Crescono le comunicazioni satellitari in bassa orbita terrestre, il report
I satelliti in orbita bassa terrestre (LEO, Low Earth Orbit) si stanno affermando come pilastro strategico nell’economia spaziale globale. Operando tra i 160 e i 2.000 chilometri dalla superficie terrestre, stanno rivoluzionando l’accesso ai dati, la connettività e l’intelligence per la difesa.
Secondo il recente rapporto “LEO Satellite Market by Subsystem, Satellite Mass, Application, End Use, Frequency, and Region – Global Forecast to 2030”, il mercato crescerà da 11,81 miliardi di dollari nel 2025 a 20,69 miliardi di dollari entro il 2030, con un CAGR dell’11,9%.
Una crescita che riflette non solo il progresso tecnologico, ma anche un cambiamento di paradigma nell’infrastruttura delle comunicazioni globali.
Il ruolo strategico delle costellazioni LEO nell’economia spaziale
A differenza dei satelliti geostazionari (GEO), che orbitano a 36.000 km dalla Terra, i satelliti LEO garantiscono latenza ultra-bassa, osservazione terrestre in tempo reale e connessioni a banda larga anche nelle aree più remote.
La loro agilità, la frequente capacità di rivisitazione e i costi contenuti li rendono essenziali per diverse aree strategiche, tra cui: internet globale: programmi come Starlink, OneWeb e Kuiper di Amazon puntano a copertura totale; difesa e sorveglianza: i militari prediligono LEO per comunicazioni tattiche e osservazione in tempo reale, soprattutto per la loro natura dual use; gestione delle emergenze e monitoraggio climatico: immagini ad alta risoluzione cruciali per azioni rapide.
Miniaturizzazione e produzione in serie: costi in calo, mercato in espansione
Un trend fondamentale del settore LEO è l’ascesa dei microsatelliti e CubeSat, che nel 2024 hanno dominato il mercato. I minisatelliti (massa tra 101 e 500 kg) offrono ora funzionalità che una volta richiedevano piattaforme molto più grandi.
Tra i fattori trainanti l’elettronica miniaturizzata che riduce i costi mantenendo alte prestazioni, le costellazioni per maggiore copertura e ridondanza e l’accesso commerciale ai lanci, con razzi riutilizzabili come il Falcon 9 di SpaceX.
Questa democratizzazione permette a startup, università e paesi emergenti di accedere allo spazio come mai prima.
L’App Killer dei Satelliti LEO
La principale applicazione dei satelliti LEO è la comunicazione e con buone ragioni. Dove l’infrastruttura terrestre non arriva, i satelliti LEO colmano il vuoto offrendo: internet satellitare ad alta velocità che compete con la fibra, comunicazioni militari sicure e reattive, IoT (Internet of Things), tracciamento e backhaul mobile con latenza minima.
Grazie a questi usi, anche nanosatelliti e microsatelliti ospitano oggi payload avanzati, supportati da sistemi di potenza miniaturizzati e ad alta efficienza.
Il Nord America leader della nuova orbita
Il Nord America è destinato a mantenere la leadership del mercato LEO almeno fino al 2030. Ciò grazie a SpaceX, con Starlink, la più ampia costellazione commerciale al mondo, Lockheed Martin, Northrop Grumman, con le sue piattaforme satellitari per difesa e uso civile, e al sostegno governativo, con la NASA, Dipartimento della Difesa e FCC che promuovono attivamente il settore LEO.
La regione beneficia inoltre di forti investimenti privati, partnership pubblico-private, e una rete di centri di innovazione che alimentano un ecosistema spaziale in continua espansione
Sfide future: traffico orbitale, regolamentazione e frequenze
L’altitudine ridotta dei LEO è un vantaggio operativo, ma comporta seri rischi di congestione e detriti spaziali. I megaprogetti di costellazioni potrebbero rendere l’orbita LEO insostenibile se non gestiti adeguatamente.
Altre sfide includono la gestione delle frequenze radio, sempre più contese, e il coordinamento internazionale per evitare interferenze e collisioni.
Servono inoltre investimenti in sistemi di rimozione dei detriti attivi, gestione del traffico spaziale basata su intelligenza artificiale e un quadro normativo più chiaro con accordi multilaterali.
Un ecosistema globale e competitivo
I protagonisti del mercato LEO spaziano da giganti industriali a giovani innovatori e abbiamo la già citata SpaceX, Airbus (Germania), esperta in satelliti per telecomunicazioni e osservazione, OneWeb (UK), Planet Labs, GomSpace e CASC (Cina).
Questa diversità alimenta l’innovazione, ma rende ancora più urgente la cooperazione in un’orbita sempre più affollata e dal punto di vista geopolitico la situazione si complica rapidamente.
L’Europa, al confronto, si trova in una posizione subordinata. Pur vantando eccellenze come Airbus Defence & Space, Thales Alenia Space, OHB SE, SSTL, e nuovi player come Exotrail o EnduroSat, manca un’iniziativa sistemica comparabile a Starlink o Kuiper. La conseguenza? Rischio di dipendenza europea da reti satellitari non europee per applicazioni civili e militari critiche: comunicazioni, dati geospaziali, intelligence.
La Commissione Europea, consapevole della posta in gioco, ha recentemente promosso iniziative per rafforzare l‘autonomia spaziale europea, tra cui IRIS 2 e GOVSATCOM.
Queste iniziative, però, devono superare gli ostacoli della frammentazione industriale, della lentezza burocratica e della competizione intra-europea. Serve una visione unitaria, come quella vista negli USA con Starlink, dove pubblico e privato collaborano in sinergia strategica.
Serve una strategia chiara che punti all’indipendenza digitale continentale.
Il mercato dei satelliti LEO non è più una nicchia, ma la spina dorsale della nuova economia digitale globale. Dall’agricoltura di precisione all’intelligenza artificiale, dal fintech alla gestione delle emergenze, i satelliti in orbita bassa sono ormai essenziali.
Space & Underwater, il videoreportage della 1^ edizione della Conferenza internazionale dedicata ai domìni Spazio e Subacqueo, promossa e organizzata dal giornale Cybersecurity Italia. La 2^ edizione si terrà il 3 dicembre 2025.