Serie tv

Schermo&Schermo, il lento appiattimento di House of Cards

di Carlo Macchitella, produttore televisivo |

La 4a edizione della serie tv di Netflix fotografa ormai un mondo della politica e del potere lontano dalla attuale realtà.

Schermo&schermo, curata dal produttore televisivo Carlo Macchitella, si occupa di serie tv e film. Dal piccolo al grande schermo, tutte le novità sull’intrattenimento. Clicca qui per leggere tutti i contributi.

Le nuove puntate della quarta serie di House of Cards sembrano dipanarsi lentamente in mezzo all’indifferenza della critica e forse anche del pubblico. Non credo che la disattenzione, se non la disaffezione, verso questa serie sia dovuta al fatto che Kevin Spacey e Robin Wright siano entrati ormai nel ripetitivo e grigio tran tran della televisione, credo piuttosto che House of Cards fotografi il mondo della politica e del potere quale era fino a qualche anno fa e che, lentamente, si sta allontanando dalla attuale realtà.

https://youtu.be/CnmANOMLzhQ11

L’ascesa di Donald Trump in America, il populismo che ormai esplode in tutta Europa, il disprezzo crescente verso la politica sempre più delegittimata e incapace di svolgere il suo compito di governare  incalzata come è dalle critiche sempre più serrate che vengono dalla rete e dall’operato di poteri, come la magistratura e l’informazione che molto spesso debordano dai propri compiti, fanno sì che la politica non sia più considerata come un’arte o come una necessità del vivere comune, ma come un qualcosa che può tranquillamente non esistere.

Tutto questo fa sì che i protagonisti e le storie di House of Cards appartengano al passato ed esista quindi una sorta di iato fra ciò che si racconta e la realtà. Frank Underwood è diventato cioè un personaggio appartenente al secolo precedente perché nell’immaginario che avanza il nuovo Frank Underwood, il politico vincente, è Donald Trump, i pm di Potenza, Travaglio o Casaleggio.

Essere un politico intelligente, garbato, preparato, colto seppure deciso e delinquente non appartiene più a l’immaginario condiviso, ma appartiene piuttosto alla storia del tempo che fu.

House of Cards fotografa in questa chiave lentamente e inesorabilmente la fine di un tipo di politica, di quella democrazia parlamentare che ha caratterizzato nel bene e nel male il ventesimo secolo. Forse noi oggi avvertendo la crisi in termini di ascolti e di interesse di House of Cards assistiamo anche alla crisi della democrazia parlamentare, un sistema politico destinato a morire come sono morti la monarchia assoluta o il feudalesimo, l’impero romano e la polis ateniese.