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Rete unica, Labriola (Tim): ‘Tim ottimista su accordo preliminare con Cdp in qualche giorno’

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L'ad di Tim Pietro Labriola è ottimista sulla chiusura del MoU con CDP per la rete unica nel giro di pochi giorni.

Tim è ottimista sulla chiusura del MoU con CDP per la rete unica nel giro di pochi giorni. Lo ha detto l’ad Pietro Labriola in occasione della conference call che si è tenuta oggi a margine della trimestrale. Labriola si è detto fiducioso di raggiungere un accordo preliminare entro pochi giorni per fondere le risorse di rete del più grande gruppo telefonico italiano con quelle della rivale Open Fiber.

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Ritardi del MoU non preoccupano Tim

“Ci sono stati dei ritardi (la scadenza per il MoU era fissata al 30 aprile ndr)… ma gli stakeholder sono interessati a portare a termine il progetto, non vedo problemi”, ha detto l’amministratore delegato Pietro Labriola durante una conferenza stampa con i giornalisti dopo i risultati del primo trimestre.

L’ex monopolio telefonico sta lavorando a una ristrutturazione incentrata su una divisione delle sue attività di servizi dalle sue operazioni di rete all’ingrosso, dopo aver terminato i colloqui il mese scorso su un approccio di acquisizione dal fondo statunitense KKR.

Rete unica

Nell’ambito del piano di scissione, TIM ha avviato i colloqui con l’istituto di credito statale CDP per rilanciare un progetto a lungo ipotizzato di unire le proprie risorse di rete fissa con quelle della rivale a banda larga Open Fiber.

CDP possiede il 60% di Open Fiber e il 10% di TIM. Per garantire la supervisione statale di un asset strategico, avrebbe il controllo di qualsiasi entità di rete combinata.

Labriola ha affermato che sono coinvolti nelle discussioni anche i fondi KKR e Macquarie, che detengono partecipazioni di minoranza rispettivamente in Fibercop e in Open Fiber.

Il titolo Tim è sceso di circa lo 0,5% in apertura, dopo che la società ha registrato un calo del 16,7% del suo profitto principale nel primo trimestre, colpito dalla debolezza del mercato domestico.

Labriola, discussioni con KKR per partecipare al MoU con CDP

Nel Mou con Cdp per la rete unica “stiamo discutendo con KKr la partecipazione della stessa a questo Mou. tutto nelle dinamiche piu’ classiche in un contesto quale quello esistente in cui Kkr è socio di minoranza al 37,5% di FiberCop e quindi stiamo cercando di portare Kkr con noi in queste discussioni”, ha detto Labriola, spiegando che “quando abbiamo fatto il comunicato stampa relativo all’accordo che è stato siglato abbiamo espressamente indicato come l’accordo tra le parti era aperto alla possibilità di terzi soggetti di partecipare”.

“Stiamo parlando della integrazione di due reti, una quella di Open Fiber che vede Macquarie come socio l’altra quella di Tim al cui interno c’e’ FiberCop che vede come socio Kkr. Quindi non si tratta dell’assenso ma siccome sono parti che ad un certo punto dovranno essere messe al tavolo c’è anche la possibilità che vengano messe al tavolo dall’inizio nella stipula dell’Mou”, ha concluso.

Labriola, il piano del 7 luglio non è un maquillage finanziario

“Il piano del 7 del luglio non sarà un maquillage finanziario. Al di là della valorizzazione degli asset, pensiamo che industrialmente ci possono essere dei miglioramenti, anche solo per le sinergie e il dividendo regolatorio”, ha detto Labriola. Il manager ha spiegato che si è trovato a dialogare con diversi operatori, tra cui fondi di private equity, interessati a varie parti del gruppo, ma che prima l’ex monopolista deve definire il perimetro della riorganizzazione e poi potrà valutare quali sono i migliori partner finanziari o industriali.

“In un contesto normale, delle manifestazioni di interesse, fintanto che non portano finalizzazione di elementi a fini borsistici, normalmente non vengono comunicate. Noi, anche in considerazione al fatto che il titolo subisce variazioni in base al rumors, stiamo rilasciando le comunicazioni che hanno rilevanza a fine borsistici. Non posso negare di avere avuto interlocuzioni con altri soggetti che sarebbero, e l’uso del condizionale è importante, interessati a fare operazioni. Siamo alle fasi preliminari e ci sono anche altri fondi che hanno manifestato interesse a conoscere quale sarà la valorizzazione degli asset che spiegheremo il 7 luglio”. In questa data si terrà il Capital Market Day, dove sarà presentato al mercato il progetto di riorganizzazione, che supererà il modello di integrazione verticale.

Su KKR, con l’offerta del fondo USA per l’intera TIM che si è arenata, non sta a noi, ha detto Labriola. “Avevamo dato disponibilità e sulla base dei valori di borsa ha detto che non era disponibile a proseguire – ha spiegato – Nell’ultima comunicazione si è detta disponibile su altre attività. Noi rimaniamo disponibili a collaborare con KKR o con altri soggetti. Dobbiamo definire il nostro schema di gioco, che presenteremo a luglio, e non vogliamo che siano interessi dei singoli fondi a definire il piano. Prima definiamo il piano e poi individuammo partner che abbiamo il miglior fitting con questo”.

DAZN, principio di esclusività verrà superato

Per quanto riguarda l’accordo con DAZN, l’AD ha detto: Stiamo negoziando e sono abbastanza positivo, ma dato il contesto never say never. Non andrei più nel dettaglio”. L’ad ha fatto sapere che la trattativa procede e che il principio dell’esclusività verrà superato in futuro.

Piccole partecipazioni

Il capitolo M&A, fusioni e acquisizioni, per Tim riguarda solo piccole attività. “Stiamo cercando di fare una razionalizzazione ma si tratta di attività minori, abbiamo partecipazioni in alcune startup e stiamo valutando quali strategiche e quali no, e in questo caso la possibilità è disinvestire per rifinanziare altre operazione, ma si tratta di tutte attività inferiori ai 40 milioni di euro”.

Su lavoratori si cerca minor impatto possibile

Il piano di Tim avrà dei ‘costi’ per il personale ma sul numero di uscite previste quest’anno “non ci sono ancora elementi di dettaglio – risponde l’ad Pietro Labriola alla domanda di una giornalista – ma stiamo andando in continuità con gli strumenti giuslavoristici usati in passato che creano minore impatto anche dal punto di vista della garanzia, per esempio l’articolo 4 e la solidarietà”.