3 linee guida

‘Ragionevole, inclusiva e credibile’. La Pa digitale secondo la ministra Bongiorno

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Giulia Bongiorno, ministra della Pubblica amministrazione, ha indicato le sue tre linee guida per digitalizzare la Pa: ‘La trasformazione digitale deve essere ragionevole, aiutando chi è meno avvezzo e più restio ; inclusiva, formando anche i dipendenti analogici; e credibile, con risultati raggiungibili’.

Ha un approccio pragmatico Giulia Bongiorno nell’indicare le sue tre linee guida per la digitalizzazione della Pa. “Deve essere ragionevole, inclusiva e credibile”, ha detto la ministra della Pubblica amministrazione, che ha scelto volutamente l’evento Internet Day, svoltosi questa mattina nella sala della Regina della Camera dei Deputati in occasione della presentazione del quarto rapporto Agi/CENSIS, per presentare il suo piano per la Pa digitale.

“Cosa deve fare allora il ministro della Pa? Deve accompagnare questo processo di digitalizzazione”, ha dichiarato Bongiorno, “che dovrà avvenire secondo tre linee guida”:

 

  1. Digitalizzazione ragionata. “Dovrebbe essere una digitalizzazione ragionevole”, ha spiegato la ministra: “non si può pensare che la trasformazione digitale possa essere uniforme su tutto il territorio italiano, occorre aiutare le Pa più indietro digitalmente e quelle più restie. La legge è uguale per tutti, gli uomini no. Non tutte le realtà italiane sono uguali. La trasformazione digitale dovrebbe essere graduale e non avvenire con la stessa velocità dalla città al piccolo paese su una montagna. Una digitalizzazione omogenea non terrebbe conto di tante peculiarità, di tante realtà diversissime tra loro che richiedono un trattamento non uguale. Non vogliamo creare dei mostri digitali a doppia velocità”
  2. La seconda parola d’ordine è l’inclusione di tutti i dipendenti della Pa nella trasformazione digitale del settore. “Investiremo in una formazione effettiva ed accessibile a tutti” ha annunciato la ministra Bongiorno, che ha aggiunto: “Serve una digitalizzazione inclusiva, che accolga tutti. Non ci sto a pensare che chi ha 40-50 anni debba essere escluso dalla digitalizzazione della PA. Tutti i dipendenti devono essere inclusi nella trasformazione digitale delle pubbliche amministrazioni”.
  3. Credibile. La trasformazione della PA secondo Giulia Bongiorno non prevede grandi annunci e traguardi irrealizzabili. L’importante è far partire il processo di digitalizzazione e dare tempi certi agli obbiettivi da raggiungere. “Il processo deve essere credibile sui tempi. Diciamoci quali sono i nostri programmi e traguardi. Non occorre fare promesse, bisogna partire, dare via a questo processo di digitalizzazione”, ha concluso la ministra, che ha messo ben in evidenza, con una stoccata a chi l’ha preceduta nel ruolo, di non volere dare il suo nome alla nuova riforma della PA.

Invece, Giulia Bongiorno oggi ha dichiarato che vuole essere promotrice della “riforma della digitalizzazione nella Pa” e ha assunto questo impegno con un approccio pragmatico con il quale guarda soprattutto ai dipendenti della pubblica amministrazione non ancora in possesso delle competenze e abilità digitali. Non vuole escludere loro dal processo, ma vorrebbe formarli. È il metodo migliore per avviare dall’interno la digitalizzazione della Pubblica amministrazione e non calarla dall’alto, con team digitali, per esempio.

L’approccio di Bongiorno è anche determinato. Nella sua prima intervista ha dichiarato guerra ai furbetti del cartellino con l’introduzione delle impronte digitali: “Rilevazioni biometriche per evitare che ci sia chi strisci il tesserino per altri’, ha annunciato la ministra. Key4biz ha scoperto che il sistema è applicato già al S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona nel Salernitano, il primo ospedale a utilizzare le impronte digitali per i dipendenti.  Il direttore generale Giuseppe Longo ci ha detto: ‘Da quasi 2 anni i dipendenti marcano la presenza con le impronte digitali e il badge. Il bilancio è più che positivo perché tuteliamo la privacy del personale e garantiamo le prestazioni ai pazienti’.

L’annuncio dei controlli a sorpresa e dell’introduzione dell’obbligo delle impronte digitali contro i furbetti del cartellino nella PA non è piaciuto ai sindacati, che non contestano tanto la modalità di marcatura della presenza, quanto la priorità individuata dalla neoministra. “Ancora una volta un ministro della Funzione Pubblica nelle prime dichiarazioni cerca il titolo ad effetto concentrando l’attenzione su una problematica che riguarda un’esigua minoranza di lavoratori pubblici invece di affrontare i veri problemi della Pubblica Amministrazione”, ha fatto sapere l’Usb, che ha ricordato al ministro come sia necessario piuttosto un incontro, peraltro già chiesto, per parlare di altro. “Incontrerò, ovviamente, i sindacati, sono dei protagonisti”, ha risposto a margine dell’Internet day alla Camera, Giulia Bongiorno aggiungendo che l’incontro avverrà “in tempi rapidi”.