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The Morning View. Da Tesla a Softbank, l’IA diventa il motore dell’innovazione. Chi ne è privo è fuori

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L'evoluzione dell'Intelligenza Artificiale Generativa si appresta a divenire il principale terreno di confronto a livello competitivo e con questo la geopolitica torna al centro: è un cambio di paradigma, che sta mettendo a dura prova mercati, analisti ed investitori.

“As a foundational technology, AI (Artificial Intelligence) will be critical in the race for innovation power [..] Faster airplanes did not help build faster airplanes, but faster computers will help build faster computers” (Eric Schmidt, già in passato CEO e Presidente di Google).

L’evoluzione dell’Intelligenza Artificiale Generativa si appresta a divenire il principale terreno di confronto a livello competitivo e con questo la geopolitica torna al centro: è un cambio di paradigma, che sta mettendo a dura prova mercati, analisti ed investitori e che sta progressivamente accelerando una rotazione irreversibile dei mercati finanziari. Siamo nelle fasi iniziali di quello che promette di essere un nuovo ciclo di innovazione che per magnitudo e’ comparabile a quello che prese forma agli inizi del secolo scorso negli anni ’20 (e forse non e’ una coincidenza), quando nell’arco di pochi anni l’invenzione del telefono, del motore a combustione interna e della distribuzione dell’energia elettrica cambiarono per sempre il mondo come lo abbiamo conosciuto fino ai giorni nostri.

E’ un percorso che inizia da lontano e che parte da due date chiave: l’IPO di Tesla al NASDAQ il 29 Giugno 2010, ed il lancio del Global Vision Fund da parte di Softbank nel maggio 2017. Sono passati 13 anni dalla quotazione di TESLA e forse ci siamo persi qualcosa. Sarebbe profondamente sbagliato ed antistorico guardare a Tesla semplicemente come un’azienda del settore automobilistico: e’ da tempo fra le piu’ avanzate societa’ al mondo nel campo dell’intelligenza artificiale e della robotica.

Come sarebbe un errore rimanere sorpresi dall’irruzione di PIF (il fondo sovrano saudita) in Telefonica, dove da qualche settimana i Sauditi sono diventati i primi azionisti con il 9,9% del capitale, doppiando la quota di Blackrock al 4,5%. E’ bene ricordare che dei 100 miliardi di dollari raccolti dal Global Vision Fund ormai quasi 7 anni fa’ (quando l’Intelligenza Artificiale non faceva ancora parte del vissuto quotidiano), 45 miliardi li ha investiti PIF e 15 li ha impegnati Mubadala (il fondo sovrano di Abu Dhabi). Con un solo obiettivo: ovvero quello di investire nelle applicazioni dell’Intelligenza Artificiale in piu’ settori. La scorsa settimana, la “research note” diffusa da Morgan Stanley ha sottolineato una volta di piu’ che l’investimento di 10 mliardi di dollari di TESLA nel super computer Dojo puo’ contribuire da solo a farne aumentare la capitalizzazione di 500 miliardi.

Basterebbe constatare che nel suo complesso la Borsa di Milano capitalizza in tutto 757 miliardi di euro per avere un’idea delle proporzioni e dell’impatto sui mercati finanziari. Il settore dei Trasporti e della Mobilita’ su scala globale, in ottica MaaS (Mobility as a Service), e’ gia’ da tempo al centro delle attenzioni di analisti ed investitori. E’ un settore gia’ sin d’ora destinato a cambiare per sempre: e’ de-facto il “test ground”, il laboratorio piu’ avanzato al mondo per l’applicazione dell’Intelligenza Artificiale, ed e’ al centro della piu’ grande ondata di investimenti di sempre. Rimanerne fuori dai giochi, ai margini del cambiamento, vuole dire finire per essere relegati senza appello ad una posizione di irrilevanza a livello competitivo.

Sono tre i requisiti chiave che guidano la scelta dei mercati, come nel caso di di quanto e’ avvenuto per Telefonica: (1) la disponibilità su larga scala di dati proprietari (proprietary data), elemento chiave per accelerare l’apprendimento degli algoritmi di intelligenza artificiale, (2) la disponibilità di risorse di high-perfomance computing a basso costo e non ultimo (3) l’impegno diretto del top management (commitment) nell’applicazione diffusa dell’Intelligenza Artificiale. Se manca solo uno di questi requisiti si e’ fuori dai giochi. A parità di condizioni, “size matters”: in un mondo globale, contano solo la dimensione degli investimenti , la scelta delle priorità e la disponibilità di dati proprietari (proprietary data) su larga scala.

Non e’ un caso che Telefonica sia diventata un target in base a due considerazioni di fondo: qualita’ del top management ed accesso a 343 milioni di clienti attivi in 17 Paesi, piu’ di Orange (287 milioni), di Deutsche Telekom (245 milioni), quasi tre volte quelli di TIM. I fondi sovrani del Golfo sono gia’ oggi il quarto investitore in Spagna, dietro a Blackrock (che ha in portafoglio investimenti in 72 societa’ quotate per un controvalore di 23 miliardi di euro) Vanguard e Norges Bank.

Non è difficile prevedere che nel corso dei prossimi mesi il peso dei fondi sovrani del Golfo si fara’ maggiormente sentire e che scaleranno la classifica per ritrovarsi nelle posizioni di vertice nell’Eurozona. Ma non e’ da escludere che si traduca in un’opportunita’ per rilanciare gli investimenti in settori di punta, come le telecomunicazioni europee, gravati da un eccesso di debito, difficilmente rifinanziabile in un contesto di tassi di interesse stabilmente superiori al 4,5% ed un’inflazione in media sopra al 6%. Non e’ piu’ possibile trascurare che a tutti gli effetti l’impatto pervasivo dell’Intelligenza Artificiale costituira’ il benchmark che indirizzera’ le scelte degli investitori e polarizzera’ i mercati.

Da tempo e non da oggi, “every company is an AI company”. Lo sanno bene mercati e fondi sovrani, che tradizionalmente sono piu’ cauti ed investono con un orizzonte di lungo periodo: di certo non tarderanno a fare sentire la loro voce. “Decisions dont’ wait”: e’ bene prepararsi per tempo, perche’ come avrebbe detto l’Avvocato Agnelli “lamentarsi e’ da provinciali”.