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Rinnovabili: capacità aumenterà del +60% entro il 2026. Il Rapporto

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Un percorso di crescita per l’energia pulita che supererà anche le attuali difficoltà dei mercati, le lentezze burocratiche e l’aumento dei costi delle materie prime, ma che potrebbe non bastare per il raggiungimento dell’obiettivo zero emissioni entro il 2050, secondo l’Agenzia internazionale dell’energia.

Scarica il nuovo Rapporto dell’IEA: “Renewables 2021. Analysis and forecasts to 2026”

Prende o no il volo l’energia pulita? Accadrà tutto entro i prossimi cinque anni

La capacità complessiva degli impianti di fonti energetiche rinnovabili aumenterà in maniera consistente in tutto il mondo, entro pochi anni, secondo un nuovo Rapporto dell’Agenzia internazionale dell’energia (IEA).

La crescita stimata per il 2026 è del +60% rispetto al livello del 2020, a oltre 4.800 GW, che è equivalente all’attuale capacità totale mondiale di tutti i combustibili fossili e del nucleare messi assieme.

Solo per il 2021, sempre secondo lo studio, la nuova capacità di energia pulita dovrebbe salire a 290 GW, superando il record dell’anno passato.

Entro i prossimi cinque anni, le rinnovabili dovrebbero rappresentare il 95% dell’aumento globale di capacità, il 50% circa garantito solo dal fotovoltaico.

Il solare fotovoltaico, infatti, sarà il driver della crescita dell’offerta di energia elettrica pulita, grazie alla crescita stimata di capacità del +17% entro la fine dell’anno, raggiungendo un nuovo record di quasi 160 GW.

L’attuale crisi energetica non rallenterà le rinnovabili

Un risultato che, se raggiunto, darà un enorme contributo alla transizione ecologica ed energetica e questo nonostante l’aumento dei prezzi delle materie prime, fondamentali per costruire pannelli solari e turbine eoliche.

Le aggiunte record di elettricità rinnovabile di quest’anno, attese attorno ai 290 gigawatt, sono il segno che sta emergendo una nuova economia energetica globale“, ha affermato il direttore esecutivo dell’IEA, Fatih Birol.

Gli alti prezzi delle materie prime e dell’energia che stiamo vedendo oggi pongono nuove sfide per l’industria delle rinnovabili – ha precisato il direttore – ma anche i prezzi elevati dei combustibili fossili rendono le rinnovabili ancora più competitive“.

La geografia della transizione energetica

Stando al Rapporto, la Cina rimane il leader mondiale del settore e dovrebbe raggiungere i 1200 GW di capacità totale eolica e solare entro il 2026, quattro anni prima dell’attuale obiettivo del 2030 (anno in cui Pechino si attende il picco delle sue emissioni di CO2).

L’India è destinata a raggiungere il primo posto in termini di tasso assoluto di crescita, raddoppiando le nuove installazioni rispetto al 2015-2020 e accelerando quindi verso l’obiettivo delle 500 GW di capacità rinnovabile entro il 2030.

Europa e Stati Uniti sono sulla buona strada per accelerare significativamente sulla strada delle rinnovabili, rispetto ai cinque anni precedenti.

Questi quattro mercati insieme rappresentano l’80% dell’espansione della capacità rinnovabile in tutto il mondo.

Nel 2020, in Italia, il 37% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, con una produzione di circa 116 TWh, ma con una potenza installata è ancora distante dai target di neutralità climatica previsti per il 2030.

A fine 2020 risultano in esercizio in Italia circa 950.000 impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di oltre 56 GW. Di questi impianti, quasi 936.000 sono fotovoltaici, circa 5.700 eolici, mentre i restanti sono alimentati dalle altre fonti (idraulica, geotermica, bioenergie).

Emissioni zero entro il 2050, un obiettivo raggiungibile?

Entro la metà del secolo gli Stati dell’Unione europea si sono dati come obiettivo primario la riduzione a zero delle emissioni inquinanti, per trasformare l’Europa nel primo continente climaticamente neutro della storia.

Ce la faremo davvero? Secondo i ricercatori, con un’ulteriore accelerata, si tratta di un traguardo alla portata dei Governi europei.

Certo, ci sono da risolvere un po’ di problemi e di ostacoli da superare, come i costi elevati delle tecnologie e degli impianti, le infrastrutture da allargare, le barriere culturali e politiche.

Solo che si dovrebbe correre un 25% in più in termini di capacità aggiunta, se si vuole raggiungere questo obiettivo così importante per la nostra epoca.

Serve ancora più volontà, insomma, anche se, avvertono gli esperti, lo standard delle zero emissioni richiede un tasso di crescita della capacità aggiuntiva, per il periodo 2021-206, più del doppio veloce rispetto al meglio fin qui fatto.