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Stato dell’Energia Ue 2025, 695 miliardi l’anno per Cleantech, AI e reti intelligenti

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L’Unione Europea mette in campo un piano di investimenti senza precedenti: 660 miliardi di euro l’anno tra il 2026 e il 2030, che saliranno a 695 miliardi dal 2031 al 2040, per costruire una vera Unione dell’Energia fondata su tecnologie pulite, digitalizzazione e sicurezza. Il Rapporto sullo Stato dell’Energia Europea 2025 della Commissione UE delinea una strategia ambiziosa, in cui rientra, tra le altre cose, l'accelerazione dello sviluppo di AI e soluzioni digitali.

660 miliardi all’anno tra il 2026 e il 2030 e 695 dal 2031 al 2040. Si aggira su queste cifre il bilancio degli investimenti necessari al vecchio Continente, contenuto nel Rapporto sullo Stato dell’Energia Europea 2025 pubblicato dalla Commissione UE.  

Il fulcro delle ingenti spese nel settore energetico previste dal documento, a livello di Comunità Europea, è chiaramente orientato ad accelerare la diffusione delle energie rinnovabili, ridurre il consumo energetico attraverso misure di efficienza energetica, rafforzare la flessibilità, sviluppare gli interconnettori e modernizzare le infrastrutture elettriche. Obiettivi che, nel lungo termine, dovrebbero condurre alla realizzazione di una vera Unione dell’Energia, fondata su energia pulita di origine interna e maggiore efficienza, in grado di ridurre ulteriormente la dipendenza dell’UE dai combustibili fossili, di abbassare strutturalmente i prezzi dell’energia e contribuire al raggiungimento degli obiettivi climatici.

Il Piano Startegico per tecnologia e innovazione

Inoltre, viene ribadita l’intenzione di continuare a valorizzare il Piano Strategico per le Tecnologie Energetiche (SET Plan) dell’UE, uno dei principali strumenti del quinto pilastro dell’Unione dell’Energia dedicato a ricerca, innovazione e competitività, al fine di sviluppare nuove tecnologie e ridurne i costi attraverso sforzi coordinati.

È, infatti, fondamentale – sancisce il Report – che le tecnologie innovative sviluppate in Europa possano prosperare affinché la transizione energetica abbia successo e per garantire che il futuro sistema energetico si basi su un settore europeo delle tecnologie pulite competitivo.

Lo sviluppo e l’adozione di soluzioni digitali e applicazioni di intelligenza artificiale (IA) offrono un grande potenziale per migliorare l’efficienza e la flessibilità del sistema energetico, facilitando al contempo l’integrazione delle energie rinnovabili a costi più contenuti.

Allo stesso tempo, è fondamentale assicurare la cybersicurezza del sistema energetico dell’UE e pianificare in modo adeguato l’integrazione del crescente consumo energetico dei data centersottolinea.

Riduzione dei prezzi dell’energia e rafforzamento della competitività

Secondo il Report, l’attuazione del Piano d’Azione per l’Energia Accessibile e del Clean Industrial Deal procede regolarmente ed è fondamentale per offrire sollievo a industrie e consumatori, sia nel breve che nel lungo periodo. Tuttavia, un dato di fatto è che i prezzi medi dell’energia in Europa restano più alti rispetto a quelli dei principali concorrenti e variano notevolmente tra gli Stati membri, compromettendo la competitività industriale.

Per questo motivo, la Commissione ha intensificato gli sforzi per abbassare i costi energetici. In particolare, il documento fa riferimento ad un pacchetto di 7 azioni chiave volte a garantire benefici rapidi e duraturi a imprese e cittadini. Tra queste vanno senz’altro annoverati gli sforzi nell’ambito delle norme sul mercato elettrico per disaccoppiare le bollette dalla volatilità dei prezzi, promuovendo i contratti di fornitura di energia a lungo termine.

Tra le iniziative citate ci sono poi quelle della Banca Europea per gli Investimenti (BEI), che ha assunto un ruolo guida in questo ambito e lancerà un programma da 1,5 miliardi di euro per fornire garanzie bancarie ai produttori europei di componenti per le reti elettriche, e un progetto pilota da 500 milioni di euro in controgaranzie per i contratti di acquisto di energia pulita (PPA).

L’impegno finanziario

Come confermato dalla valutazione della Commissione sui Piani nazionali per l’energia e il clima (PNEC) e sulle più recenti proiezioni di emissioni fornite dagli Stati membri, l’UE continua ad avanzare verso gli obiettivi 2030, ma raggiungere i target non sarà facile, richiedendo un’accelerazione e miglioramenti in molti settori.

Entrando nel merito delle previsioni economiche, la direzione che il testo, di 25 pagine, vuole dare è abbastanza chiara: al fine di mobilitare ingenti capitali privati, i finanziamenti pubblici devono essere meglio indirizzati. Ciò richiede un approccio flessibile, che preveda cioè una combinazione coordinata di azioni non finanziarie e un ampio insieme di strumenti finanziari, tra cui meccanismi di riduzione del rischio a soluzioni strutturate e di potenziamento dei rendimenti.

Il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF)

Convogliando i fondi dell’UE sia nell’espansione della capacità di energia rinnovabile e nello stoccaggio di elettricità su larga scala, sia nella modernizzazione delle reti di trasmissione e distribuzione negli Stati membri, il Dispositivo per la Ripresa e la Resilienza (RRF) contribuisce all’obiettivo di aumentare la quota di energia rinnovabile ad almeno il 42,5% entro il 2030. Oltre agli investimenti, il RRF sostiene gli Stati membri nell’adozione di riforme favorevoli agli investimenti, volte ad accelerare il rilascio dei permessi per le rinnovabili, migliorare l’accesso alle reti e rendere il sistema elettrico più flessibile.

Il RRF dovrebbe fornire 61 GW di nuova capacità installata da fonti rinnovabili, consentendo di risparmiare diversi miliardi di metri cubi di gas naturale, coprendo il fabbisogno elettrico di circa 40 milioni di famiglie, e modernizzando o costruendo oltre 10.000 km di reti elettriche. Una quota significativa del RRF è stata inoltre dedicata all’efficienza energetica, in particolare negli edifici. Dei 723,8 miliardi di euro disponibili nel quadro del dispositivo, 106,5 miliardi di euro sono stati destinati a investimenti in efficienza energetica, pari al 15% dei fondi.

Energia nucleare, quale futuro?

Nel campo dell’energia nucleare, la Commissione ha pubblicato l’ottavo Programma Illustrativo Nucleare (PINC) il 13 giugno 2025, che offre una panoramica completa e basata su dati concreti delle esigenze di investimento nucleare necessarie per raggiungere gli obiettivi degli Stati membri, individuando le aree in cui l’azione deve essere prioritaria. 

Lo scenario “base case” prevede investimenti di circa 241 miliardi di euro (valore attuale), di cui 205 miliardi per la costruzione di nuovi reattori su larga scala e 36 miliardi per l’estensione della vita utile di quelli esistenti. I dati operativi più recenti confermano che la flotta nucleare dell’UE opera con un fattore di capacità superiore all’80%, contribuendo alla fornitura di base e agli obiettivi di decarbonizzazione, oltre a rappresentare un importante elemento per la competitività industriale e la sicurezza dell’approvvigionamento in alcuni Stati membri.

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