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Roberto Viola (DG Connect) ‘Ue chiede chiarimenti al Governo su nuove norme rete unica’

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Roberto Viola, direttore generale della DG Connect, rende noto che la Commissione Ue ha chiesto chiarimenti sulle nuove norme del Codice delle Comunicazioni Elettroniche, articolo 50 ter, che riguardano il soggetto unico non verticalmente integrato della rete così come definito nel nostro paese.

Norme rete unica, la Ue chiede chiarimenti

L’Unione Europea ha chiesto chiarimenti all’Italia sulla norma che prevede alleggerimenti regolatori in caso di aggregazione volontaria delle reti in fibra in un unico operatore non verticalmente integrato. Si tratta dell’articolo 50 ter del codice delle Comunicazioni elettroniche italiano, modificato l’anno scorso in concomitanza con il varo a livello europeo del nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni elettroniche.

 La Commissione Ue “ha chiesto allo Stato italiano che spieghi come funzioni il nuovo articolo 50 ter. Siamo in attesa di una risposta”, ha annunciato Roberto Viola, direttore generale Dg Connect della Commissione europea venerdì scorso in occasione di un convegno organizzato a Roma dalla neonata associazione Adec (Associazione di Diritto ed Economia delle Comunicazioni Digitali). In particolare, come ricostruito da Radiocor, la Commissione chiede se il profilo dell’operatore non verticalmente integrato, di cui al nuovo articolo 50 ter, sia pienamente coerente con la figura di operatore wholesale only (cioè presente solo nel mercato all’ingrosso e non anche nel retail) prevista dal codice europeo varato a dicembre 2018.

Leggi l’intervista a Roberto Viola “Il modello wholesale only è la risposta giusta”

Compatibile con operatore wholesale only?

Operatore wholesale only per il quale, secondo il nuovo Codice europeo delle Comunicazioni elettroniche, sono previste diverse facilitazioni in termini di coinvestimenti e co-sharing delle reti, per accelerare la posa della rete ultrabroadband.

Il nuovo codice europeo delle Comunicazioni elettroniche deve essere ancora recepito dall’Italia entro il 2020 e indica, tra l’altro, l’alleggerimento degli obblighi regolamentari sull’operatore dominante in caso di impegni di coinvestimento nelle nuove reti e per le imprese attive solamente nel mercato all’ingrosso-wholesale only. La previsione della legge italiana di u operatore non verticalmente integrato è coerente con il profilo dell’operatore wholesale only previsto dal nuovo codice europeo?

Il comma 4 bis dell’articolo 50 ter, su cui la Ue vuole chiarimenti, prevede che “qualora il trasferimento dei beni relativi alla rete di accesso appartenenti a diversi operatori sia finalizzato all’aggregazione volontaria dei medesimi beni in capo a un soggetto giuridico non verticalmente integrato e appartenente a una proprietà diversa o sotto controllo di terzi indipendenti, ossia diversi da operatori di rete verticalmente integrati” l’Autorità “determina adeguati meccanismi incentivanti di remunerazione del capitale investito, tenendo conto anche del costo storico degli investimenti effettuati in relazione alle reti di accesso trasferite, della forza lavoro dei soggetti giuridici coinvolti e delle migliori pratiche regolatorie europee e nazionali adottate in altri servizi e industrie a rete”.

Compatibile con modello RAB?

In altre parole, sono due i dubbi della Commissione Europea circa la nuova normativa italiana. Il primo, se questa previsione di un operatore non verticalmente integrato cui conferire le reti Tlc sia appunto coerente con il profilo dell’operatore wholesale only previsto dal nuovo Codice delle Comunicazioni Europeo, che esclude il controllo da parte di un player Tlc.

In secondo luogo, la Commissione Ue vuole vederci chiaro sul modello RAB valido per altri operatori non integrati, come Snam e Terna, immaginato in Italia anche per un operatore unico nelle Tlc.

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