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TikTok, inizia la settimana cruciale per il social network che vale (solamente negli Usa) 50 miliardi di dollari

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Il colosso cinese si appresta a vivere una settimana cruciale alla luce dell’audizione che il suo ceo, Shou Zi Chew, avrà a Capitol Hill con i rappresentanti del Congresso il prossimo giovedì 23 marzo. Un passaggio che secondo molti addetti ai lavori potrebbe risultare decisivo per le sorti future.

TikTok, il social network più popolare del momento, è arrivato ad un punto di svolta. Il colosso cinese si appresta a vivere una settimana cruciale alla luce dell’audizione che il suo ceo, Shou Zi Chew, avrà a Capitol Hill con i rappresentanti del Congresso degli Stati Uniti il prossimo giovedì 23 marzo. Un passaggio che secondo molti addetti ai lavori potrebbe risultare decisivo per le sorti future.

Se l’accordo con il Governo americano non dovesse arrivare, la casa madre ByteDance valuterà una eventuale vendita o offerta pubblica iniziale della sua divisione americana.

TikTok: le accuse dei governi occidentali

L’indice è stato puntato nei confronti della casa madre ByteDance in ordine ai problemi di sicurezza sui dati dei cittadini americani (dunque degli utenti) con l’amministrazione della Casa Bianca guidata da Joe Biden che ha più volte manifestato la preoccupazione che possano essere mal gestiti e dunque entrare nelle mani del governo cinese di Pechino.

A fronte di questo, e con effetto domino, è stato vietato l’uso dell’app sui dispositivi federali. Una decisione a cui hanno fatto seguito i provvedimenti adottati anche da Regno Unito, Unione Europea, Parlamento della Scozia e Nuova Zelanda.

Il progetto Texas

Il social network ha presentato da tempo il Progetto Texas, documento su cui si sta attualmente lavorando in sinergia con il governo statunitense che vede Oracle nella posizione di garante della sicurezza: in pratica, TikTok ritiene che con il 100% del traffico generato negli USA instradato verso l’infrastruttura di Oracle Cloud non ci sarebbe più il pericolo che Pechino possa avere accesso ai dati sensibili degli utenti americani. Il progetto prevede inoltre una revisione del software e la nomina di un consiglio di sorveglianza approvato dal governo statunitense.

TikTok piace sempre di più

TikTok piace molto anche agli americani (più di 100 milioni di iscritti); forse troppo vista la sua proprietà cinese, tant’è che l’Amministrazione Biden ha chiesto alla società proprietaria (Byte Dance) di mettere in vendita le sue quote o di prepararsi ad affrontare un divieto totale di diffusione negli Stati Uniti. A presentare formalmente la richiesta è stato il Committee on Foreign Investment in United States, l’organismo federale che sovraintende gli investimenti esteri negli USA con l’obiettivo di evitare che aziende straniere controllino settori strategici del sistema americano.

Tutti vogliono il ban: ma nessuno lo può comprare

TikTok nega decisamente che ciò sia mai avvenuto e non esistono prove che ciò non sia vero, tuttavia già India, Nuova Zelanda, Gran Bretagna, Danimarca e Canada (oltre gli USA) hanno vietato l’uso dell’app da parte degli impiegati pubblici. TikTok ritiene peraltro che se esistono questi timori, la protezione migliore sia quella di trasferire tutti i dati su server controllati non da aziende cinesi (ad esempio quelli americani controllati da Oracle).

Una soluzione questa su cui intende trattare con il governo USA e ciò anche perché la ipotizzata possibile vendita non è affatto facile da realizzare. ByteDance ha una valutazione attuale di circa 220 miliardi di dollari, la “divisione” americana di TikTok potrebbe essere venduta tra i 40 e i 50 miliardi di dollari, stando alle ultime stime riportate dagli analisti, un prezzo che pochissimi o addirittura nessuno degli attuali competitori è in grado di sostenere e chi è in grado di farlo (Google, Microsoft o Meta) tende ad astenersi per evitare di finire nelle attenzioni delle norme Antitrust USA.