l'intervista

‘Il modello wholesale only è la risposta giusta’. Intervista a Roberto Viola (DG Connect Commissione Ue)

di Raffaele Barberio e Paolo Anastasio |

Dove va l’Europa digitale? Ne abbiamo parlato con Roberto Viola, Direttore Generale della DG Connect della Commissione Europea, in occasione della sua visita a Roma al convengo promosso da Campidoglio, Fastweb ed Ericsson sui progetti pilota del 5G nelle principali città europee.

Roberto Viola, Direttore Generale DG Connect della Commissione Ue, fa il punto sul dibattito Ue sul pacchetto Telecom e parla di fake news, Data Protection, Social media, Bilancio Ue: ‘Dieci miliardi di euro per il digitale nel prossimo bilancio comunitario non sono certo una cifra irrilevante’.

Dove va l’Europa digitale? I dossier sul tavolo a Bruxelles sono numerosi. Quelli di più stringente attualità sono il dibattito europeo sul pacchetto Telecom, che riguarda il nuovo quadro normativo sulla gestione delle frequenze in vista del 5G; il dibattito sul modello di operatore wholesale only; gli investimenti in nuove tecnologie, con particolare attenzione allo sviluppo di un modello europeo di Intelligenza Artificiale; l’imminente entrata in vigore del nuovo Regolamento Ue sulla Data Protection; il budget destinato al digitale nel nuovo Bilancio europeo, con una cifra assai rilevante pari a 10 miliardi di euro. Ne abbiamo parlato con Roberto Viola, Direttore Generale della DG Connect della Commissione Europea, in occasione della sua visita a Roma al convengo promosso da Campidoglio, Fastweb ed Ericsson sui progetti pilota del 5G nelle principali città europee.

Key4biz. Quanti fondi sono destinati al digitale nel Bilancio Ue?  

Roberto Viola. Dieci miliardi di euro nel prossimo bilancio comunitario, che per lo sviluppo del digitale sono una dotazione importante per promuovere Ricerca e Sviluppo di nuove tecnologie in Europa. Su questo punto mi devo però rattristare di una cosa. Quando ho letto i commenti dei principali giornali italiani sulla proposta del bilancio europeo, ho notato che si sottolineavano soprattutto i tagli che l’Europa avrebbe fatto ai fondi all’assistenza e a quelli per la coesione. Nessuno in Italia ha parlato invece dell’aspetto più rilevante, vale a dire del raddoppio dei fondi per la voce Ricerca e Sviluppo. Ma l’Italia è un contributore netto e ciò significa di fatto che se da un lato paga di più, dall’altro riceve anche di più. Il valore aggiunto del nuovo Bilancio Ue è sui grandi progetti di ricerca e sviluppo e sulle tecnologie. Ed è proprio lì che si trova la grande scommessa di ripresa per il nostro Paese, che peraltro, e lo dico a malincuore, non riesce a investire più dell’1,5% del Pil in attività di Ricerca e Sviluppo.

 

Key4biz. Come procede a Bruxelles la discussione sul pacchetto Telecom?

Roberto Viola. Vista la complessità del pacchetto Tlc direi abbastanza bene. Penso che un accordo verso la fine di giugno sia possibile. Rimane tuttavia da lavorare ancora sulle questioni che riguardano le regole di accesso.

Key4biz. Co-investimenti, modello di operatore wholesale only e frequenze 5G. C’è l’accordo in Europa?

Roberto Viola.  Abbiamo già fatto una discussione importante sulla questione dei co-investimenti e sulla questione della regolazione simmetrica, mi attendo una sintesi a breve. Abbiamo già raggiunto un accordo su un tema che interessa molto l’Italia, vale a dire quello dell’operatore wholesale only. Quindi, mi auguro che in occasione della prossima riunione di negoziazione del Trilogo (Consiglio, Parlamento e Commissione) si possa chiudere il discorso.

Key4biz. E sulle frequenze?

Roberto Viola. Sullo spettro radio abbiamo già trovato un accordo importante, che prevede l’obbligo per gli Stati membri di assegnare le frequenze 5G entro la fine del 2020. C’è poi la liberalizzazione delle microcelle, per semplificare le procedure di installazione delle antenne di trasmissione nelle aree urbane.

Key4biz. Wholesale only, in che modo l’Europa valuta questo nuovo modello di business?

 Roberto Viola. Sull’argomento dell’wholesale only si sta creando una situazione paradossale. Da un lato, c’è un grande interesse in Italia e in alcuni paesi europei come Germania e Regno Unito. D’altra parte, va rilevato un certo distacco da parte degli altri paesi europei. Ma se posso esprimere la mia opinione ritengo che questo distacco sia un errore, perché il modello wholesale only è la risposta giusta rispetto a problemi nuovi che il 5G ha posto rispetto al precedente modello delle telecomunicazioni.

