L'operazione

Tim, accordo con Mediaset al rush finale?

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Tim e Mediaset sarebbero sempre più vicine ad un accordo da 400 milioni di euro sui contenuti per suggellare la pace su Premium del Biscione con Vivendi.

Tim e Mediaset sarebbero sempre più vicine ad un accordo di sei anni sui contenuti, che prevederebbe l’esborso di 400 milioni di euro da parte della compagnia Tlc per ottenere in cambio un catalogo di film, serie Tv e contenuti sportivi dal Biscione da trasmettere su Timvision. Lo scrive Reuters citando fonti anonime, che confermerebbero così quanto annunciato dalla stessa Tim al Cda del 5 dicembre scorso sui negoziati in corso.

Detto questo, le parti potrebbero decidere di formalizzare l’accordo soltanto dopo che Mediaset avrà trovato un accordo con Vivendi, primo azionista di Tim sull’affaire Premium.

Intanto, l’udienza fissata per domani in tribunale a Milano sulla mancata acquisizione di Premium da parte dei francesi e sulla successiva scalata francese al broadcaster televisivo, per le quali Mediaset e Fininvest hanno chiesto un risarcimento di circa 3 miliardi, è stata rimandata in attesa di un accordo.

Come sorta di risarcimento, Mediaset potrebbe essere invitata ad entrare in qualità di terza parte nella joint venture sui contenuti fra Tim (60%) e Canal+ (40%), la pay tv di Vivendi. Secondo il Sole 24 Ore, la joint venture dovrebbe raggiungere il break even in quattro anni e fino al raggiungimento di un bacino di 5 milioni di clienti Tim dovrà garantire un livello minimo di ricavi di 95 milioni al 2020.

C’è da dire che il tempo stringe e se le parti vorranno partecipare congiuntamente all’asta dei diritti della Serie A 2018-2021 dovranno chiudere il deal entro gennaio, quando è prevista la gara per l’assegnazione dei diritti del calcio.

Un accordo fra Berlusconi e Bollorè rilancerebbe l’idea di un grande player europeo dei media, per contrastare lo strapotere di Netflix e il nuovo colosso nato dalla maxi acquisizione per 52,4 miliardi di dollari di 20th Century Fox (Sky) da parte della Disney.  Senza dimenticare che con l’abolizione della net neutrality da parte della Fcc negli Usa lo scenario globale è destinato a subire più di un sussulto anche in Europa nel prossimo futuro.