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Smart city, gli obiettivi della Commissione Ue al 2023 a rischio (Report Vodafone)

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Secondo un report commissionato da Vodafone, serve un'accelerazione per centrare gli obiettivi di 100 smart city a emissione zero entro il 2030 fissati dalla Commissione Ue.

Gli obiettivi della Commissione Ue per lo sviluppo di 100 smart city a emissione zero entro il 2030 sono a rischio. L’allarme arriva da Vodafone, che ha realizzato un report ad hoc per sensibilizzare l’esecutivo europeo sulla necessità di misure urgenti e di fondi adeguati per il raggiungimento dei suoi ambiziosi obiettivi. Servono inoltre una task force ad hoc e la disponibilità di reti ultraveloci per raggiungere i target.  

Uno studio completo in 10 paesi europei commissionato da Vodafone e condotto da Opinion Matters – “Fit for the Future Cities: How technology can accelerate Sustainable Change” – ha intervistato 550 esperti di città con responsabilità per la tecnologia e l’innovazione per identificare i tassi di adozione delle città intelligenti, le opportunità e i principali ostacoli.

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I dati

“Fit for the Future Cities” ha riscontrato alti livelli di supporto per l’adozione delle città intelligenti in Europa:

• L’88% degli intervistati ha affermato che il proprio Paese ha iniziato il suo percorso di trasformazione digitale delle smart city,

• Il 79% ritiene che le soluzioni per le città intelligenti siano apprezzate dalle proprie autorità locali.

• 7 città europee su 10 intervistate intendono investire in soluzioni intelligenti in futuro, con più della metà (52%) che prevede di spendere 2-10 milioni di euro nei prossimi tre anni.

Per quanto ciascuno dei 10 paesi si trovi ad un livello diverso di avanzamento nello sviluppo delle smart city, tutti si sono espressi sottolineando il problema della “frammentazione delle responsabilità”, che si traduce in concreto la necessità di superare ostacoli a diversi livelli geografici nonché la complessità di un coordinamento multiplo fra diversi gangli dello Stato fra comuni, governi nazionali ed enti intergovernativi come l’Unione Europea.

I principali ostacoli

Secondo gli esperti i principali ostacoli per implementare le smart city sono:

mancanza di fondi

• legislazione

• infrastrutture adeguate

• problemi di privacy e sicurezza

• complessità delle procedure di appalto

• mancanza di strategia e

• competenze digitali

Joakim Reiter, Chief External Affairs Officer, Vodafone Group, ha dichiarato: “Le città intelligenti svolgono un ruolo essenziale in Europa nell’adattarsi alle più grandi sfide del nostro tempo come la crisi energetica in corso. Con tre quarti dei cittadini dell’UE che vivono nelle città e le città che rappresentano il 78% del consumo energetico mondiale, dobbiamo investire in soluzioni digitali in grado di ridurre il consumo energetico complessivo e ridurre la dipendenza dalle fonti di energia del carbonio. Se tutte le parti interessate dei settori pubblico e privato possono unirsi per dare la priorità allo sviluppo di tecnologie innovative, infrastrutture adeguate e competenze digitali, possiamo affrontare le sfide della mobilità, della digitalizzazione e dell’efficienza energetica dell’Europa”.

Vinod Kumar, amministratore delegato di Vodafone Business, ha dichiarato: “Vodafone collabora con i governi municipali di tutta l’UE dove le sue soluzioni sono già in uso, tra cui la misurazione intelligente per monitorare il consumo di energia e le SIM per aiutare i conducenti del trasporto pubblico a ridurre i costi del carburante e ridurre le emissioni di modificando il modo in cui guidano. Ora più che mai con l’attuale crisi energetica e del costo della vita, gli organi di governo e i responsabili politici non dovrebbero aspettare il “momento ideale” o la “soluzione perfetta”. Dovrebbero iniziare il loro percorso di digitalizzazione oggi, anche se questo significa iniziare con piccoli passi. Il momento è giunto e Vodafone è pronta ad aiutare i governi e la società ad affrontare queste sfide nell’immediato, medio e lungo termine”.

Il rapporto identifica cinque fasi dell’adozione delle smart city, con la maggior parte delle città (45%) che rientrano nella categoria “Pathfinder” (pioniere). I Pathfinder hanno iniziato ad adottare soluzioni, ma richiedono ulteriori finanziamenti e una strategia chiara per perseguire le loro ambizioni future, nonché un investimento in un’infrastruttura digitale adeguata. Il gruppo di paesi più avanzati nella loro trasformazione digitale è identificato come “Front-Runners”. Questo gruppo trae vantaggio dalle città tecnologicamente mature e desidera investire ulteriormente in soluzioni innovative, eppure rappresenta solo l’11% degli intervistati.

Le misure che possono accelerare le smart city

Il rapporto identifica le policy chiave che potrebbero accelerare l’adozione delle città intelligenti in tutta Europa e raccomanda quattro azioni specifiche:

1. Garantire che siano resi disponibili finanziamenti adeguati, attraverso investimenti sia pubblici che privati, e che le città siano informate del supporto a loro disposizione, insieme a chiare indicazioni su come accedervi.

2. Sviluppare progetti di città intelligenti, incoraggiando la creazione di task force per le città intelligenti. Queste task force dovrebbero condividere le migliori pratiche, ad esempio su come condividere i dati, e sviluppare strutture per misurare l’efficacia e l’impatto delle soluzioni per le città intelligenti. Le task force possono anche fornire raccomandazioni su come sviluppare e rispettare i quadri giuridici che influiscono sulla diffusione delle città intelligenti, come la sicurezza informatica.

3. Migliorare l’alfabetizzazione e le competenze digitali sia per la forza lavoro che seleziona e implementa soluzioni di città intelligenti, sia per i cittadini che utilizzeranno i servizi supportati da queste soluzioni.

4. Rendere disponibile e alla portata di tutti una connettività di alta qualità, poiché questo è il catalizzatore per lo sviluppo di una città intelligente di successo.