Il documento

GreenItaly 2021: in Italia rinnovabili coprono 37% dei consumi elettrici. Cingolani: basta sindrome Nimby

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Presentato il Rapporto GreenItaly 2021 di Fondazione Symbola e Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica. Sono 441 mila le imprese italiane che negli ultimi 5 anni hanno investito sulla green economy. Creati 3,1 milioni di green jobs, il 13,7% degli occupati.

Il Rapporto

Presentato stamattina il 12° Rapporto GreenItaly, edizione 2021, realizzato dalla Fondazione Symbola e da Unioncamere, con la collaborazione del Centro Studi Tagliacarne e con il patrocinio del Ministero della Transizione Ecologica.

Un documento che nasce dalla necessità di seguire, valutare e supportare la transizione ecologica nazionale, ma anche quella energetica, entrambe fondamentali per affrontare la crisi climatica e ambientale e per raggiungere gli obiettivi di massima in ambito green come la riduzione delle emissioni climalteranti e la neutralità climatica.

Durante l’anno passato, quello dei mesi più duri della pandemia di Covid-19, nel mondo sono stati raggiunti nuovi record di potenza elettrica rinnovabile installata, si legge nel Rapporto, pari all’83% della crescita dell’intero settore elettrico nell’anno.

Cingolani: superare le barriere burocratiche per le rinnovabili

Anzi, durante il 2020 non ci sono stati rallentamenti o esitazioni negli investimenti green da parte delle imprese, ha dichiarato il ministro della Transizione energetica, Roberto Cingolani, intervenuto alla presentazione del Rapporto, “e il Sud si muove, seppur non ancora come il Nord”.

In questo scenario nazionale di crescita dell’energia pulita, c’è da fare anche un grande percorso di riforme, che in parte il Governo ha iniziato, per semplificare i passaggi burocratici che al momento allungano in maniera clamorosa i tempi di autorizzazione per la costruzione di un impianto.

Abbiamo 3 gigawatt bloccati per rilievi paesaggistici. La sindrome Nimby va fermata se non ci sono giustificazioni serie. La transizione non è procrastinabile”, ha ricordato Cingolani.

Con il termine Nimby, lo ricordiamo, ci si riferisce all’acronimo inglese per “Not In My Backyard“, non nel mio cortile, che indica un modo di dire e di protestare di un gruppo di persone e di una comunità che vede minacciata la sicurezza della propria area di residenza dall’insediamento di opere sociali, infrastrutturali o tecnologiche indesiderate.

La transizione ecologica certamente creerà più occupazione e nuove professioni, abbiamo però un problema molto grande da risolvere e al più presto e si chiama competenze: “Parlando di green jobs possiamo inventarci tanti lavori ma abbiamo un problema serissimo di formazione. Deve diventare materia fondamentale nelle scuole, serve una riflessione e una partnership pubblico-privato”, ha aggiunto il ministro.

Starace (ENEL): Italia raggiungerà obiettivi 2030, ma mancano competenze

Riguardo al raggiungimento degli obiettivi al 2030 di 70 gigawatt di rinnovabili, l’amministratore delegato di Enel, Francesco Starace, che ha partecipato alla presentazione del Rapporto ha dichiarato: “Tra il 2010 e il 2013 sono stati installati 15mila megawatt di impianti solari da parte degli italiani, che insieme hanno fatto 500mila impianti sorprendendo completamente gli esperti di energia del settore. Quindi penso che anche stavolta ce la faremo“.

L’Italia, ha continuato Starace, ha solo da guadagnare da questa transizione, “per il futuro bisogna rafforzare i punti di forza e affrontare i punti deboli. Con le risorse del Pnrr e gli investimenti a terra avremo bisogno di 15mila tecnici addizionali che non abbiamo“, problema questo legato alla carenza di competenze.

Rinnovabili in crescita, anche elettrificazione auto

Nello 2020, in Italia, il 37% dei consumi elettrici è stato soddisfatto da fonti rinnovabili, con una produzione di circa 116 TWh, ma con una potenza installata è ancora distante dai target di neutralità climatica previsti per il 2030.

A fine 2020 risultano in esercizio in Italia circa 950.000 impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, per una potenza complessiva di oltre 56 GW. Di questi impianti, quasi 936.000 sono fotovoltaici, circa 5.700 eolici, mentre i restanti sono alimentati dalle altre fonti (idraulica, geotermica, bioenergie).

Sono oltre 441 mila le aziende che nel quinquennio 2016-2020 hanno deciso di investire in tecnologie e prodotti green: il 31,9% delle imprese nell’industria e nei servizi ha investito, nonostante la crisi causata dalla pandemia, in tecnologie e prodotti green, valore che sale al 36,3% nella manifattura.

Per quel che riguarda l’occupazione, i contratti relativi ai green jobs – con attivazione 2020 – rappresentano il 35,7% dei nuovi contratti previsti nell’anno, per oltre 3,1 milioni di posti di lavoro.

Toccato anche il tema dell’elettrificazione dell’automotive. Nel nostro Paese la produzione di auto elettriche e ibride, che nel 2019 rappresentava solo lo 0,1%, nel 2020 è salita al 17,2%, mentre nel primo trimestre 2021 è arrivata al 39,5%.

Circa un’azienda su tre si è posizionata nel mercato dei veicoli elettrificati sviluppandone la componentistica.