Key4biz. In che senso?  

Roberto Viola. Facciamo un esempio, come il caso dell’autostrada connessa. Nessun operatore avrebbe un ritorno economico adeguato tale da giustificare la copertura in 5G di tutta l’autostrada Roma-L’Aquila. Il punto è che le connected cars avranno bisogno di quella autostrada connessa. E se quell’investimento e quel nuovo servizio sull’intera tratta autostradale lo facesse il gestore dell’autostrada in qualità di operatore wholesale only? Ecco, questo è un caso emblematico che risponde alla sua domanda.

 

Key4biz. Oltre al gestore autostradale, ci sono altri soggetti in altri ambiti che potrebbero essere interessati al wholesale only?

Roberto Viola. Certamente. Ad esempio gli ospedali, gli impianti di produzione e le fabbriche e un po’ tutti quei soggetti che per le loro attività hanno bisogno di una copertura capillare, che prevede la posa di tante microcelle. Tante aziende potenzialmente interessate, quindi, ma anche gli stessi Comuni, in ottica di revenue sharing con altri partner. Il modello wholesale only ha il merito di sbloccare tutte queste possibilità di business. Noi ci crediamo e per questo lo abbiamo proposto, abbiamo lottato in Consiglio e in Parlamento e ci siamo riusciti. Penso che sarà una chiave importante in futuro. Di certo in un contesto infrastrutturale come quello italiano, il modello wholesale only è un fattore importantissimo, non solo per il 5G e la rete fissa. Per quanto riguarda il resto d’Europa, abbiamo visto grande interesse per il modello wholesale only soprattutto fra le utility.

 

Key4biz. Una banca d’affari inglese stima in 45-48 miliardi di sterline il costo complessivo di una rete 5G nel Regno Unito, cifra che si ridurrebbe del 60% con il modello wholesale only. Un bel risparmio potenziale per il sistema-paese, ma prevarranno invece gli interessi dei singoli operatori?

Roberto Viola. Sull’entità dei risparmi che potrebbe garantire, è difficile quantificare, ma la possibilità di un forte risparmio è concreta. E’ una questione complessa, soprattutto in uno scenario 5G, quando si parla di reti stratificate, che impongono di mescolare bande di frequenza diverse, di utilizzare insieme celle più grandi e microcelle. E’ chiaro che la messa a fattor comune di alcuni sforzi crea delle economie di scala e di scopo enormi. Ora, l’wholesale only risolve molti problemi concorrenziali che a Bruxelles ci poniamo, quando si discute di co-investimenti e condivisione di infrastrutture. Peraltro, il nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche prevede diversi modi di condividere le infrastrutture e addirittura anche le frequenze. L’wholesale only è un modello elegante, che può risolvere i problemi alla radice.

Key4biz. Sempre in tema di connettività, come procede il progetto WiFi4EU?

Roberto Viola. Era una scommessa, ma è stato un successo enorme. In Europa abbiamo 15mila comuni che si trovano in fase di pre-registrazione. Si tratta circa del 30% dei comuni europei. E’ un dato impressionante, che ci conferma come ci sia una grande voglia e disponibilità da parte dei Comuni di lavorare in maniera nuova e diversa.

Key4biz. Per chiudere il capitolo sulle Tlc, cosa prevede il nuovo Codice Ue per il servizio universale e i diritti degli utenti?

Roberto Viola.  Su questi due temi stiamo ancora lavorando. Ma è ragionevole pensare che per la fine di giugno riusciremo a chiudere l’accordo sul nuovo Codice Europeo delle Comunicazioni Elettroniche.

Key4biz. Un altro tema di grande attualità è la piena entrata in vigore il 25 maggio del GDPR, il nuovo Regolamento Ue sulla Data Protection. Quali saranno i principali cambiamenti in Europa?

Roberto Viola. Non mi aspetto grossi cambiamenti o disastri aziendali da un giorno all’altro dopo il 25 maggio. Quella del GDPR è un’entrata in vigore annunciata un anno fa, le aziende si sono preparate per tempo e in maniera condivisa da tutti. Quello che soprattutto cambia è la responsabilizzazione degli attori di mercato, perché le sanzioni previste dal regolamento sono rilevanti. Questo aspetto dà un forte incentivo alla responsabilizzazione. L’altra cosa che cambia è che queste sono le stesse regole per tutta Europa. Quindi, nessuno può pensare di stabilirsi in un Paese della Ue sperando che il regolatore locale sia più morbido. Tutto ciò garantisce i cittadini europei in qualunque Paese dell’Unione.

Key4biz. Cosa cambia per i cittadini europei con il GDPR?

