Giovani e alcol

Spot & Social. Contro l’abuso di alcol, meglio puntare sull’ironia (Video)

di Alberto Contri |

Le aziende produttrici di alcolici, ma anche media come MTV e persino il National Institute for Public Health svedese hanno compreso che non servono toni paternalistici per allertare i giovani sui pericoli dell’alcol: meglio campagne divertenti ma non per questo meno efficaci.

La piaga dell’alcolismo si sta allargando, soprattutto tra i giovani: secondo una recente ricerca Istat, i comportamenti a rischio di consumo giornaliero non moderato, da parte dei ragazzi di 11-15 anni, riguardano 7 milioni e 464 mila persone. Ma il trend è simile in tutto il mondo.

La Rubrica Spot&Social è curata da Alberto Contri, presidente della Fondazione Pubblicità Progresso. Per consultare gli articoli precedenti, clicca qui.

E’ quindi assai interessante osservare come le aziende produttrici di alcolici (in questo caso, birra) stiano facendo campagne di CSR che invitano a bere con moderazione. La più recente è della birra Budweiser: protagonista un cane, che aspetta con grande sofferenza il giovane padrone che per  una notte non torna a casa. Si scoprirà che si era fermato a dormire da un amico perché aveva bevuto troppo per guidare: anche per evitare di correre il rischio di lasciare il cane solo per sempre.

Merita, in proposito, ricordare la meno recente campagna di un’altra azienda produttrice di birra, la Heineken, sempre con un cane come protagonista. In questo caso si tratta di un cane-guida, che dopo aver leccato della birra caduta per terra, comincia a trascinare il cieco a lui affidato a zig-zag…Una campagna molto simpatica, che ha suscitato grande interesse e consenso.

 

In termini di esecuzione, notiamo ancora una volta che le imprese sanno usare linguaggi divertenti e non paternalistici, tipici invece delle campagna governative.

E’ il caso di un’altra campagna di MTV, rimasta famosa, che spiega con un linguaggio impertinente e scabroso “come farti tutti i Black Russian che vuoi e tornare a casa sano”.

Per finire, vediamo un rarissimo caso di una campagna di tipo governativo, con un linguaggio altrettanto scabroso e divertente ad un tempo…ma va ricordato che si tratta del “National Institute for Public Health”…svedese!