L’uso dei libri digitali nelle scuole italiane è ancora del tutto marginale e al limite accettato come complemento del cartaceo. Secondo dati dell’AIE, appena il 16% delle licenze eBook di materiali digitali a corredo dell’edizione cartacea attivata nell’anno scolastico 2023/24 e un uso delle risorse fatto con il lumicino, pari a 11 accessi in un intero anno scolastico. Un disastro. La riforma avviata nel 2012 che puntava sulla diffusione dei libri in digitale non ha dato i frutti sperati e il costo dei libri, quasi sempre totalmente cartacei, è in aumento e resta un salasso per le famiglie. Un corredo medio per uno studente di quinto liceo scientifico a Roma costa più di 500 euro, in barba alla promessa non mantenuta del risparmio digitale. A pesare certamente il fatto che l’adozione della versione digitale resti facoltativa per il docente. Senza dimenticare la carenza di skill digitali degli insegnanti, un altro fattore che certamente non aiuta. Pesa anche la soluzione mista (cartaceo + digitale) che ha di fatto bloccato sul nascere la diffusione dei libri digitali.
Editoria scolastica, scarica il Rapporto preliminare Antitrust in PDF
Indagine preliminare dell’Antitrust sull’editoria scolastica
E’ questo, in sintesi, l’esito dell’interessante rapporto preliminare sull’editoria scolastica pubblicato il 29 luglio scorso dall’AGCM (Autorità Garante per la Concorrenza nel mercato) che ha avviato una consultazione pubblica aperta a tutti i soggetti interessati, in scadenza il prossimo 30 settembre. La pubblicazione del rapporto finale è stata prorogata al 31 dicembre, ma già la versione preliminare restituisce un quadro piuttosto chiaro: il digitale a scuola non sfonda.
Il rapporto preliminare tiene conto degli esiti di una consultazione pubblica iniziale (83 contributi), 19 audizioni di soggetti istituzionali e di mercato, richieste di informazioni a operatori-chiave e analisi di dati condotte con strumenti avanzati. Alcuni operatori (Mondadori, Zanichelli, Sanoma e Associazione Italiana Editori-AIE) hanno chiesto di divenire parti del procedimento.
Diffuse sono le aspettative di effetti anche profondi sul settore ascrivibili alla diffusione dell’intelligenza artificiale, sia nelle attività di sviluppo e produzione che nelle modalità d’uso delle risorse educative, con esiti che tuttavia risultano allo stato incerti.

Spesa alle stelle e non omogenea sul territorio
La scelta dei libri è in mano al corpo docente, ma la spesa è delle famiglie. A fronte del calo della popolazione studentesca, la spesa media per studente è aumentata nel corso degli anni: nell’a.s. 2024/25 la spesa media teorica è stata di circa 580€ per l’intero ciclo SS1 e 1.250€ per SS2, con importanti differenze regionali. Secondo stime raccolte nel corso dell’indagine, le famiglie del Sud e delle Isole sostengono costi superiori rispetto al Nord, dove le adozioni di testi esclusivamente digitali e pratiche come il comodato d’uso a cura di scuole e amministrazioni locali sembrano più diffuse.

Riforma del 2012: transizione digitale incompiuta. Il subentro dell’eBook non c’è stato
Un percorso normativo-regolamentare avviato nei primi anni Duemila è culminato nella legge n. 221/2012 e nel D.M. n. 781/2013, che hanno definito i termini di un’ambiziosa riforma del sistema scolastico nazionale chiaramente orientata a sostenere l’adozione di libri digitali, con obiettivi (anche) di risparmi di spesa (mai decollati) e di efficienze d’uso a beneficio dell’utenza.
A questo fine, nell’ambito della Riforma, da un lato è stata stabilita la semplice facoltatività dell’adozione di libri per l’uso nelle classi, dall’altro sono state individuate tre distinte tipologie di libri adottabili da parte dei collegi-docenti:
• tipo A: edizione solo cartacea+contenuti digitali di corredo;
• tipo B: edizione cartacea+digitale (ebook)+contenuti digitali di corredo;
• tipo C: solo eBook+contenuti digitali di corredo.
A distanza ormai di quasi quindici anni dall’avvio della Riforma, nella pratica rimangono predominanti sia l’adozione di libri, presenti nella quasi totalità delle classi, che la scelta della loro edizione cartacea. Il libro cartaceo continua in effetti a dominare le preferenze dei docenti, ma nella versione combinata all’ebook (tipo B, con adozioni in oltre il 95% delle classi), mentre le adozioni di soli ebook (tipo C) restano marginali, anche se in crescita costante. Soprattutto, è l’effettivo utilizzo del digitale a restare scarso: secondo una recente indagine dell’AIE, solo il 16% delle licenze degli eBook contenuti nel tipo B è stato attivato nell’a.s. 2023/24 e, anche quando attivate, l’uso delle risorse è molto limitato (11 accessi medi/anno per SS1 e SS2, solo 4 nella SP).