Roberto Viola. Il GDPR garantisce la portabilità dei dati personali dei cittadini europei, il che significa ad esempio che la cartella sanitaria elettronica è di loro proprietà e non di qualcun altro. Quindi, i cittadini europei avranno il diritto di averla a disposizione e di trasportarla con sé sui loro device come lo smart watch, lo smartphone o il tablet e di consultare uno specialista in tutti i paesi della Ue con la loro cartella clinica al seguito.

Key4biz. Cosa può fare l’Europa per dare forza alla verità e combattere le fake news?   

Roberto Viola. Questo è un problema che non si risolve da un giorno all’altro. In primo luogo, va detto che questo è un problema culturale, che riguarda chi usa i social media. A noi hanno insegnato a scuola che ci sono i libri di storia buona e libri di storia cattivi. Ci hanno insegnato la critica storica, perché siamo passati attraverso diverse ere in cui la storia è stata manipolata. Questo i nostri ragazzi lo sanno, mentre hanno una sorta di accettazione passiva di tutto ciò che viene dai social media, dovuto al fenomeno psicologico della conferma, per cui più una notizia è curiosa e più click attira. E’ un processo perverso, che porta i motori di ricerca ad amplificare proprio queste news, che sono false. Tutto questo problema va affrontato e risolto in primo luogo con l’istruzione e l’educazione a scuola.

Key4biz. In che modo?

Roberto Viola. Servono delle lezioni scolastiche ad hoc, per impartire delle vere e proprie istruzioni per l’uso ai ragazzi su come usare Internet, come utilizzare i social media. Quella che noi chiamiamo la “digital literacy” (alfabetizzazione digitale). Questo è molto importante.

Key4biz. E ancora, come tutelare l’autenticità delle news diffuse in Rete?  

Roberto Viola. L’elemento fondamentale è il giornalismo di qualità, che è tutt’altro che finito nell’era dei social media. Un giornalista per la sua natura professionale ha i suoi codici etici, ha nel Dna e per formazione la pratica del fact checking e la sua professionalità non è certo la stessa di un blogger occasionale. Quindi, è fondamentale in questa epoca storica la difesa del giornalismo professionale e delle testate. Per questo abbiamo proposto la riforma del diritto d’autore, con il riconoscimento della testata. Oltre ai giornalisti, vanno protette anche le testate online.

Key4biz. Come proteggere le testate online nell’era delle fake news?

Roberto Viola.  Allo stesso modo in cui sono protette sono le etichette discografiche e le canzoni. A Bruxelles stiamo cercando di eliminare questa anomalia e di proteggere il giornalismo professionale. L’altro elemento di contrasto alle fake news è lavorare con le reti di fact checkers, con quelle universitarie pronte a mettersi a disposizione seriamente per vigilare su cosa circola in Rete.

Key4biz. Dopo il caso Cambridge Analytica che ha investito Facebook, le piattaforme stanno facendo abbastanza per evitare nuovi scandali su fake news e uso improprio dei dati degli utenti?

Roberto Viola. Le piattaforme devono dotarsi di un codice di autoregolamentazione serio. Ma questo processo va fatto insieme a tutti gli stakeholder coinvolti. Mi riferisco alla società civile, alle istituzioni e a tutti i soggetti designati al controllo di fake account, trasparenza di chi richiede o chi sigla contratti pubblicitari online, i profiling degli utenti. Tutto questo deve emergere con trasparenza nel dibattito. E speriamo che l’autoregolamentazione sia sufficiente.

Key4biz. Nella corsa al digitale, l’Europa non vuole essere schiacciata fra Usa e Cina. Sull’Intelligenza Artificiale ha deciso di fare un passo davvero importante in termini di investimenti e di mobilitazione dei Paesi. Qual è l’obiettivo di questa misura? 

Roberto Viola. Noi, in Italia e in Europa, abbiamo questo sogno sull’Intelligenza Artificiale all’europea che poggia sull’eccellenza dei nostri talenti. Basti pensare ad eccellenze italiane come l’Istituto Sant’Anna, i nostri Politecnici, a tante altre realtà come l’Università di Padova, l’Istituto Italiano di Tecnologia. La lista è lunga, non voglio fare torto a nessuno. Al tempo stesso noi in Europa abbiamo una scala di valori che è unica al mondo. L’etica sociale europea non ha eguali. La nostra ambizione è coniugare le eccellenze tecnologiche europee sull’AI con un senso forte dell’etica e del rispetto delle persone.

Key4biz. Cosa significa?

Roberto Viola. Noi non vogliamo finire con un agente AI che dice “tu non potrai mai avere un prestito in vita tua; tu non potrai più mandare i figli a scuola”. Oppure uno scanner degli occhi che decide che “tu non potrai avere un posto di lavoro”. Questi scenari non possono trovare patria in Europa. Noi non vogliamo che il futuro sia deciso dalle macchine. Intere generazioni hanno combattuto per difendere queste posizioni, il futuro appartiene alle persone. Questa è la sfida dell’AI europea.