Modello svedese

Telia, in Svezia switch off del rame entro il 2026. E in Italia?

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Telia, l'ex incumbent svedese, sta portando avanti un graduale processo di spegnimento del rame a favore di fibra e tecnologie più performanti. E' un modello replicabile anche in Italia?

Prosegue in Svezia il processo di graduale spegnimento del rame a favore della fibra e di tecnologie Vhcn (Very hifh capacity network) alternative, come l’FWA 5G. Un processo che va avanti da qualche anno da parte di Telia, l’ex incumbent svedese che entro il 2026 ha da tempo annunciato lo switch off del rame in tutto il paese. Un processo di smantellamento che va di pari passo con la copertura a banda ultralarga del territorio che si è ampliata con copertura mobile e fissa in fibra in tutto il paese.

La rete mobile di Telia copre ormai il 90% del paese e il 99,8% della popolazione.

Leggi anche: La fine del rame. Draghi: “Dal 2027 tutti connessi con fibra e 5G”. PNRR (versione aggiornata)

Cosa fa Telia per accompagnare lo switch off

Dal canto suo, Telia offre “soluzioni alternative per tutti i suoi clienti residenziali e business”. Soluzioni alternative fornite direttamente da Telia o da altri operatori o dall’Agenzia Poste e Telecomunicazioni svedesi (PTS).

Tutti i clienti che vivono in “aree del paese che hanno bisogno di essere modernizzate riceveranno informazioni un anno prima” dell’intervento della compagnia. In altre parole, Telia ha già programmato tutte le tappe dello switch off e comunica ai clienti interessati le alternative un anno prima di spegnere la vecchia rete.

Un servizio di customer service indipendente sarà disponibile per fornire consigli sulle diverse soluzioni offerte dagli operatori. Da tutti gli operatori, non soltanto le soluzioni offerte da Telia.

Peraltro, il passaggio dal rame alla fibra è legato agli obiettivi “green” dell’ex incumbent scandinavo. La fibra rappresenta una tecnologia più sostenibile, come si evince dal rapporto annuale del 2020 di Telia, in un capitolo non a caso intitolato “Digital inclusion”.

Modello svedese

Un modello, quello di Telia, che potrebbe essere preso ad esempio anche a casa nostra. Certo, la Svezia non è l’Italia. Il paese scandinavo è al top in Europa per copertura e digital skills e conta una popolazione di appena 9 milioni di abitanti, a fronte dei 60 milioni di persone che vivono in Italia. Anche dal punto di vista orografico la Svezia è un paese diverso dal nostro: è pianeggiante. Ma parlando di “case sparse”, non ha nulla da invidiare all’Italia. Anzi. La densità di popolazione è una frazione di quella del nostro paese, eppure nessuno viene lasciato indietro, nemmeno chi vive a chilometri di distanza dai centri urbani in mezzo al bosco. La fibra arriva un po’ dovunque, e dove non può arrivare la fibra c’è l’FWA o la rete mobile 4G e 5G.

Lo switch off di Tim?

Tim ha annunciato la scorsa settimana lo switch off del rame in Trentino. Un’ottima notizia, che tuttavia non dà garanzie certe sui tempi di spegnimento della rete in rame dell’ex incumbent e livello nazionale.

In diversi forum online (vedi qui un esempio) l’annuncio di Tim è stato accolto con un certo scetticismo. A sollevare i maggiori dubbi è questo passaggio del comunicato di Tim: “…Il processo di migrazione avverrà progressivamente sulla base delle adesioni della clientela…” (Leggi qui il comunicato ufficilae di Tim). In altre parole, lo switch off avverrà di fatto soltanto previa adesione del cliente ad un nuovo contratto. A quanto pare, un upgrade contrattuale alla fibra offerta dalla stessa azienda.

Ma quanto tempo ci vorrà per arrivare allo switch off del rame in tutto il paese a queste condizioni, vincolando lo spegnimento del rame alla decisione del cliente finale? E dove i clienti non vogliono l’upgrade alla fibra cosa succede?

Lo spegnimento del rame nel nostro paese è “una possibilità” offerta al cliente, ma non dovrebbe essere invece una scelta aziendale strategica?

Esiste nel nostro paese un programma nazionale per lo spegnimento del rame, con un cronoprogramma a tappe definito che coinvolga anche le grandi città? Con tutto il rispetto per la Valsugana, Roma e Milano non sono Trento e Canazei.

Telia in Svezia ha deciso in autonomia, sua sponte, di spegnere la sua rete in rame. Lo ha fatto senza attendere l’adesione della clientela ad un nuovo contratto di qualità superiore. Inoltre, dopo lo spegnimento non c’è alcun vincolo che imponga ai clienti di sottoscrivere un contratto in fibra con la stessa compagnia.

Si tratta di un modello replicabile e auspicabile anche in Italia?

Recovery Plan grande occasione per lo switch off del rame

In realtà, il Recovery Plan con i fondi destinati alla copertura con reti ultraveloci delle aree grigie rappresenta una grande occasione per il nostro paese. La speranza è che entro il 2026, come auspicato dal presidente del Consiglio Mario Draghi, il nostro paese possa davvero raggiungere una copertura a un gigabit al secondo di tutto il territorio, in linea con gli ambiziosi obiettivi annunciati dal ministro dell’Innovazione e la Transizione Digitale Vittorio Colao. Ma ciò significa che per allora la rete in rame di Tim dovrebbe essere spenta in linea con gli obiettivi del nostro paese, che vuole anticipare di 4 anni quelli del Digital Compass europeo: la Commissione punta alla fibra in tutte le case entro il 2030.