I motivi principali del flop digitale
Sulla base degli accertamenti d’indagine, i fattori principali di tale esito includono:
• carente dotazione tecnologica per studenti e scuole;
• inadeguata formazione digitale del personale docente;
• vincoli tecnologici imposti dalle piattaforme proprietarie degli editori.

Vincoli tecnologici e barriere all’ingresso
La distribuzione di dispositivi da parte delle istituzioni resta limitata e frammentaria, mentre le pratiche di utilizzo di dispositivi propri da parte degli studenti, nella maggior parte dei casi 6 rappresentati da smartphone, incontrano ostacoli crescenti di tipo regolatorio.
Sul versante editoriale, dall’indagine è emerso come la digitalizzazione abbia richiesto investimenti elevati, di fatto mettendo in discussione una premessa di fondo della Riforma (libri digitali=risparmi produttivi) e creando un mercato dominato da pochi grandi editori, dotati delle risorse per sviluppare ecosistemi educativi complessi incentrati su piattaforme e applicazioni (“app”) digitali. Ciò ha determinato:
• aumento delle barriere all’ingresso per editori minori;
• rischi di concentrazione dell’offerta, riduzione della pluralità editoriale e della c.d. bibliodiversità.

Carenza di dispositivi
Riguardo ai dispositivi, quali pc, tablet e smartphone, nonostante le specifiche previsioni di cui al precitato art. 7 del D.Lgs. n. 63/2017 (supra, §92), è stato segnalato da più parti il persistente limite costituito da dotazioni inadeguate e non omogenee. Una rappresentanza di dirigenti scolastici e docenti ha stigmatizzato come la diffusione dei dispositivi non sia tuttora tale da consentire un impiego abitualmente efficace dei libri digitali192. Primari editori, dal canto loro, hanno attribuito proprio alle carenze sul versante dei dispositivi a disposizione della popolazione studentesca una delle ragioni principali della persistente preminenza dell’uso dei libri cartacei nelle scuole italiane.
Piattaforme proprietarie, il fallimento dello ‘Zaino Digitale’
I principali editori offrono accesso alle risorse digitali solo tramite piattaforme e app proprietarie: i tentativi di favorire un’interoperabilità tra piattaforme digitali (es. un progetto curato dall’AIE e denominato “Zaino Digitale”) sono falliti, così mantenendo e anzi per certi versi aggravando la frammentazione del sistema. Ciò avviene a discapito dell’usabilità delle risorse digitali da parte dell’utenza, che ha evidentemente bisogno di poter passare agevolmente da una risorsa all’altra, anche se di editori diversi.

Allo stato attuale, i principali ambienti digitali sono HUB Scuola (gruppo Mondadori), My Place (Sanoma) MyZanichelli (Zanichelli), DBookEasy (Giunti), mentre BSmart è un’entità indipendente che ospita editori e marchi diversi. Tali ambienti corrispondono da tempo a veri e propri ecosistemi educativi sviluppati per interagire con utenze diverse, al di là della consultazione della versione elettronica del libro di testo e dei suoi contenuti di espansione: ai docenti, in particolare, sono offerti ampi servizi di supporto legati al libro adottato, in possibile associazione con più ampie attività di formazione del corpo docente curate direttamente dalle imprese.
Allo stato attuale, le principali piattaforme e app limitano:
• il download e la stampa dei materiali;
• l’interazione con i contenuti (annotazioni, personalizzazioni);
• la durata dell’accesso (spesso solo 2-3 anni solari). Ciò avviene in conseguenza del fatto che l’edizione digitale viene concessa in licenza d’uso temporanea e non (più) in vendita.
Leggi anche: Scuola digitale, il Ministro Carrozza: ‘eBook, grande rivoluzione’…ma non per l’Italia
Scuola digitale, Europa in forte ritardo: quasi l’80% degli studenti non usa eBook