24 aprile.

Genish a Londra

Oggi l’ad di Tim Amos Genish, che si trova a Londra per incontrare gli investitori e illustrare il suo piano TimDigit, potrebbe avere un primo incontro con esponenti di Elliott, per verificare quali sono i piani alternativi proposti dal fondo.

Secondo Il Messaggero, Elliott sarebbe intenzionato a proporre la quotazione della Netco della rete dopo lo scorporo annunciato da Amos Genish (che resterebbe al 100% sotto il controllo di Tim), non prima però di aver chiuso l’integrazione della nuova società della rete di Tim con Open Fiber, l’operatore wholesale controllato da Enel e Cdp.

Un’ipotesi che riporta alla ribalta il progetto di una società unica della rete aperta a tutti i player sul mercato, eviterebbe così la duplicazione di reti concorrenti con potenziali risparmi e sinergie per la creazione di un network unico vagheggiato da molti.

Vedremo, anche se è tutto da vedere se Open Fiber sia interessata a questa operazione davvero assai complessa, se non altro dal punto tecnologico, per non parlare degli azionisti Enel e Cdp.

Insomma, è davvero troppo presto per avanzare congetture, tanto più in un momento così delicato per il Paese che attende la formazione di un Governo, che indipendentemente dal colore, vorrà certamente dire la sua su un argomento così importante per l’economia nazionale.

De Puyfontaine apre al confronto

Nel frattempo, De Puyfontaine ha ribadito che tutti gli azionisti sono benvenuti nel capitale di Tim. Il presidente della compagnia Tlc ha aggiunto che finora non ha avuto contatti con Elliott Advisors. Sulla stessa linea Genish, che a proposito dell’ingresso del fondo attivista, che ha chiesto un miglioramento della governance e consiglieri più indipendenti, Genish ha detto che “ogni azionista che decide di investire nella società è benvenuto, come lo è un dialogo costruttivo”.

 

Pace in vista Vivendi-Mediaset?

Ad ogni modo, presto vedremo come si imposteranno i rapporti fra Vivendi e il fondo americano outsider, che vorrebbe mettere mano alla governance del gruppo. Quel che si sa, è che il titolo Tim ha messo le ali dopo la comparsa sulla scena di Elliott e lo stesso ha fatto il titolo Mediaset, l’altro fronte italiano aperto della costosa campagna italiana di Vivendi, che in Tim ha investito 5 miliardi dal suo arrivo nel 2015. Torna in auge l’ipotesi, auspicata da tempo da parte di Vincent Bollorè , di un’alleanza strategica sui contenuti, se non di una vera e propria fusione fra Tim (senza Netco) e il Biscione, per creare quel campione multimediale europeo in grado di sfidare i grandi player come Netflix (che in Italia si è alleata con Sky).

Per ora in concreto non se n’è fatto nulla e i rapporti fra Vivendi e Mediaset sono nelle aule di tribunale, dopo la mancata acquisizione di Premium da parte dei francesi e il risarcimento miliardario richiesto dal Biscione.

Intanto, la joint venture fra Tim e Canal+ è finita in stand by, come confermato da Gensih due giorni fa alla presentazione del piano industriale.