Cambio di rotta

Rai al giro di boa: nuovo canone e RaiWay per cercare la svolta

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La Rai chiude il primo semestre con una perdita di 77,9 milioni. Occhi puntati sulla Riforma Giacomelli che introdurrà un nuovo sistema per calcolare il canone e sull’Ipo di RaiWay che potrebbero consentire alla tv pubblica di tornare in attivo.

Primo semestre in perdita per la Rai, in attesa della riforma sulla tv alla quale sta lavorando il Sottosegretario alle Comunicazioni, Antonello Giacomelli, che dovrebbe essere entrare in vigore per fine anno e che ridefinirà i termini del canone, per contrastare la forte evasione che pesa sulle casse dell’azienda. L’azienda attende anche l’Ipo di una quota minoritaria di RaiWay, la società delle torri che dovrebbe sbarcare in Borsa per metà novembre e che permetterebbe alla Rai di poter chiudere in positivo l’anno 2014 dopo un lungo periodo di rosso.

Oggi Giacomelli, a margine della riunione informale dei Ministri Ue delle tlc a Milano, ha ribadito che a breve il Governo elaborerà un progetto di riforma radicale per il calcolo del canone Rai che è compreso nel decreto che approderà “rapidamente” a Palazzo Chigi.

Il Sottosegretario ha precisato: “lavoreremo la prossima settimana sul canone Rai e su altri aspetti. Il Governo e il Parlamento hanno altre priorità ma sul canone penso che saremo in grado di presentare rapidamente un progetto di riforma radicale del sistema di calcolo”.

La Rai, intanto, archivia un bilancio, a livello consolidato, con un buco di 77,9 milioni di euro, che include la quota parte della riduzione dei ricavi da canone determinata dal decreto Irpef pari 75 milioni di euro, contro la perdita pari a 3,2 milioni di euro dello stesso periodo del 2013.

La Capogruppo, parimenti, riporta una perdita pari a 78,4 milioni di Euro contro la perdita netta di 3,7 milioni del periodo corrispondente del 2013.

Diritti sportivi e Decreto Irpef pesano sui conti

 

A parità di condizioni, ossia prescindendo dal provvedimento legato al canone e dall’aggravio dei costi per gli eventi sportivi, le risultanze economiche del Gruppo mostrerebbero, rispetto al corrispondente periodo del 2013, “un deciso miglioramento con un risultato ampiamente positivo”, afferma Viale Mazzini in una nota.

“In un mercato radiotelevisivo progressivamente più competitivo – si legge ancora – Rai mantiene la sua posizione di centralità e di leadership fornendo un servizio sempre più articolato e finalizzato a soddisfare le preferenze di una platea televisiva più segmentata”.

L’andamento del primo semestre è stato condizionato sul fronte dei ricavi – spiega la Rai – dagli effetti del provvedimento legislativo che ha ridotto di 150 milioni di euro su base annua i ricavi da canone e, dal lato dei costi, dall’impatto connesso all’acquisizione dei diritti dei grandi eventi sportivi (Mondiali di Calcio, Olimpiadi Invernali) che hanno inciso per oltre 67 milioni di euro.

Nel primo semestre il Gruppo Rai conserva la leadership del mercato televisivo sia in Prime Time (39,3% di share) sia nell’intera giornata (37,4% di share).

Investimenti pubblicitari in calo

 

Il deterioramento del quadro macroeconomico ha condizionato il livello delle attività produttive, peggiorando e differendo le aspettative di rilancio. Per il mercato radiotelevisivo, tali andamenti si sono riflessi nella conferma, ancorché su tassi più contenuti, nella flessione degli investimenti pubblicitari.

Il risultato di periodo ha beneficiato della prosecuzione e del rafforzamento delle iniziative di razionalizzazione e ottimizzazione dei costi riferiti a tutte le attività del gruppo che, associate anche a interventi organizzativi e sui processi, “consentiranno di rendere strutturali i risparmi conseguiti”. Inoltre nel corso della riunione sono state approvate all’unanimità le nuove istruzioni per l’acquisto dei diritti esclusivi per il settore radiotelevisivo.

Riforma Giacomelli

La Rai guarda con una certa speranza al decreto Giacomelli che riformerà la tv pubblica con interventi anche per quanto riguarda i finanziamenti alle tv locali e i criteri per ridefinire i canoni per le frequenze tv, dopo la polemica scoppiata all’indomani della delibera Agcom.

A riguardo, oggi il Sottosegretario ha affermato che “l’Agcom ha deliberato ma ha con chiarezza esplicitato un atto con cui rimette al Governo le valutazioni” quindi, “stiamo valutando una norma che sospende l’effetto di queste determinazioni”. Naturalmente, ha precisato Giacomelli, “bisognerà procedere alla determinazione dei criteri in fase di transizione e alla ridefinizione della normativa per eliminare gli effetti”.

Le norme sulla tv saranno all’attenzione del premier Matteo Renzi nei prossimi giorni con l’obiettivo di arrivare a un via libera entro ottobre – si punta a non superare la metà del mese -, per consentire di pagare la tassa con il nuovo sistema già il prossimo anno.

L’obiettivo del Sottosegretario è, infatti, azzerare l’evasione del canone che attualmente si aggira intorno al 25% ma anche alleggerire questa tassa a carico dei cittadini, prevedendo un sistema basato sulla capacità di spesa. L’importo massimo dovrebbe oscillare intorno ai 60 euro, il minimo intorno ai 35 euro, contro gli attuali 113,50 euro annui per tutti indistintamente. L’introito stimato per finanziare il servizio pubblico sarà intorno ai 2 miliardi, rispetto al miliardo e 700 milioni attuale, anche grazie a un piccolo contributo legato a giochi e lotterie.

Il provvedimento potrebbe contenere anche nuove norme per i contributi all’editoria, alle quali sta lavorando il Sottosegretario con delega al settore, Luca Lotti. Tv pubblica, reti locali e giornali andrebbero così ad attingere ad un unico fondo, una sorta di fondo per il servizio pubblico, finanziato anche con i contributi annuali pagati per l’uso delle frequenze. Per questo il governo è intenzionato a bloccare gli effetti del provvedimento dell’Agcom.

Per la Rai ci si ispira a un modello alla BBC con un consiglio di sorveglianza di nomina istituzionale che indicherebbe amministratore delegato e Consiglio d’amministrazione.