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‘Impronte digitali anti-furbetti, nel nostro ospedale funzionano’. Intervista a Giuseppe Longo (Dg S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona)

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Intervista a Giuseppe Longo, direttore generale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Giovanni di Dio e Ruggi D'Aragona nel Salernitano: 'Da quasi 2 anni i dipendenti marcano la presenza con le impronte digitali e il badge. Il bilancio è più che positivo perché tuteliamo la privacy del personale e garantiamo le prestazioni ai pazienti'.

L’idea di Giulia Bongiorno, ministra della Pubblica amministrazione, di introdurre le rilevazioni biometriche per contrastare i furbetti del cartellino nella PA sta facendo discutere, perché, secondo molti, è un attacco alla privacy dei dipendenti. Key4biz ha intervistato Giuseppe Longo, direttore generale dell’Azienda Ospedaliero-Universitaria S. Giovanni di Dio e Ruggi D’Aragona nel Salernitano, che da circa due anni proprio grazie alle impronte digitali ha sconfitto i ‘timbratori seriali’. Anni fa l’ospedale è stato al centro di uno scandalo, di rilevanza nazionale, a causa dei furbetti del cartellino.

Key4biz. Da quando il Sistema di lettura di dati biometrici mediante parziale identificazione dell’impronta digitale per la rilevazione della presenza in servizio dei dipendenti è stato installato, dopo l’ok del Garante Privacy, ed è funzionante?

Giuseppe LongoNel novembre del 2016 viene per la prima volta in Italia istituito il sistema di lettura di dati biometrici in un ospedale. A fruirne è stata l’Azienda Ospedaliero Universitaria San Giovanni di Dio e Ruggi d’Aragona di Salerno che ha deciso in questa direzione dopo lo scandalo nazionale dei furbetti del cartellino che l’ha vista protagonista in negativo. Il sistema, dopo l’ok del garante per la Privacy, è stato allargato anche agli altri plessi che costituiscono l’azienda (in totale sono 5, due a Salerno, a Ravello, Mercato San Severino e Cava de’ Tirreni, per un totale di 3157 dipendenti). Ogni dipendente registra l’inizio e la fine dell’orario di lavoro, contestualmente, con una doppia verifica: prima il passaggio del badge con la lettura del chip e poi il posizionamento del dito che collega, appunto, l’impronta registrata sul badge, sotto forma di bits crittografati e non come immagine. Solo in questo modo, con la doppia conferma, viene rilevata la presenza.

Key4biz. Il sistema è applicato a tutti i 3mila dipendenti?

Giuseppe Longo. Sì a tutti i 3157 dipendenti, di qualsiasi categoria. Manager esclusi.

Key4biz. La privacy dei dipendenti come viene tutelata?

Giuseppe Longo. È tutelata al 100%. Non c’è la conservazione dell’impronta digitale, c’è solo la memorizzazione del dato della presenza per fare i conteggi amministrativi. E il sistema garantisce l’irreversibilità del processo, in quanto non è possibile in alcuno modo ottenere l’immagine dell’impronta digitale a partire dalla stringa di bits memorizzata sul badge in uso e in custodia del dipendente.

Key4biz. Il bilancio dell’azienda ospedaliera qual è?

Giuseppe Longo. Il sistema, essendo realtà da circa due anni, è stato accettato dal personale. All’inizio è stata vista come una particolare misura restrittiva, da qualche sigla sindacale e alcuni dipendenti, ma oggi il bilancio è più che positivo, perché un’azienda ospedaliera come la nostra, finita anni fa nello scandalo nazionale dei furbetti del cartellino, oggi è in grado di garantire la certezza della presenza del personale e l’erogazione dei servizi sanitari ai cittadini. In sostanza è una maggiore garanzia per i dipendenti onesti e ora è entrato a far parte della routine di ogni giorno.

Key4biz. È sconfitto il timbratore seriale?

Giuseppe LongoSì, con questo sistema è stato debellato il malcostume del “marcatore seriale”, quindi i dipendenti che risultano in servizio lo sono effettivamente. In questo modo l’utenza ha la garanzia di ricevere il servizio a fronte di un costo che è stato relativamente contenuto, se si considera che per circa tremila dipendenti in cinque plessi si è speso circa 60.000 euro. Con l’attuale esperienza si può dire che il sistema della rilevazione dei dati biometrici è certamente un servizio valido e, soprattutto, un buon deterrente per comportamenti scorretti.

Key4biz. In caso di data breach chi comunica la violazione al Garante privacy?
Giuseppe LongoEsiste un responsabile, all’interno dell’Azienda, che in caso di violazione dei dati personali comunica immediatamente l’evento al Garante della Privacy: è il Dirigente del CED, ma fino ad oggi nessuna violazione è stata mai segnalata.

Key4biz. In virtù di questa esperienza, secondo lei gradualmente il Sistema di lettura di dati biometrici potrebbe essere introdotto in tutta la PA, come annunciato dalla ministra Giulia Bongiorno, per porre combattere in modo più efficace, attraverso le nuove tecnologie, i furbetti del cartellino?

Giuseppe LongoAssolutamente sì, penso possa essere introdotto in tutta la Pubblica amministrazione perché non ha alterato in nessun modo il normale esercizio delle attività e non ha rallentato i tempi di accesso o di uscita dei dipendenti. Non occorrono 10 minuti per effettuare la procedura di marcatura della presenza. Richiede alcuni secondi in più rispetto al classico beggiare. Non ho code ai rilevatori di presenza.

Key4biz. Una prova che il digitale fa bene alla Sanità e alla salute degli italiani?

Giuseppe Longo. Sono convinto che grazie al digitale l’azienda ospedaliera sia più vicina ai cittadini. Da una parte si migliora l’efficacia e l’efficienza della struttura sanitaria e dall’altra si risponde meglio alle esigenze dei pazienti, sia in termini di tempo che di qualità della prestazione fornita ai cittadini, che è l’aspetto più importante.

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