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The Morning View. Se qualcosa può andare male, lo farà inesorabilmente

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"Se qualcosa può andare male, lo farà inesorabilmente, ed il più delle volte nel momento peggiore possibile". E' la Legge di Murphy: mercati, analisti ed investitori l'hanno ben presente.

“Se qualcosa può andare male, lo farà inesorabilmente, ed il più delle volte nel momento peggiore possibile”. E’ la Legge di Murphy: mercati, analisti ed investitori l’hanno ben presente.

(1) L’inversione dei tassi di rendimento (“yield inversion”), (2) la correzione dei valori nel mercato immobiliare dalla Cina, alla Svezia, dagli Stati Uniti alla Gran Bretagna, (3) il rialzo dell’inflazione nei mesi a cavallo dell’estate, ormai stabilmente sopra il 5,2% (4) la recessione tecnica (ovvero più di 2 trimestri consecutivi in Germania), (5) la “disruption” progressiva del settore automobilistico su scala globale (basta andare a Monaco di Baviera al più importante Auto Show in Germania per rendersi conto che più del 40% dei nuovi modelli arrivano dalla Cina), (6) la fragilità delle global supply chain in settori chiave come quello dei microchip dovuti alla crescente e diffusa instabilità geo-politica, stanno creando progressivamente le condizioni per una rotazione dei mercati finanziari che non ha precedenti nella storia.

Crisi dell’immobiliare?

Occorre dire che fino ad ora (ed è sorprendente) i mercati finanziari si sono dimostrati a tutti gli effetti più resilienti delle attese, trainati dal ruolo trasformativo dell’intelligenza artificiale, ma è chiaro che si sta correndo velocemente verso un punto di non ritorno: le crisi finanziarie più importanti della storia degli ultimi 170 anni sono state innescate più di una volta dal crollo dei valori immobiliari, come è stato nel Settembre del 2008 (mutui subrpime).

Crisi alle porte

Sono passati 15 anni, siamo nuovamente nel mese di Settembre ed occorre valutare come affrontare la crisi che è alle porte. Non esistono ricette pre-costituite, ma come in passato l’unica chiave per interpretare la crisi sarà ancora legata ad una semplice domanda: da che parte del cambiamento vogliamo stare? Dai periodi di crisi si esce solo puntando (1) all’innovazione, (2) definendo quali siano le priorità chiave, (3) concentrando le poche risorse disponibili su pochi obiettivi, e (4) creando i presupposti per attirare gli investitori internazionali.

IPO alla Borsa di Milano non disponibili

Un dato su tutti: nei prossimi mesi sono in programma in Spagna 8 nuove quotazioni (IPO) per un controvalore di 20 miliardi di euro ed in Olanda in questo mese di Settembre andrà in quotazione ARM, la società di micro-processori controllata da Soft Bank, che è destinata a raccogliere 6/8 miliardi di risorse fresche. Ad oggi non siamo riusciti ancora a recuperare i dati sul controvalore degli IPO che da qui a fine anno si registreranno alla Borsa di Milano, perché non sono disponibili: anche di questo tengono conto gli investitori internazionali quando guardano all’Italia come mercato dove investire. Come in tutte le fasi di trasformazione dell’economia, l’unica opzione a disposizione dei Governi per uscire dalla crisi è quella di investire nelle infrastrutture: non c’è molto altro che nel medio-termine consenta di recuperare terreno in termini di competitività.

Di qui la necessità di puntare a perfezionare il percorso per creare le condizioni che consentano al Governo di portare in quotazione il Gruppo FS, con numeri importanti anche in ottica di una capitalizzazione prospettica: in un mondo globale “piccolo è bello” non è necessariamente una proposizione vincente, ed in Italia non ci sono molte società quotate che superano il miliardo di euro di market cap, troppo poco per “stare al mondo”.