No alla violenza

Spot&Social. Campagna contro la violenza domestica al Super Bowl (video)

di Alberto Contri |

Al Super Bowl campagna sociale contro la violenza domestica che si distingue per intelligente creatività.

Ha fatto molto discutere, anche per la sua intelligente creatività, lo spot contro la violenza domestica andato in onda durante l’ultimo Super Bowl. Anche perché uno slot di 30”, quest’anno la NBC lo fatturava a 4,5 milioni di dollari (visto che l’audience è di oltre 110 milioni di persone, senza contare lo streaming).

La Rubrica Spot&Social è curata da Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

Così in mezzo agli snack, alle birre e alle auto, è comparso uno spot sociale fatto realizzare gratuitamente dalla National Football League alla propria agenzia per l’iniziativa NoMore, sostenuta da un interessante mix di associazioni, fondazioni e aziende attente alla CSR (The Allstate Foundation, Avon Foundation for Women, Joyful Heart Foundation, Kaiser Permanente, Kimberly-Clark, Fifth & Pacific Foundation, Finn Partners, Verizon Foundation, Mary Kay Inc., Break the Cycle, Casa de Esperanza, Men Can Stop Rape, National Alliance to End Sexual Violence).

A differenza delle paternalistiche e spesso scolastiche campagne che si vedono da noi, l’effetto sorpresa che ha fatto certamente riflettere una gran parte della sterminata audience è consistito nella ripresa di una casa apparentemente normale, in cui si avverte la presenza di un marito violento anche per i segni che via via si scoprono, mentre la moglie sottovoce sta parlando con la polizia…ordinando una pizza. Solo dopo un po’ l’operatore si rende conto che si tratta di un trucco per non farsi scoprire e per cercare di fare arrivare subito i soccorsi.

Se stiamo lontani dall’italico stivale, scopriamo quanta sapiente creatività viene profusa per attirare l’attenzione sul problema della violenza contro le donne, reclutare adepti o raccogliere fondi per associazioni impegnate su questo fronte.

In Libano, l’associazione Kafa ha diffuso un video virale in cui vediamo alcune passeggere su un taxi guidato da una donna, assistere sempre più allibite al linguaggio rude e sboccato con cui il navigatore indica la strada alla tassista. Un provvidenziale sms invita a non sopportare oltre e a intervenire.

Fa molto riflettere anche il video realizzato da Ogilwy & Mother di Dubai per “UN Woman”. Partendo dal 1869 si ripercorrono tutte le battaglie vinte dalle donne nella storia. Ma la sorpresa arriva quando, arrivati al 2013, si mostra cosa compare nella ricerca automatica di Google nel completamento della frase “le donne dovrebbero…”. I primi quattro risultati sono: “stare a casa”, “essere schiave”, “stare in cucina”, “non parlare in chiesa”. Ogni commento è superfluo. Proprio per questo Pubblicità Progresso sta promuovendo la campagna “Puntosudite”.

Non manca l’approccio ironico per sorprendere e invitare a riflettere sull’indifferenza di chi tollera senza far nulla la violenza sulla donna. E’ il caso della campagna dell’associazione sudafricana POWA (People Opposing Woman Abuse) che mostra un curioso esperimento: gli esercizi di un giovane batterista richiamano l’attenzione di tutti i vicini, che ben presto si presentano alla sua porta per invocare un po’ di pace. Ma nulla succede quando il giovanotto prova a mandare a tutto volume la registrazione di un alterco dalla quale si capisce che una donna viene maltrattata e picchiata. Nonostante le urla di aiuto, nessuno dei vicini si presenta anche solo per capire cosa sta succedendo…